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La sinistra tv dal ritardo al telecomando

Angelo Guglielmi: saggista, critico letterario, giornalista, lanciò programmi che hanno fatto la storia della rete e della tv pubblica, intuì come la Rai fosse in profondo ritardo rispetto alle tv commerciali nel metter in scena i nuovi umori della società italiana
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La sinistra tv dal ritardo al telecomando

Angelo Guglielmi: saggista, critico letterario, giornalista, lanciò programmi che hanno fatto la storia della rete e della tv pubblica, intuì come la Rai fosse in profondo ritardo rispetto alle tv commerciali nel metter in scena i nuovi umori della società italiana
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La sinistra tv dal ritardo al telecomando

Angelo Guglielmi: saggista, critico letterario, giornalista, lanciò programmi che hanno fatto la storia della rete e della tv pubblica, intuì come la Rai fosse in profondo ritardo rispetto alle tv commerciali nel metter in scena i nuovi umori della società italiana
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Angelo Guglielmi: saggista, critico letterario, giornalista, lanciò programmi che hanno fatto la storia della rete e della tv pubblica, intuì come la Rai fosse in profondo ritardo rispetto alle tv commerciali nel metter in scena i nuovi umori della società italiana
Il primo “Drive In”, programma di commedia e di sapore partorito da Antonio Ricci, è del 1983. Andava in onda sulla tv commerciale di Silvio Berlusconi. Giorgio Bocca, giornalista di gran razza (che lo si ami o lo si detesti cambia poco) ideava e conduceva, sempre in quel periodo, programmi per la tv del Cavaliere. E Angelo Guglielmi – scomparso ieri, che la terra gli sia lieve – arrivava a Rai3 nel 1987, subito intuendo come la Rai fosse in profondo ritardo rispetto alle tv commerciali nel metter in scena i nuovi umori della società italiana. Il modello pedagogico della Dc e di Rai1 era in crisi (nella tv pubblica tra gli anni Sessanta e Settanta le innovazioni sono arrivate soprattutto da Rai2). Ma torniamo all’intuizione di Guglielmi. Questa: prendere la narrazione delle tv commerciali ma renderla più colta e soprattutto più manichea. Cercare chi è scomparso (“Chi l’ha visto”), processare la realtà (“Linea rovente”, con Giuliano Ferrara, da un’idea del geniale Lio Beghin), portare l’avanguardia nel raccontare il mondo con la prima “Samarcanda” di Michele Santoro. Per ragioni di spazio citiamo solo alcuni dei programmi andati in onda su Rai3 nell’epoca di Guglielmi, che ha pure portato la satira ma dopo “Drive In”. In questo macinar idee ci sarà anche un inciampo un po’ democristiano: il calcio raccontato da Fabio Fazio, conduttore più da Rai1 che da Rai3. Un innovatore Guglielmi? Sì. Ma la sua è stata una reazione di sinistra alla rivoluzione delle tv berlusconiane. Il resto è… “Blob”.   Di Aldo Smilzo

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