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Arriva nelle sale Megalopolis di Francis Ford Coppola

Con il suo ultimo lavoro, “Megalopolis”, Francis Ford Coppola firma una favola futuristica. Una pellicola umanamente distopica che riflette sulle sorti dell’impero occidentale contemporaneo

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Arriva nelle sale Megalopolis di Francis Ford Coppola

Con il suo ultimo lavoro, “Megalopolis”, Francis Ford Coppola firma una favola futuristica. Una pellicola umanamente distopica che riflette sulle sorti dell’impero occidentale contemporaneo

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Con il suo ultimo lavoro, “Megalopolis”, Francis Ford Coppola firma una favola futuristica. Una pellicola umanamente distopica che riflette sulle sorti dell’impero occidentale contemporaneo

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Con il suo ultimo lavoro, “Megalopolis”, Francis Ford Coppola firma una favola futuristica. Una pellicola umanamente distopica che riflette sulle sorti dell’impero occidentale contemporaneo

Fermare il tempo, credere nell’arte e guardare con fiducia al futuro. Con il suo ultimo lavoro, “Megalopolis”, Francis Ford Coppola firma una favola futuristica. Un’opera che esplora le ambizioni umane e i loro limiti, fra arte e filosofia. Una pellicola umanamente distopica che riflette sulle sorti dell’impero occidentale contemporaneo, con un parallelo diretto con l’antica Roma. Coppola s’interroga su un tema centrale: quando cade un impero? Quando la gente smette di crederci. Qui l’impero è quello di New Rome, una versione futuristica di New York. La civiltà occidentale è morente e lacerata fra progresso e conservazione. Cesar Catilina (l’attore Adam Driver) è un architetto visionario, con il potere quasi mistico di fermare il tempo. Artista rivoluzionario e genio tecnologico, è proiettato sempre in avanti nonostante sia ossessionato dal passato, forse per sfuggirgli. Con il suo temperamento da rockstar, è profondamente impegnato nel progettare un mondo migliore e un futuro lucente per New Rome. Il sindaco della città, Franklin Cicero (Giancarlo Esposito), è invece un conservatore reazionario, fedele a uno status quo obsoleto che favorisce avidità e interessi particolari. Il loro è un conflitto ideologico fra progresso e tradizione, visione e stagnazione. Fra i due c’è Julia Cicero (impersonata da Nathalie Emmanuel): sembra una ragazza mondana, ribelle e superficiale, ma in realtà dotata di una brillante intelligenza. È divisa fra il padre – che vuole proteggere – e il fascino che prova per Cesar Catilina e per le sue visioni.

Il film è teso su un filo filosofico e romantico, fra citazioni sul senso della vita e sulla caducità del potere di Shakespeare, Marco Aurelio e Waldo Emerson. Si muove quindi fra utopia e decadenza, indagando sulle sorti di un impero che comincia a sgretolarsi sotto il peso delle sue contraddizioni sociali e culturali. A fare da cantore omerico di questa epica futuristica c’è Fundi Romaine (Laurence Fishburne) – confidente, autista e guardia del corpo di Cesar – che come un poeta antico osserva acutamente quello che accade attorno a lui.

Coppola mette in scena un conflitto universale imperiale partendo dalla congiura di Catilina raccontata da Sallustio e, come ha fatto anche Massimo Fini con il suo saggio sul politico romano, proietta la politica dell’antica Roma su quella moderna. La caduta dell’impero romano diventa il declino della civiltà occidentale contemporanea. In Cesar si possono ritrovare i caratteri controversi di Elon Musk; difficile non scorgere Donald Trump dietro l’uomo più ricco di New Rome – suo zio Crassus (Jon Voight) – o dietro suo cugino Clodio (Shia LaBeouf), narcisista e invidioso del successo, che diventerà un populista di destra.

Stilisticamente, “Megalopolis” fa un uso contemporaneo dei mezzi cinematografici. Montaggio e ritmo possono ricordare i lavori di Adam McKay, in cui la narrazione visiva s’intreccia con una spiccata analisi sociale. Fra fotocamere, automobili di diverse epoche e vestiti che richiamano quelli della Roma antica (ma adattati con uno stile moderno e realistico), è come se qualche linea temporale si fosse appiattita. Contrasti che fanno ben coesistere passato e futuro. La storia, divisa in marmorei capitoli, culmina infine nei Saturnali, festività universale che celebra la convivenza fra culture e religioni e simboleggia definitivamente la morale di questa fiaba senza luogo e senza tempo: un mondo migliore, di pace, sarà sempre possibile.

Di Edoardo Iacolucci

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