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Festival di Cannes

Tutto sulla finale del Festival di Cannes 2024

La giuria del Festival di Cannes, presidente la regista americana Greta Gerwig, ha sovvertito i pronostici che – come spesso capita – mancano il bersaglio

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Tutto sulla finale del Festival di Cannes 2024

La giuria del Festival di Cannes, presidente la regista americana Greta Gerwig, ha sovvertito i pronostici che – come spesso capita – mancano il bersaglio

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Tutto sulla finale del Festival di Cannes 2024

La giuria del Festival di Cannes, presidente la regista americana Greta Gerwig, ha sovvertito i pronostici che – come spesso capita – mancano il bersaglio

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La giuria del Festival di Cannes, presidente la regista americana Greta Gerwig, ha sovvertito i pronostici che – come spesso capita – mancano il bersaglio

La giuria del Festival di Cannes, presidente la regista americana Greta Gerwig, ha sovvertito i pronostici che – come spesso capita – mancano il bersaglio. Al favorito della vigilia “Emilia Perez” di Jaques Audiard (che resta, a detta di molti, il migliore fra i 22 film visti in concorso) vanno due premi. Ma non i più pesanti. 

La Palma d’oro è dello statunitense “Anora” di Sean Baker. Il Gran Premio della giuria nelle mani femminili di Payal Kapadia, regista indiana di “All We Imagine as Light”. Al film del francese Audiard il Premio della giuria e quello alla Migliore attrice, condiviso da tutto il cast femminile di “Emilia Perez”: Karla Sofia Gascon, Zoe Saldana (facile rivedere entrambe, almeno candidate, alla prossima Notte degli Oscar), Selena Gomez, Adriana Paz. Poco considerato, l’altro favorito della vigilia. L’iraniano “The Seed of Scared Fig” di Mohammad Rasoulof esce dall’agone con il Premio speciale della giuria , che vale un due di picche. 

La sensazione è che il parere della presidente Gerwig abbia avuto un peso sostanziale. La regista, icona del cinema indipendente americano  (“Lady Bird”, “Frances Ha”) prima della virata mainstream (“Piccole donne”, “Barbie”), ha certo amato la commedia di Sean Baker. Nato nel New Jersey, 53 anni fa, Baker è figlio del molto indie Sundance Film Festival (“Tangerine”, del 2015) e del Festival di Cannes che nel 2015 lo seleziona per Un Certain Regard con “Un sogno chiamato Florida” (che resta il suo film migliore) e nel 2021 nel concorso principale con “Red Rocket”, passato inosservato.

Il migliore attore è l’americano Jesse Plemons, bravissimo in “Kinds of Kindness” di Yorgos Lanthimos che arriva in sala il 6 giugno con distribuzione Disney. Nel cast anche Emma Stone, Willem Dafoe e Margaret Qualley, figlia di Andy MacDowell e sulla rampa di lancio. Tanto da essere il giovane alter ego di Demi Moore, nell’horror “The Substance” di Coralie Fargeat che riceve il premio alla migliore sceneggiatura. La miglior regia è molto più canonica. Al portoghese Miguel Gomes che per “Grand Tour”, presto nei cinema italiani grazie a Lucky Red, usa il bianco e nero.

La Palma d’oro torna negli USA, tredici anni dopo “The Tree of Life” di Terrence Malick e nel trentennale di “Pulp Fiction” di Tarantino.

Si tratta di una commedia, senza star e con molto eros. Un giovane russo, milionario  capriccioso, si invaghisce della spogliarellista Anora (Mikey Madison) e la sposa a Las Vegas. Lei si innamora, la famiglia di lui non approva. Probabile fuga d notizie a Cannes. La mattina del giorno del verdetto, insospettabili in sala a recuperare “Anora”. Un film che a bocce ferme, a Cannes non si filava nessuno.

La cerimonia di chiusura, molto ben gestita dalla madrina Camille Cottin, ha avuto il suo apice con la consegna ufficiale della Palma d’Onore a George Lucas. La riceve dal collega anziano (80 anni contro 85) Francis Ford Coppola, quest’anno in gara con “Megalopolis”. C’è chi vince e c’è chi perde. Coppola e Lucas sono leggende, non c’è gara. Per il 2024, sulla Croisette, la gara è finita. 

di Federico Fumagalli

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