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Dowton Abbey saluta e se ne va

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Dowton Abbey saluta e se ne va. Dopo 15 anni dal suo debutto, la serie di culto chiude i battenti con un film e un’asta-evento

Dowton Abbey

Dowton Abbey saluta e se ne va

Dowton Abbey saluta e se ne va. Dopo 15 anni dal suo debutto, la serie di culto chiude i battenti con un film e un’asta-evento

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Dowton Abbey saluta e se ne va

Dowton Abbey saluta e se ne va. Dopo 15 anni dal suo debutto, la serie di culto chiude i battenti con un film e un’asta-evento

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Londra – Sono passati 15 anni da quando il pubblico di tutto il mondo ha avuto l’opportunità di varcare per la prima volta le maestose porte della tenuta dei Crawley. Era il 2010 e “Downton Abbey” debuttava sugli schermi, destinata a diventare una delle serie televisive più amate e seguite al mondo. Dopo sei stagioni, due film e oltre 120 milioni di spettatori globali, la serie cult si prepara al suo addio definitivo. Giovedì scorso è uscito infatti “Downton Abbey: The Grand Finale”, terzo e ultimo film della saga. Contestualmente, fra il 18 agosto e oggi, un evento imperdibile ha permesso ai fan più sfegatati di portarsi a casa un pezzo di storia. In occasione di una mostra gratuita allestita nella sua sede londinese, la casa d’aste Bonhams ha tenuto infatti una grande asta online in cui sono stati messi in vendita costumi, oggetti di scena e arredi originali della serie.

Prodotta da Carnival Films (Universal International Studios), distribuita da Focus Features e Universal Pictures International, “Downton Abbey” ha segnato un’epoca con la sua narrazione raffinata, la sua attenzione ai dettagli storici e la capacità di raccontare un mondo in trasformazione: dalla tragedia del Titanic alla Prima guerra mondiale, dalla lotta per il voto femminile fino all’arrivo della modernità nelle case aristocratiche.

Fra le meraviglie battute all’asta spiccano autentici frammenti di storia televisiva, carichi di emozioni e memorie. È impossibile non immaginare Lady Mary (incarnata da Michelle Dockery) avvolta nel suo abito da sposa con bouquet alla mano, nell’indimenticabile episodio d’apertura della terza stagione: un capo che ora appartiene a un collezionista fortunato (era stimato tra le 3mila e le 5mila sterline).

Accanto a lei riaffiora il ricordo della ribelle Lady Sybil (impersonata da Jessica Brown Findlay), che scosse l’intera tenuta indossando i celebri harem pants nella prima stagione, simbolo di emancipazione e scandalo: anch’essi sono stati fra i lotti più ambiti dell’asta. E poi lei, la gran dama di Downton, Violet Crawley (interpretata da Dame Maggie Smith), il cui guardaroba, sempre impeccabile, rivive attraverso due abiti da giorno utilizzati nella sesta stagione. Ogni punto e ogni cucitura raccontano lo spirito tagliente e la grazia inossidabile del personaggio.

Lady Edith (l’attrice Laura Carmichael), spesso sottovalutata eppure sempre memorabile, è stata presente nell’asta attraverso un delicato abito halterneck color pesca, simbolo di un raro momento di felicità nella quarta stagione. Infine, ancora Lady Mary: il suo abito argentato, con paillettes e linea drop-waist sfoggiato nella sesta stagione, è un tributo alla modernità che avanza e all’eleganza che evolve, senza mai perdere raffinatezza. E ancora: una clapperboard originale del film “A New Era” (stimato fra le 1.000 e le 1.500 sterline), copioni autografati (600-800 sterline), guanti bianchi di Thomas Barrow (100-150 sterline), uniformi da cucina di Mrs. Patmore (600-800 sterline) e persino la celebre Bell Wall di Downton Abbey (5-7mila sterline). Una parte dei proventi dell’asta verrà devoluta a Together for Short Lives, la principale associazione del Regno Unito che offre supporto e cure ai bambini con patologie gravi e alle loro famiglie.

Come ha sottolineato Charlie Thomas, direttore di Bonhams Uk: «“Downton Abbey” rappresenta il meglio della televisione britannica. Questa collezione ha mostrato l’eccezionale cura per i dettagli che ha reso la serie così amata nel mondo». Con la sua asta-evento, “Downton Abbey” ha dunque salutato definitivamente il suo pubblico. Ma come ricorda il fedele Carson: «The business of life is the acquisition of memories. In the end that’s all there is» («Il compito della vita è accumulare ricordi. Alla fine è tutto ciò che ci resta»).

Di Melania Guarda Ceccoli

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