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Addams

Sessant’anni della Famiglia Addams

Il 18 settembre 1964, sulla rete Abc, fa così il suo esordio “La Famiglia Addams”, della quale domani ricorrono i sessant’anni dalla prima messa in onda

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Sessant’anni della Famiglia Addams

Il 18 settembre 1964, sulla rete Abc, fa così il suo esordio “La Famiglia Addams”, della quale domani ricorrono i sessant’anni dalla prima messa in onda

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Sessant’anni della Famiglia Addams

Il 18 settembre 1964, sulla rete Abc, fa così il suo esordio “La Famiglia Addams”, della quale domani ricorrono i sessant’anni dalla prima messa in onda

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Il 18 settembre 1964, sulla rete Abc, fa così il suo esordio “La Famiglia Addams”, della quale domani ricorrono i sessant’anni dalla prima messa in onda

Il primo incontro che facciamo, nel raccontare questa storia, è con un bambino di nome Jackie Coogan. Nato nel 1914 e figlio di un attore teatrale, viene introdotto già a tre anni nell’ambiente del cinema fra spotpubblicitari e piccole produzioni. Nel 1921 Charlie Chaplin lo sceglie per il ruolo del piccolo protagonista nel suo capolavoro “Il monello”. Un successo che proietta il giovanissimo Jackie nel firmamento hollywoodiano, portandolo a interpretare una serie infinita di personaggi (da Oliver Twist a Huckleberry Finn) oltre a farne un testimonial richiesto dalle più celebri marche americane.

Al compimento dei 21 anni, dopo aver perso suo padre in un incidente d’auto, Coogan fa un’amara scoperta. Sua madre, insieme al nuovo compagno, ha sperperato tutti i suoi guadagni. La questione finisce in tribunale e l’Alta corte della California vara una legge (che passerà alla storia come “Coogan Act”) diretta proprio a tutelare le baby star dall’avidità di genitori senza scrupoli.

In quel momento Jackie non lo sa, ma dall’altra parte degli Stati Uniti c’è un uomo a cui è legato il suo destino futuro. Si tratta di Charles Addams, un disegnatore che dal 1938 firma ogni settimana delle strisce a fumetti sul “New Yorker”. Appassionato dell’occulto, Addams prende spunto proprio da questo suo vezzo per creare una serie di personaggi – a metà fra l’horror e la satira – le cui vicende strampalate e ironiche appassionano i lettori. Inizialmente sconnessi fra loro e senza una precisa identificazione, alcuni anni dopo i protagonisti del fumetto divengono un nucleo vero e proprio grazie a Ray Bradbury (autore di capolavori come “Fahrenheit 451” e “Cronache Marziane”), che ne intuisce il potenziale e consiglia al vignettista di strutturarne le vicende come quelle di una famiglia. Nasce così “La Famiglia Addams”, residente in una casa vittoriana al n. 001 dell’immaginaria Cemetery Lane, composta dal capofamiglia Gomez e da sua moglie Morticia con i figli Pugsley e Mercoledì, dal maggiordomo Lurch, da una mano animata di vita propria e da un bizzarro zio di nome Fester (più tutta una serie di personaggi secondari).

La sorte degli Addams cambia radicalmente nel 1963 grazie all’autore televisivo David Levy, che decide di farne un adattamento per il piccolo schermo. Il 18 settembre 1964, sulla rete Abc, fa così il suo esordio “La Famiglia Addams”, della quale ricorrono dunque i sessant’anni dalla prima messa in onda. Introdotto da una sigla che diverrà iconica, composta da poche note di clavicembalo accompagnate dallo schiocco delle dita, lo show ha fra i protagonisti – oltre a John Astin nei panni di Gomez e a Carolyn Jones in quelli della conturbante Morticia – anche una nostra vecchia conoscenza: Jackie Coogan, proprio lui, che dà il volto allo zio Fester e che grazie al successo della serie riassapora le luci della ribalta, riprendendosi quanto gli era stato tolto.

Intrisa di un umorismo sottile e politicamente scorretto, la serie durerà però soltanto due stagioni. Ma darà il via una saga che, fra cartoni animati, lungometraggi e speciali televisivi è giunta fino a noi con il recente e fortunato spin-off dedicato al personaggio di Mercoledì, del quale è in arrivo la seconda stagione. Perché certe storie non conoscono mai la parola fine.

di Stefano Faina e Silvio Napolitano

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