Fabio Fazio, perdono tutti tranne lui
L’inutile clamore intorno all’uscita di scena di Fazio dalla Rai: un gioco fazioso in cui perdono tutti. Tranne uno
Fabio Fazio, perdono tutti tranne lui
L’inutile clamore intorno all’uscita di scena di Fazio dalla Rai: un gioco fazioso in cui perdono tutti. Tranne uno
Fabio Fazio, perdono tutti tranne lui
L’inutile clamore intorno all’uscita di scena di Fazio dalla Rai: un gioco fazioso in cui perdono tutti. Tranne uno
AUTORE: Fulvio Giuliani
Fabio Fazio è un fior di professionista che lascia la Rai per firmare un ricco e vantaggioso contratto (siamo certi, anche dal punto di vista editoriale e artistico) con un colosso delle dell’entertainment mondiale come Warner Bros Discovery. È un’uscita di scena della televisione di Stato senza dubbio clamorosa, ma con un approdo morbidissimo e potenzialmente ricco di sviluppo professionale, in un ambiente certamente molto meno stressante e ricco di tensioni che nulla hanno a che fare con il lavoro in se stesso.
Tutto questo per dire che non è il caso di strapparsi capelli per i destini personali di un protagonista della televisione che potrà continuare felicemente a fare il proprio lavoro, contando su riconosciute capacità e un pubblico affezionato. Solo che in Italia, intorno a determinati personaggi, si è smesso da tempo di poter fare solo valutazioni di carattere professionale e tutto si trasforma in un circo.
Fabio Fazio non ha mai legittimamente fatto mistero del proprio orientamento politico e anche di una lontananza quasi antropologica con i leader dell’attuale maggioranza. Ampiamente ricambiato.
Pur in preda alla scontatissima lottizzazione di sempre (che noia quelli che urlano allo scandalo, dopo averlo alimentato in prima persona con stupefacente entusiasmo), i potenti di turno dovrebbero armarsi di una sana furbizia e tenersi rigorosamente lontani da quelli che possano anche solo sembrare vecchi conti da saldare. Invece niente.
Se Fabio Fazio porta(va) alla Rai ascolti, risultati, soldi e sponsorizzazioni sarebbe dovuto restare al suo posto, anche per la banalissima ragione che è molto meglio mostrarsi superiori e magnanimi che rancorosi e vendicativi. Il tweet con cui il leader della lega Matteo Salvini ha “salutato“ l’addio di Fazio alla Tv pubblica certifica l’istantanea “beatificazione“ del conduttore e la sua trasformazione in icona della “resistenza“ all’occupazione manu militari della Tv di Stato da parte della maggioranza.
È un gioco stanco, noiosissimo e già visto mille volte, in cui alla fine perdono tutti. Tranne Fazio, si intende, che avrà sicuramente visto aumentare il suo potere contrattuale in un prevedibilissimo bailamme.
La politica – intesa come tutti i partiti a turno – non sembra mai imparare come maneggiare la Rai. Al pari di taluni soggetti che senza vergogna si attaccano al carro di turno per strappare una prima, seconda, terza o quarta serata. Ma anche uno strapuntino all’alba va benissimo.
di Fulvio Giuliani
La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
Leggi anche
Danilo Di Paolonicola e l’Abruzzo che risuona nel presente
24 Novembre 2025
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con il Maestro Danilo Di Paolonicola, guida dell’Orchestra P…
“TURBO-LENTO: Il turbolento viaggio della PV544” debutta al Volvo Studio Milano con Pacifico
24 Novembre 2025
Dal 25 novembre al 16 dicembre una performance elettroacustica surreale tra musica, teatro e innov…
Arisa ricorda Ornella Vanoni con “L’appuntamento” – IL VIDEO
23 Novembre 2025
Sul palco del Vanity Fair Stories, Arisa ha dedicato a Ornella Vanoni una toccante versione de “L’…
SIAE Music Awards 2025: un omaggio corale a Ornella Vanoni
23 Novembre 2025
Siamo stati ai Siae Music Awards 2025 in una serata dedicata alla grande Ornella Vanoni. Ecco tutt…
Iscriviti alla newsletter de
La Ragione
Il meglio della settimana, scelto dalla redazione: articoli, video e podcast per rimanere sempre informato.