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Cannes

Cannes 2023, la Croisette si diverte. Come sempre

Malgrado gli echi di protesta, la Croisette del Festival di Cannes si diverte, tra Deneuve, Ford, la pioggia e film lunghissimi
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Cannes 2023, la Croisette si diverte. Come sempre

Malgrado gli echi di protesta, la Croisette del Festival di Cannes si diverte, tra Deneuve, Ford, la pioggia e film lunghissimi
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Cannes 2023, la Croisette si diverte. Come sempre

Malgrado gli echi di protesta, la Croisette del Festival di Cannes si diverte, tra Deneuve, Ford, la pioggia e film lunghissimi
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Malgrado gli echi di protesta, la Croisette del Festival di Cannes si diverte, tra Deneuve, Ford, la pioggia e film lunghissimi

A Cannes piove, spesso e parecchio, sui primi giorni del 76esimo Festival. Ma non piove sul bagnato. Perché malgrado gli echi di protesta – per la riforma delle pensioni, per il presunto voltafaccia dell’organizzazione al movimento Me Too (l’invito di Johnny Depp in apertura di kermesse a molti non è andato giù), più varie ed eventuali recriminazioni, a una macchina colossale che a qualcuno sembra il diavolo … probabilmente – la Croisette si diverte. Come sempre.

Se possibile anche di più. Perché dopo cinque anni di lavori e due abbondanti di chiusura, riapre il leggendario Hotel Carlton. Classe 1913, si presenta in freschezza. Con tanto di festa privata sulla spiaggia antistante, aperta non soltanto ai soliti noti: (quasi) democratica. L’unico peccato? La pioggia, ovviamente. L’altro ombelico del mondo del glamour è il Majestic. L’imponente edificio bianco e rosa, per la gente del cinema resta il quartier generale. Vi trova posto anche l’Italian Pavilion, ambasciata del cinema tricolore per le attività festivaliere. Lo spazio Campari invece, è di rosso vestito. Bene si intona con il red carpet, che domina dall’alto del Palais des Festival.

Altra presenza incombente – a disposizione dello sguardo di qualsiasi ammiratore, anche se solo di passaggio e sprovvisto dell’agognato biglietto per assistere alle proiezioni (i “tutto esaurito” sono frequenti) – è Catherine Deneuve. Qui la diva, immortalata ragazza e in bianco e nero sul manifesto della edizione 2023, è bella tutto il giorno. Ogni giorno, fino alla chiusura del 27 maggio.

Malgrado le stelle siano tante, e gli ottant’anni dell’acclamato Harrison-Indiana Jones-Ford sembrino la metà, c’è voglia di cambiamento astrale. E allora quanta attenzione e flash dei fotografi, per i ragazzi che accompagnano i genitori famosi sulla montée des marchés. A loro, basta la luce riflessa dal cognome. C’è Carys, la figlia di Michael Douglas e Catherine Zeta Jones. C’è Levon, il figlio di Uma Thurman e Ethan Hawke.

Non danno più la manina da un po’, navigati rampolli d’arte. La madrina Chiara Mastroianni, che ha introdotto mamma Deneuve alla cerimonia di apertura. Lily Rose Depp, ex bimba della ex coppia Johnny Depp – Vanessa Paradis. La 24enne attrice è pronta a presentare – fuori concorso –  «The Idol» di Sam Levinson che raccoglie l’eredità del padre Barry, regista premio Oscar di «Rain Man»   .

Procede, al momento senza scossoni, il concorso. Che ama i film lunghi. Ben 212 sono i minuti di «Jeunesse», il documentario sulle esistenze di giovani lavoratori cinesi, firmato Wang Bing. In proiezione stampa, la prima fuga dalla sala Bazin è al 10′. All’ora di gioco, segnato da un estenuante possesso palla, si sente russare. Chi se ne va a mezz’ora dal triplice fischio, butta al vento una sfida da raccontare agli amici al bar. Detto ciò, «Jeunesse»  è opera di ampio respiro che mostra la vita e la mette sul piatto della bilancia. Così che lo spettatore possa soppesare anche la propria e il suo grado di felicità. Cosa chiedere di più al cinema? Forse, che film così durino meno?

Risposta sbagliata!

di Federico Fumagalli

Dalla 76ª edizione del Festival di Cannes

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