Musica e AI, il convegno a Roma tra presente e futuro
SI è tenuto oggi a Roma il convegno voluto da SIAE con FIMI sull’AI, sul presente e sul futuro di questa tecnologia

Musica e AI, il convegno a Roma tra presente e futuro
SI è tenuto oggi a Roma il convegno voluto da SIAE con FIMI sull’AI, sul presente e sul futuro di questa tecnologia
Musica e AI, il convegno a Roma tra presente e futuro
SI è tenuto oggi a Roma il convegno voluto da SIAE con FIMI sull’AI, sul presente e sul futuro di questa tecnologia
Si è tenuto oggi a Roma il convegno “Musica e intelligenza artificiale: opportunità, rischi e la sfida della regolamentazione”, organizzato dalla SIAE insieme a FIMI e ospitato dal Ministero della Cultura. Primo punto focale dell’incontro e della tavola rotonda che ne è seguita è stato porre l’attenzione sulle sfide, le criticità e le possibilità che la rivoluzione AI ha saputo portare con sè. La necessità di norme chiare è emersa trasversalmente da ogni intervento, come anche l’importanza di non demonizzare in toto questa nuova tecnologia, ricordando quanto già successo in passato con altre rivoluzioni.
Tra i punti cruciali quello della tutela del diritto d’autore, la remunerazione per i creatori le cui opere sono state usate per addestrare i modelli e la trasparenza dei processi generativi. Tra gli intervenuti, anche Diego Ciulli, Direttore agli Affari Governativi e alle Politiche Pubbliche di Google Italia: “Due anni fa abbiamo fatto una scelta basata sui nostri principi: per noi, l’intelligenza artificiale deve lavorare con l’industria musicale, non sostituirla. Siamo sostenitori del valore dell’AI, ma crediamo che debba integrarsi con il settore, non prenderne il posto. Il contesto è in continua evoluzione e ancora poco chiaro, ma ci sono due principi fondamentali da seguire:
- Il controllo degli autori sulle proprie opere
Gli autori devono poter decidere come vengono utilizzate le loro opere protette. Non è realistico chiedere il permesso a ogni singolo titolare di diritti, ma si può prevedere uno standard tecnologico che riconosca e tuteli automaticamente i contenuti. - Equilibrio tra input e output
Si parla molto dei dati di input, ma è fondamentale analizzare anche l’output. L’AI utilizza enormi quantità di dati ed è impossibile determinare con precisione quale specifico elemento abbia generato un determinato risultato. Nessuno può spiegare esattamente da dove abbia imparato a riconoscere un do, ma se l’AI produce una canzone troppo simile a una già esistente, è giusto riconoscere il merito – e i diritti – a chi ne è l’autore”
Quest’ultimo punto, tuttavia, implica un ragionamento ex post sugli output dei modelli generativi, cosa che porta con sé delle evidenti criticità, come sottolineato da Enzo Mazza, Ceo di FIMI: “L’input è fondamentale: il sistema di intelligenza artificiale applicato al diritto d’autore rappresenta il più grande furto della storia. Hanno rastrellato i dati senza alcuna autorizzazione e, ora che non siamo più in grado di determinare con precisione cosa sia stato utilizzato, si cerca di spostare l’attenzione sull’output. È assurdo che chi si limita a rielaborare contenuti altrui guadagni più di chi li crea.
Questo è un errore che anche Bruxelles sta commettendo: non si può lasciare che la tecnologia si sviluppi senza regole, con l’idea di sistemare la situazione in futuro attraverso licenze. Un approccio del genere sposta il bilanciamento del potere verso aziende con una capacità di negoziazione immensa, mentre l’industria creativa resta in una posizione di debolezza. Le regole sono fondamentali e devono essere stringenti, per garantire un equilibrio equo e sostenibile”
La posizione di SIAE sull’AI
“Entro il 2028 autori ed editori perderanno quasi 22 miliardi di euro in diritti d’autore: un danno enorme”, ha sottolineato Salvatore Nastasi, presidente SIAE. “Il disegno di legge appena approvato va nella giusta direzione, quella di tutelare la creatività umana. Tuttavia, serve ancora uno sforzo per garantire maggiore trasparenza nei motori di AI e introdurre l’opt-out, ovvero l’obbligo di esplicita autorizzazione da parte dell’autore per l’uso dei propri contenuti da parte dell’intelligenza artificiale. Come SIAE, rappresentando oltre 120mila autori ed editori italiani, terremo gli occhi ben aperti e saremo estremamente vigili sulla situazione”.
di Federico Arduini
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Tag: spettacoli, tech
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