Freddie Mercury non è morto 30 anni fa
Si è detto di tutto, persino troppo, sulla morte di Freddie Mercury. A 30 anni dalla sua scomparsa, resta una sola certezza: la sua voce non sarà mai dimenticata, nemmeno dai più giovani, anche grazie al film “Bohemian Rapsody”
Freddie Mercury non è morto 30 anni fa
Si è detto di tutto, persino troppo, sulla morte di Freddie Mercury. A 30 anni dalla sua scomparsa, resta una sola certezza: la sua voce non sarà mai dimenticata, nemmeno dai più giovani, anche grazie al film “Bohemian Rapsody”
Freddie Mercury non è morto 30 anni fa
Si è detto di tutto, persino troppo, sulla morte di Freddie Mercury. A 30 anni dalla sua scomparsa, resta una sola certezza: la sua voce non sarà mai dimenticata, nemmeno dai più giovani, anche grazie al film “Bohemian Rapsody”
Ci sono artisti il cui lascito è destinato a sopravvivere al corso del tempo, intatto se non più forte. Uno di questi è e resterà senza dubbio Freddie Mercury, scomparso il 24 novembre di ormai 30 anni fa. Fa impressione leggerlo: trent’anni. Una vita, in fatto di tempo, per cui oggi Freddie avrebbe 75 anni.
Ma mai come in questo caso ragionare in termini di tempo vuol dire commettere un errore.
Basti vedere quanto, oggi come allora, Freddie sia amato e ascoltato da milioni di fan in tutto il mondo. Si può davvero dire sia morto? Ovvio, fisicamente non è più qui tra noi ma è innegabile che il suo lascito sia vivo più che mai. Non si cada in errore: non parliamo delle decine e sacrosanti special sui media di questi giorni, delle centinaia di pagine sui giornali, né dei post che hanno invaso e invaderanno i social. Parliamo delle sue canzoni, del suo messaggio, consegnato ai più giovani tramite il divisivo film “Bohemian Rapsody” – di cui si può dire tutto, su affidabilità e panzane varie, ma non che non sia riuscito nel suo intento – e custodito gelosamente da sempre dai fan dei Queen di lunga data.
“Puoi essere tutto ciò che vuoi essere, trasformati in tutto ciò che pensi di poter mai essere! Sii libero con il tuo ritmo, sii libero sii libero, abbandona il tuo ego, sii libero, sii libero di te stesso” cantava in Innuendo, ma non basterebbero ore per mettere in fila i messaggi, a volte nascosti, nelle canzoni dei Queen, che lui tanto amava considerare “Pop all’acqua di rose”, almeno a parole.
Perché con i fatti ha sempre dimostrato che per quelle canzoni lui viveva, tanto da rimanere in studio di registrazione a dare tutto sé stesso fino all’ultimo. Suo ennesimo colpo di teatro. E di trasformismi Mercury era un vero maestro. Basti pensare all’immagine che tutti noi abbiamo in mente di lui, immerso nella luce sul palco, strafottente nelle interviste, con l’iconico baffo apparso d’un tratto per spiazzare e infastidire, così lontano dal Freddie privato, timido e in continua battaglia con sé stesso.
La voglia di poter vivere a pieno la propria vita che cozzava con l’esigenza di rapporti stabili, veri, sinceri e disinteressati, che possiamo solo immaginare quanto possano esser stati merce rara per una star del suo calibro. Appunto, possiamo solo immaginare. Perché di vero e inequivocabile c’è che di Freddie, o ancora di più di Farrokh Bulsara, suo vero nome, sappiamo solo quello che ha voluto mostrarci, solo quello che filtra dalle sue canzoni, o quello che è stato raccontato dai tanti che lo hanno conosciuto.
Pertanto, non ha senso spingersi oltre certi confini, arrivando addirittura a cercare di capire cosa abbia potuto pensare o provare negli ultimi giorni della sua vita. Lasciamo che parlino per lui la sua voce, la sua musica, e facciamola sentire ai più giovani, così che possano conoscere anche loro chi è stato ed è, ancora oggi, Freddie Mercury.
di Federico Arduini
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