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Detto Ferrante Anguissola e un disco a 90 anni: “Viaggiare come una valigia o come una persona che osserva? Io ho scelto di osservare”

Detto Ferrante Anguissola con il disco “La voce va” è l’artista più anziano del panorama musicale italiano. Gli abbiamo chiesto cosa lo abbia spinto a scrivere ancora e quanto della sua vita ci sia in questo album.
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Detto Ferrante Anguissola e un disco a 90 anni: “Viaggiare come una valigia o come una persona che osserva? Io ho scelto di osservare”

Detto Ferrante Anguissola con il disco “La voce va” è l’artista più anziano del panorama musicale italiano. Gli abbiamo chiesto cosa lo abbia spinto a scrivere ancora e quanto della sua vita ci sia in questo album.
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Detto Ferrante Anguissola e un disco a 90 anni: “Viaggiare come una valigia o come una persona che osserva? Io ho scelto di osservare”

Detto Ferrante Anguissola con il disco “La voce va” è l’artista più anziano del panorama musicale italiano. Gli abbiamo chiesto cosa lo abbia spinto a scrivere ancora e quanto della sua vita ci sia in questo album.
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Detto Ferrante Anguissola con il disco “La voce va” è l’artista più anziano del panorama musicale italiano. Gli abbiamo chiesto cosa lo abbia spinto a scrivere ancora e quanto della sua vita ci sia in questo album.
Cosa può spingere un artista, dopo una vita vissuta appieno tra lavoro, viaggi e avventure, ad incidere un disco a 90 anni? Un disco, in un’epoca di musica liquida e canzoni sotto i tre minuti.  Nel caso di Detto Ferrante Anguissola la necessità di parlare di sé, dei propri ricordi e della bellezza della vita, dopo anni dedicati alla musica impegnata e di protesta, a raccontare un Italia “che aveva e ha ancora molta strada da fare”, prima con lo pseudonimo di Asterix poi con il suo nome d’arte attuale.  La passione per la musica nacque inevitabilmente, contagiato dal pianoforte suonato dal nonno e dalla madre e ha continuato a portarselo dietro anche nei viaggi, chitarra in spalle, fatti all’età di 17 anni in giro per l’Europa in autostop. All’epoca cantava la tradizione napoletana e intanto, come ci ha raccontato, “assorbivo le storie dalla gente. Li guardavo e più che subire una contaminazione musicale dall’incontro con altri artisti, ho amato osservare e immaginare storie su ogni persona che incontravo. Anche nei miei viaggi tra Corea del Sud e California e nel resto del mondo ho sempre preferito viaggiare come un osservatore attento che come una valigia”. Nel suo ultimo disco “La voce vac’è dentro una vita intera di musica, di esperienze e di incontri, che nel caso di Detto sono stati molti. Dopo essersi laureato a Bologna in Chimica industriale e aver rifiutato un lavoro ad Hong Kong, si trasferì a Milano dove a 27 anni fondò Exhibo, che rappresenta ancora oggi in Italia aziende straniere di prodotti elettronici, tra le quali Sennheiser Electronic GMBH, leggendaria casa produttrice di microfoni e radiomicrofoni per broadcast. Detto Ferrante fornì la sua esperienza, raccolta negli anni di lavoro anche con la Rai – ha partecipato a ben 8 Festival di Sanremo da tecnico -, alle nascenti radio libere, instradandone a decine nell’uso corretto della strumentazione Eppure, “tutta la mia conoscenza tecnica non mi è servita a niente una volta entrato in studio. Il mondo della musica è cambiato radicalmente. Ora viviamo l’epoca digitale, che è solo al suo inizio e di cui c’è ancora tutto da capire”. E in questo nuovo mondo “La voce va riesce a ritagliarsi uno spazio preciso, per un ascolto attento e dedicato perché “c’è bisogno anche di dischi così”. Nove brani, scritti lungo tutta la sua vita. Detto non ricorda di preciso come sia nata ogni singola canzone, perché quelle storie si perdono nei giorni, negli incontri, e nel placido dondolare della barca a vela nei lunghi viaggi in solitaria. L’amore per il mare è di certo uno dei cuori tematici dell’album. Un disco suonato e prodotto con il cuore, che suona come quelli di “una volta”, che viene aperto dal brano “Mar Mediterraneo”, quasi una sorta di porta al mondo cantato nei brani, e chiuso da “I fiumi di Lombardia”, scritto proprio durante quei viaggi in Europa a 17 anni. In mezzo c’è spazio per l’amore, per la poesia di “Incontro” e il racconto di una Milano che non c’è più in “Piazza Mirabello”, un tempo luogo d’incontro per artisti e giovani intellettuali.  Ora in quella piazza c’è un bar che vende anche fiori: un po’ come se lo spirito di quei tempi vivesse ancora, anche se in una forma nuova. di Federico Arduini

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