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Come vendere la Luna

Esce in sala “Fly Me to the Moon”, il quarto lungometraggio di Greg Berlanti, già sceneggiatore e produttore della celebre serie tv “Dawson’s Creek”

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Come vendere la Luna

Esce in sala “Fly Me to the Moon”, il quarto lungometraggio di Greg Berlanti, già sceneggiatore e produttore della celebre serie tv “Dawson’s Creek”

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Come vendere la Luna

Esce in sala “Fly Me to the Moon”, il quarto lungometraggio di Greg Berlanti, già sceneggiatore e produttore della celebre serie tv “Dawson’s Creek”

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Esce in sala “Fly Me to the Moon”, il quarto lungometraggio di Greg Berlanti, già sceneggiatore e produttore della celebre serie tv “Dawson’s Creek”

Tre, due, uno… decollo! Esce in sala “Fly Me to the Moon”, il quarto lungometraggio di Greg Berlanti (già sceneggiatore e produttore della celebre serie tv “Dawson’s Creek”), ambientato alla fine degli anni Sessanta durante la missione dell’Apollo 11 che portò l’uomo a posare il primo piede sulla Luna. A metà tra “Mad Men” e “First Man”, è un film spaziale che viaggia come un’astronave tra le stelle unendo un fatto storico e una commedia romantica. La trama non segue infatti i fili della tipica narrazione dell’esplorazione dello Spazio, ma si concentra sull’intreccio umano che si tesse dietro le quinte. Mentre l’allunaggio in sé è un fatto storico, il film esplora uno scenario (immaginario) secondo cui il governo statunitense – preoccupato da un eventuale fallimento – contempla una trasmissione televisiva falsa. Questo è l’elemento principale che pone l’interrogativo su cui si basa l’intero film, che mette al centro i temi della verità, dell’onestà e della percezione.

Potrà forse servire un assist ai complottisti (che anzi prende in giro, citando anche la solita leggenda metropolitana secondo cui l’allunaggio sarebbe stato in realtà girato addirittura da Stanley Kubrick) che su questa storia di certo non mancano. Ma il tono comico e leggero, mai investigativo (alla Michael Moore), non lascia molto spazio a congetture. Una brillante e vivace Scarlett Johansson interpreta Kelly Jones, fenomenale guru del marketing nell’era d’oro dell’advertising a Manhattan. Nello stesso tempo, al quartier generale della Nasa ci si prepara per il programma spaziale, ma c’è sempre qualcosa che non va: da malfunzionamenti vari a ‘simpatiche’ esplosioni. Il supporto dell’opinione pubblica alla missione lunare ha toccato il fondo e l’unico obiettivo adesso è quello di riaccendere l’interesse per l’allunaggio: chi meglio dell’ambiziosa e determinata signora Jones? Dalle automobili Mustang, Kelly Jones si ritrova così a dover vendere la Luna. Ma i suoi metodi informali, diretti e non convenzionali si scontrano da subito con quelli dello stoico e pragmatico direttore di lancio della Nasa Cole Davis (impersonato da Channing Tatum). Lo scontro tra le due personalità, come quello tra due pietre laviche, accenderà scintille vitali. Greg Berlanti alla regia è stato preciso nella gestione del suo cast. Oltre a Johansson e Tatum, gli attori Woody Harrelson (come al solito molto bravo), Jim Rash e Ray Romano sono perfettamente armonizzati e danno la giusta profondità che controbilancia la forte ilarità della pellicola. Inoltre, il lavoro del regista, del direttore della fotografia Dariusz Wolski e della sceneggiatrice Rose Gilroy, rende questo linguaggio cinematografico una giusta miscela dei registri stilistici di dramma umorismo e romanticismo. Ma anche di autenticità e ricostruzione storica: la collaborazione con la Nasa ha reso possibile l’utilizzo di filmati inediti e la consulenza dei tecnici che hanno vissuto l’era del lancio dell’Apollo 11.

Dietro la narrazione, emerge evidente anche lo sforzo collettivo che ha reso possibile l’allunaggio, tra le migliaia di persone che hanno lavorato dietro le quinte senza sosta, per rendere possibile quel piccolo passo per un uomo che fu un gigantesco balzo per l’umanità.

Di Edoardo Iacolucci

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