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Esce al cinema Finalement di Claude Lelouch

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Al cinema “Finalement – Storia di una tromba che si innamorò di un pianoforte” di Claude Lelouch, un viaggio interiore dell’essere umano tra poesia e libertà

Esce al cinema Finalement di Claude Lelouch

Al cinema “Finalement – Storia di una tromba che si innamorò di un pianoforte” di Claude Lelouch, un viaggio interiore dell’essere umano tra poesia e libertà

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Esce al cinema Finalement di Claude Lelouch

Al cinema “Finalement – Storia di una tromba che si innamorò di un pianoforte” di Claude Lelouch, un viaggio interiore dell’essere umano tra poesia e libertà

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Meglio avere delle noie che annoiarsi. È questo il punto di arrivo e di partenza di “Finalement – Storia di una tromba che si innamorò di un pianoforte” di Claude Lelouch, presentato all’ultima Mostra del Cinema di Venezia. Il regista francese – al suo 51esimo film – firma un’opera esistenziale. Un viaggio reale quanto interiore dell’essere umano, fra poesia, ironia e libertà.

Lino Massaro (interpretato magnificamente da Kad Merad, con il suo sguardo sornione) è un avvocato di successo che, nonostante sembri avere tutto – soldi, famiglia, carriera – si ritrova a vivere un profondo senso di vuoto e smarrimento. Senza più equilibrio e con una malattia che manomette i freni inibitori (nota come ‘follia dei sentimenti’), ormai incapace di nascondere le proprie emozioni, il protagonista decide di abbandonare quella vita e intraprende un viaggio in cui è ricercato e alla ricerca di sé stesso. Da avvocato famoso a vagabondo ramingo. Con la sua particolare nonchalance preoccupata, prima indosserà i panni di un prete tornato allo stato laicale, poi quelli di un regista di film porno e infine quelli di un trombettista che si perde tra ricordi, immaginazioni e sogni. Il caos ha una sua intelligenza e diventa qui il teatro di nuove esperienze, in cui Massaro si muove come una zattera sul fiume del presente, imparando a seguire il corso degli eventi.

Un film con un impianto corale e un cast formato da Sandrine Bonnaire, Elsa Zylberstein, Barbara Pravi, Françoise Gillard e Michel Boujenah, personaggi che diventano piccole parti fondamentali del viaggio e dell’essenza del protagonista. Solamente così – fra incontri casuali, divertenti e profondi – Lino capirà come ogni esperienza (anche la più dolorosa) sia importante. Dalla morte nasce ogni sentimento e tutto quello che accade nella vita è un bene. Questo è il messaggio di “Finalement”, una pellicola giocosa e libera come Lelouch e la sua regia. L’ottimismo e la capacità di cambiare vita non stravolgendo il ‘cosa’ ma il ‘come’ sono i fili che tengono insieme la lisergica trama, scritta dal regista stesso con Pierre Leroux, Grégoire Lacroix e Valérie Perrin.

Tra dramma e (molta) commedia che non risparmia anche temi sociali, simpatiche critiche all’ossessione per la correttezza a tutti i costi e a come questa possa diventare una prigione di tristezza e chiusura mentale, il lungometraggio è decisamente contemporaneo, affrontando la sindrome da burnout (lo stress cronico da lavoro) sempre più dilagante in questa epoca. Diventa quindi un invito a riconnettersi con il luogo e il momento in cui ci si trova a vivere, cioè il presente, che è sempre giovane e non invecchia.

Insieme alla narrazione c’è la musica che parla direttamente all’inconscio. Alcune canzoni accompagnano la trama come in un musical atipico. E le arie della tromba – come fosse la rinnovata voce interiore di Lino – unite alle melodie del pianoforte fungono da colonna sonora emotiva, alternandosi tra toni alti e bassi, gioia e malinconia: uno specchio delle sfumature dell’esistenza. Il montaggio è labirintico ed elegante come un disegno liberty. E unisce in un continuo flusso narrativo realtà, immaginazione, ricordi, paure e sogni. Un’opera intellettuale che celebra l’istinto. Un istinto irrazionale, che sa dove andare.

di Edoardo Iacolucci

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