Boris Godunov, la Prima tra attese e proteste
Boris Godunov, la Prima tra attese e proteste
Boris Godunov, la Prima tra attese e proteste
Dopo tanta attesa e polemiche, siamo infine giunti al giorno della Prima del Teatro alla Scala di Milano, come da tradizione il 7 dicembre, affidata quest’anno al discusso Boris Godunov. L’opera di Modest Petrovič Musorgskij verrà rappresentata nella prima versione del 1869, con i suoi 3 atti preceduti da un prologo per un totale di circa 3 ore di messa in scena. Una scelta precisa quella del Maestro Riccardo Chailly, alla sua nona Prima meneghina, dovuta alla volontà di far apprezzare l’unicità di questa versione dell’opera, figlia del XIX secolo ma per molti elementi fuori dalla sua tradizione musicale: dalla drammaturgia, al linguaggio musicale che abbandona la forma tipica dell’epoca per esplorare una composizione impregnata dal folklore russo.
Non soltanto una vera e propria pietra miliare della tradizione russa ma un vero e proprio Classico, il Boris Godunov ha finito per influenzare buona parte della musica del Novecento. Un’opera legata alla storia della Scala perché rappresentata proprio qui per la prima volta in Italia nel lontano 1909. 70 anni dopo, in una memorabile edizione con la regia di Jurij Ljubimov, a dirigerla dal pulpito c’era il grande maestro Claudio Abbado, assistito proprio da un giovane Riccardo Chailly: un cerchio che si chiude. Per quanto riguarda la trama, dagli evidenti echi shakespeariani, vi rimandiamo al libretto del teatro alla Scala.
Ma se per seguire l’opera dovrete aspettare le 17,45 di oggi e collegarvi a Rai 1, Rai Play o Rai Radio 3, lo stesso non si può dire delle immancabili proteste – come da tradizione quasi sempre presenti il giorno della Prima -, iniziate oggi di prima mattina. Cinque attivisti di Ultima Generazione hanno lanciato della vernice sull’ingresso del Teatro. La motivazione dell’atto è di matrice ambientalista: “No gas no carbone” sono le scritte sui cartelli mostrati da 4 ragazzi e una ragazza tra i 20 e 23 anni di Milano, Pavia e Lucca. I responsabili – già noti alla Digos – sono stati bloccati e portati in Questura dai poliziotti.
Per una protesta inattesa avvenuta, ve n’è una preannunciata che non si terrà, quella della comunità Ucraina di Milano. “Non ci sarà alcun tipo di manifestazione davanti alla Scala contro la guerra in Ucraina” ha dichiarato all’Adnkronos uno dei portavoce, Luigi Menegazzi. ”La comunità che rappresento e che è presente ogni sera in piazza Duomo -spiega- stasera non sarà a manifestare davanti alla Scala perché potrebbe suonare come una protesta contro la città di Milano e contro la gente che andrà alla Prima. Non ci sembra giusto manifestare contro persone come Meloni, Mattarella e Von Der Leyen che sposano la nostra causa”. La comunità teme che eventuali disordini ”possano poi essere associati alla nostra protesta e questo non lo vogliamo davvero. Per questo ci asterremo da prendere parte a qualsiasi apparizione pubblica, raduno o manifestazione. Non vogliamo certo mettere in difficoltà una città che ci ha accolto con amore. E invitiamo pertanto la nostra gente a non associarsi a ogni forma di protesta che possa creare disagi e disonorare la bandiera del nostro Paese”.
di Federico ArduiniLa Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
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