40 anni di “Born in the U.S.A.”
Il 4 giugno di 40 anni fa usciva “Born in the U.S.A.”, un disco che ha venduto più di 30 milioni di copie e ha affidato Springsteen alla leggenda
40 anni di “Born in the U.S.A.”
Il 4 giugno di 40 anni fa usciva “Born in the U.S.A.”, un disco che ha venduto più di 30 milioni di copie e ha affidato Springsteen alla leggenda
40 anni di “Born in the U.S.A.”
Il 4 giugno di 40 anni fa usciva “Born in the U.S.A.”, un disco che ha venduto più di 30 milioni di copie e ha affidato Springsteen alla leggenda
Il 4 giugno di 40 anni fa usciva “Born in the U.S.A.”, un disco che ha venduto più di 30 milioni di copie e ha affidato Springsteen alla leggenda
“Ci sono album che vivono di vita propria e tu non puoi farci niente. Ecco perché decisi di arrendermi al disco che mi cambiò la vita”.
Il 4 giugno di 40 anni fa usciva “Born in the U.S.A.”, un disco che ha venduto più di 30 milioni di copie e ha affidato Springsteen alla leggenda.
Quel grido energico, nelle atmosfere travolgente, ma nel profondo malinconico e consapevole, disincantato e accusatorio, fu come una doccia fredda per milioni di americani.
Un disco che divise i fan del Boss, tra chi lo scopriva o riscopriva e chi si sentì tradito. Come poteva il Boss fare un pezzo come “Dancing in the dark”? Scritta in un paio d’ore, quasi emersa dalle viscere, perché per la casa discografica serviva un singolo ad ogni costo. Il tempo, si sa, è galantuomo e quella canzone è oggi uno dei momenti più attesi dei suoi infiniti concerti.
Ai fan italiani ora non resta che attendere nel 2025 Bruce, a 40 anni da quel San Siro, per tornare ancora una volta ai piedi dell’altare del rock e celebrare un disco immortale
di Federico Arduini
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