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Cantante con rendita dorata

Barry Ryan viene ricordato soprattutto per la canzone di successo scritta dal fratello Paul: “Eloise”. Un successo planetario che continua ad arricchire il cantante.
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Cantante con rendita dorata

Barry Ryan viene ricordato soprattutto per la canzone di successo scritta dal fratello Paul: “Eloise”. Un successo planetario che continua ad arricchire il cantante.
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Cantante con rendita dorata

Barry Ryan viene ricordato soprattutto per la canzone di successo scritta dal fratello Paul: “Eloise”. Un successo planetario che continua ad arricchire il cantante.
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Barry Ryan viene ricordato soprattutto per la canzone di successo scritta dal fratello Paul: “Eloise”. Un successo planetario che continua ad arricchire il cantante.
Marion Ryan, la ‘Marylin Monroe d’Inghilterra’, ha scalato le classifiche con “Love me forever” (1958) e ha divorziato perché le hanno offerto un contratto per dieci anni per “Spot the tune”, la trasmissione che in Italia si chiamava “Il musichiere”. Non poteva farla con un marito geloso e tre figli piccoli. E quindi disse loro: «Non c’è nulla di paragonabile a ciò che mi offrono». E con questo intendeva famiglia, figli e tutto il resto. Quando Barry e suo fratello Paul arrivano ai 16 e 17 anni, la mamma trova loro un contratto discografico come duo. I ragazzini cantano canzoni altrui, poi Paul inizia a comporre e piazzano, in tre anni, 8 canzoni nei primi 100 posti della hit parade inglese. Per Paul è già troppo. Litiga con la madre-manager e sposa una ragazza con cui va a vivere negli Stati Uniti, dove apre un salone di bellezza e, con gli anni, una catena di coiffeur e barbieri. Scrive ancora canzoni ma per altri, tra cui Frank Sinatra. Muore di cancro a soli 44 anni. Suo fratello Barry vorrebbe continuare ma non lo vuole nessuno: il beat sta già morendo, in Inghilterra esplodono il glam di Elton John e David Bowie. Paul gli regala una canzone. Una canzone speciale, intitolata “Eloise”, che scavalca la musica che va per la maggiore: piena di archi, di tastiere e chitarre e cori. Una canzone che inaugura un genere che verrà poi sviluppato dai Queen con “Bohemian Rhapsody”. In studio di registrazione ci sono John Paul Jones e Jimmy Page (Led Zeppelin), Glen Campbell (una stella del country, amico intimo di Paul e di Frank Sinatra) e alcuni componenti dell’orchestra di Bert Kaempfert – l’autore di “Strangers in the night”, un altro amico di Sinatra. Il risultato è unico al mondo: la canzone entra nelle classifiche di oltre 50 Paesi, compresi il Sudafrica e il Giappone. Da noi il successo è talmente travolgente da convincere Barry Ryan a registrarne una versione in lingua italiana, che scala anch’essa le classifiche. Tra il 1968 e il 1969 Barry Ryan è uno dei cantanti pop più famosi del mondo. Tutti aspettano il capolavoro successivo – che non verrà mai. Né Paul né la casa discografica trovano brani da fargli interpretare. Due anni dopo il suo travolgente successo, Barry perde il contratto e si ritrova senza un soldo e senza prospettive. La mamma lo presenta allora alla figlia del sultano Ibrahim di Johor (Malaysia), una ragazza dolce e timidissima di nome Turku. Lui la sposa, lei porta in dote una cifra stimata in 120 milioni di dollari. Quando i due divorziano Barry è straricco. Ogni tanto va in tv a cantare “Eloise”. Gli chiedono se soffra il fatto di aver avuto una sola canzone. Risponde: «Ogni volta che la banca mi manda l’estratto conto con le royalties annuali che quella canzone ancora oggi mi fa guadagnare, penso che mia mamma abbia sbagliato tutto. Ho lavorato per 18 mesi e sono in pensione da oltre 40 anni. È questa l’offerta migliore al mondo». di Paolo Fusi

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