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“Correnti ~ suoni e visioni dal presente” il 4 luglio al Castello Sforzesco di Milano. Luca Nobis: “Al centro la creatività dei ragazzi”

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Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Luca Nobis, direttore didattico del CPM Music Institute di Milano, per conoscere meglio la filosofia dietro “Correnti ~ suoni e visioni dal presente”

“Correnti ~ suoni e visioni dal presente” il 4 luglio al Castello Sforzesco di Milano. Luca Nobis: “Al centro la creatività dei ragazzi”

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Luca Nobis, direttore didattico del CPM Music Institute di Milano, per conoscere meglio la filosofia dietro “Correnti ~ suoni e visioni dal presente”

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“Correnti ~ suoni e visioni dal presente” il 4 luglio al Castello Sforzesco di Milano. Luca Nobis: “Al centro la creatività dei ragazzi”

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Luca Nobis, direttore didattico del CPM Music Institute di Milano, per conoscere meglio la filosofia dietro “Correnti ~ suoni e visioni dal presente”

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Cresce l’attesa per “Correnti ~ suoni e visioni dal presente”, il live in programma venerdì 4 luglio alle ore 20.30all’interno della rassegna Estate al Castello. Un evento gratuito – posti a sedere con prenotazione obbligatoria su Eventbrite, in piedi senza – che vede protagonisti gli allievi e i diplomati del CPM Music Institute di Milano, scuola fondata e presieduta da Franco Mussida.

Giunto alla sua settima edizioneCorrenti è più di un concerto: è uno spaccato sonoro di ciò che le nuove generazioni sentono, vivono, sognano. Un viaggio musicale che attraversa generi e linguaggi, tra sperimentazione, scrittura personale e performance collettiva. Ne abbiamo parlato con Luca Nobis, chitarrista, docente e direttore didattico del CPM.

Negli anni “Correnti” ha saputo evolversi, che tipo di percorso avete voluto costruire per i ragazzi in questa edizione?

Con “Correnti ~ suoni e visioni dal presente” quest’anno abbiamo voluto dare uno sguardo più attento alla parte creativa dei ragazzi. L’idea è stata quella di creare per loro un’occasione concreta per salire su un palco importante e, al tempo stesso, capire cosa sta succedendo all’interno delle nuove generazioni. Lo si capisce molto bene attraverso il loro modo di esprimersi musicalmente: è lì che emergono i sogni, le inquietudini, i desideri. È lì che si vede davvero chi sono.

Molti dei ragazzi che si esibiranno hanno già concluso il loro percorso al CPM. Alcuni di loro avevano già un chiaro orientamento artistico sin dalle tesi di laurea, che erano improntate proprio alla creazione di progetti originali. Questo, in fondo, è uno dei tratti distintivi del nostro lavoro al CPM: dare agli studenti la possibilità di trovarsi, anche e soprattutto artisticamente. Perché quando inizi a cercarti come artista e cominci a dare forma alle tue prime creazioni, quelle creazioni diventano un simbolo, qualcosa che ti rappresenta profondamente. E in molti casi, da quel seme iniziale, è nato un progetto vero e proprio.

Alcuni degli artisti in programma sono già immersi in questo mondo: hanno pubblicato dischi, collaborano con etichette, gestiscono i loro progetti in modo professionale. Penso, ad esempio, a Dduma, il progetto di Chiara Pizzi, che è una delle nostre laureate. Ma ci sono anche altri che si sono diplomati da più tempo e stanno sviluppando sempre di più la loro parte artistica.

Oltre agli artisti principali, abbiamo voluto dare spazio anche ad altri ragazzi attraverso l’opening act: sarà la prima mezz’ora del concerto, dalle 20.30. Per questa parte abbiamo organizzato un vero e proprio casting interno, con 22 proposte ricevute. Ne abbiamo selezionate 5, che apriranno la serata. In questo caso non si è trattato di artisti già segnalati dai docenti, ma di una selezione aperta, che ha permesso anche ad altri talenti di emergere.

Gli altri musicisti in programma, invece, ci sono stati segnalati dai nostri docenti che li hanno seguiti durante il loro percorso e che li hanno visti crescere artisticamente. Sono studenti e diplomati che hanno lasciato un segno anche nei loro insegnanti e questa per noi è una cosa molto importante.

