Antidoto alle sciocchezze. Il Green Pass è veramente contro la Costituzione? In realtà, sembra implicitamente consentito dall’articolo 16.
È vero che il Green Pass è contro la Costituzione? In realtà, sembra implicitamente consentito dall’articolo 16. «Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche».
Appunto, per motivi di sanità si può imporre una limitazione a circolazione e soggiorno: anche alla circolazione sui luoghi di lavoro. Basta che ci sia una legge. In fase di redazione della Costituzione la seconda sottocommissione per i problemi costituzionali spiegò chiaramente che «la libertà di fissare la dimora è strettamente collegata con quella di scegliere la professione». Mentre in prima sottocommissione, sui diritti e doveri dei cittadini, si spiegò che «motivi di sanità» si riferiva a epidemie e pubbliche calamità.
Il Green Pass serve dunque a imporre in modo indiretto un obbligo vaccinale che è a sua volta consentito dall’articolo 32. «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana».
Per disposizione di legge, infatti, la Repubblica ha aggiunto una quantità di vaccinazioni obbligatorie, rispetto alle due che aveva già trovato. L’una contro il vaiolo, imposta nel 1888 dalla legge Crispi-Pagliani, ma poi sospesa nel 1977 e abolita nel 1981: prima malattia per cui fu inventato un vaccino fin dal XVIII secolo, il vaiolo è stato anche la prima malattia di cui è stata constatata la scomparsa. L’altra contro la difterite, voluta da Mussolini con la legge n. 891 del 6 giugno 1939. Nel 1963 fu aggiunto il tetano, con legge modificata nel 1968. Nel 1966 la poliomielite. Nel 1991 l’epatite B. E con la legge 119/2017 tutti i nati dal 2001 devono fare entro i 16 anni anti-poliomielitica, anti difterica, anti-tetanica, anti-epatite B, anti-pertosse, anti Haemophilus Influenzale tipo B, anti-morbillo, anti-rosolia, anti parotite; e i nati dal 2017 anche l’anti-varicella.
Sono però ‘obblighi’ un po’ particolari, nel senso che la stessa legge di Mussolini non prevede in realtà sanzioni. Nell’Italia dell’epoca, sembrava inconcepibile che qualcuno rifiutasse un servizio offerto dallo Stato per preservare la propria salute. Di fronte alla diffusione delle idee no-vax, multe tra i 100 e i 500 euro sono state introdotte solo dopo la legge del 2017, che prima dei 6 anni consente anche l’esclusione dei non vaccinati dagli istituti scolastici.
di Maurizio Stefanini
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