Ci saranno anche momenti strumentali, con rappresentanti delle classi di batteria e chitarra. Insomma, sarà una serata varia, ricca e rappresentativa di tutto ciò che il CPM è oggi: un luogo dove la formazione incontra l’espressione artistica più autentica

Spesso i giovani artisti faticano a trovare occasioni concrete per presentarsi davvero al pubblico e al mondo della musica. In questo senso, che tipo di opportunità rappresenta “Correnti” per chi si esibisce?

Trovare un palco vero, importante, è fondamentale. “Correnti” vuole essere proprio questo: un’opportunità reale, concreta, per portare il proprio progetto su un palco che abbia un peso, anche simbolico. È un modo per dire: “Eccomi, questo è il mio suono, questa è la mia visione”.

Abbiamo voluto fare un passo in più quest’anno: abbiamo invitato etichette, giornalisti, persone che gravitano attorno al mondo della musica e che possono fare la differenza per questi ragazzi. In fondo, spesso è proprio questione di essere ascoltati al momento giusto, dalla persona giusta. E noi vogliamo che Correnti possa essere anche questo: un punto d’incontro tra chi crea e chi può dare voce a quella creazione

Per il CPM l’appuntamento al Castello è un punto fermo. Che valore ha, per voi, questa collaborazione e cosa significa portarci ogni anno i vostri studenti?

Questo è il settimo anno che siamo presenti su questo palco meraviglioso e per noi è sempre un onore. È un’occasione preziosa per rappresentare la musica, certo, ma soprattutto per mettere al centro l’elemento della creatività.

All’interno della nostra didattica lavoriamo molto su questo aspetto. Cerchiamo sempre di stimolare la parte creativa degli studenti, di non limitarci a “fare le cose” nel senso tecnico o meccanico. È fondamentale, certo, imparare a suonare bene, a cantare, ad affrontare repertori di altri artisti. Ma a un certo punto, se tutto funziona, arrivano delle suggestioni dall’interno. Un’urgenza espressiva. Una necessità di dire qualcosa di proprio.

Ed è lì che nasce la vera musica personale. Quella che viene da dentro, quella che porta in superficie l’identità dell’artista. Ed è proprio questo, alla fine, l’obiettivo più profondo del progetto “Correnti” e della nostra visione formativa.

All’interno del percorso didattico, ad esempio per uno strumento, uno degli elementi che caratterizzano il nostro approccio è la multi-docenza. Significa che uno stesso studente, su uno stesso strumento, viene seguito da più insegnanti. Questo permette di offrire diversi punti di vista sullo strumento e sulla musica in generale.

La multi-docenza è fondamentale perché consente agli studenti di confrontarsi con stili, generi ed esperienze molto diversi tra loro. Ogni docente porta con sé un proprio vissuto musicale, un proprio approccio, una propria sensibilità. E tutto questo si traduce in un bagaglio artistico molto più ricco.

Queste esperienze multiple, nel tempo, diventano parte integrante del percorso creativo dello studente. Sono strumenti che poi si ritrova a disposizione nel momento in cui inizia a comporre, a produrre, a creare qualcosa di proprio

Dal tuo punto di vista di docente e musicista, che cosa ti colpisce di più nei giovani artisti di oggi? Che tipo di generazione vedi crescere tra le aule e i palchi del CPM?

Una delle cose più belle che vedo nei ragazzi di oggi è questa grande voglia di condividere, di mettersi in gioco raccontandosi per quello che sono, senza troppo timore del giudizio. E questa, per me, è una cosa bellissima. C’è proprio un fortissimo desiderio di condivisione autentica, di confronto vero, e lo trovo davvero significativo.

Un’altra cosa che noto è un’elevata capacità di discernimento, che forse deriva anche da quell’allenamento continuo che arriva dallo “scrolling” quotidiano. Sono abituati a filtrare, a scegliere, a cercare quello che realmente li interessa. E quindi, nonostante spesso si dica “i giovani di oggi…”, io li percepisco come una generazione attenta, curiosa, desiderosa di misurarsi.

C’è questa loro voglia di abbracciare le esperienze, di riconoscersi l’un l’altro, e la cosa più forte è proprio questo bisogno di connessione attraverso la musica. Lo vedo, lo sento, e mi colpisce ogni volta.

di Federico Arduini

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