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Giuseppina Torre

Giuseppina Torre e la libertà di scegliere in “The Choice”

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con la pianista e compositrice Giuseppina Torre sul suo ultimo disco “The Choice” e sull’importanza della scelta

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Giuseppina Torre e la libertà di scegliere in “The Choice”

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con la pianista e compositrice Giuseppina Torre sul suo ultimo disco “The Choice” e sull’importanza della scelta

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Giuseppina Torre e la libertà di scegliere in “The Choice”

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con la pianista e compositrice Giuseppina Torre sul suo ultimo disco “The Choice” e sull’importanza della scelta

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Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con la pianista e compositrice Giuseppina Torre sul suo ultimo disco “The Choice” e sull’importanza della scelta

Nel mare magnum della musica liquida sembrerebbe cosa facile trovare qualcosa di nuovo e interessante da ascoltare. Invece, non è propriamente così. Ogni tanto ci divertiamo a scavare per voi in questo universo in continua espansione per trovare artisti di valore, che meritano un ascolto attento. Poi starà all’ascoltatore scegliere se seguire l’artista in questione o veleggiare verso altri lidi.

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con la talentosa pianista e compositrice Giuseppina Torre, negli anni distintasi per la sua musica a tal punto da conquistare il pubblico di tutto il mondo. La sua carriera ha origine a Vittoria, in provincia di Ragusa, dove la pianista e compositrice è nata, cresciuta e ha intrapreso gli studi musicali. Negli Stati Uniti ha ottenuto numerosi riconoscimenti, tra cui i Los Angeles Music Awards (“International Artist of the Year” e “International Solo Performer of the Year”), gli Akademia Awards di Los Angeles (“Ambiental/Instrumental”) e i 5th I.M.E.A. Awards del 2018. Dall’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine “Al Merito Della Repubblica Italiana, conferitale dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, fino al concerto per Papa Francesco, Giuseppina ha suonato numerosi concerti. Reduce da una tournée in Corea del Sud, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lei in occasione dell’uscita del suo nuovo disco “The Choice”, uscito qualche settimana fa, composto di 10 tracce strumentali.

Raccontaci questo nuovo disco dal titolo così emblematico, “The Choice”

The Choice è un viaggio personale e artistico molto significativo. Nasce da un periodo di riflessione profonda su ciò che ho appreso riguardo alle decisioni che plasmano le nostre vite. Quotidianamente facciamo scelte che finiscono per cambiare la rotta della nostra esistenza. Ho voluto esplorare questo tema attraverso la musica, riflettendo le diverse sfaccettature delle decisioni umane, come la speranza, la paura, il coraggio e la trasformazione. Il tema conduttore che lega tutte le composizioni di The Choice è la libertà. Perché è nell’avere la possibilità di scegliere che risiede la vera libertà: quando posso scegliere, allora posso sentirmi libero

Possiamo quindi definirlo a tutti gli effetti un concept album… Hai una routine di composizione o sei mossa per lo più dall’ispirazione?

Sono sempre mossa dall’ispirazione. Le mie composizioni non sono altro che la somma di tutte le emozioni e delle situazioni che vivo nella mia vita quotidiana. Tutto nasce da una scintilla che chiamo “flash emozionali”. Da quella scintilla, costruisco la trama della storia in base a ciò che sento di voler comunicare. Anche se sono fuori, catturo quell’idea portando sempre con me un taccuino pentagrammato, su cui trascrivo subito ciò che mi viene in mente. Se sono a casa, invece, registro direttamente l’idea e la lascio lì per poi riprenderla in un secondo momento. Dico sempre che sul mio PC ci sono tanti cantieri aperti, che chiudo di volta in volta. Non sono una compositrice che scrive perché deve farlo; infatti, quest’ultimo disco è uscito dopo quattro anni. Non scrivo a tavolino, ma solo quando sento il bisogno di esprimere qualcosa in quel preciso momento. Non mi faccio ingabbiare dal sistema.

Ti sei resa subito che conto che i vari cantieri che andavi chiudendo, per usare una tua immagine, stavano andando a costruire un concept album?

È stato naturale. Mentre componevo, mi rendevo conto di essere mossa da questa sensazione di libertà che avevo acquisito e conquistato negli anni. Questa sensazione nasceva da un periodo molto particolare della mia vita, un periodo che mi ha messo duramente alla prova, ma che è coinciso con il mio trasferimento a Milano. In questa città mi sento realmente libera. Man mano che componevo, mi accorgevo che ciò che emergeva erano brani che riflettevano il concetto di libertà, della scelta, del non vivere secondo gli stereotipi che ci vogliono inculcare, ma di vivere come noi vogliamo vivere. Fondamentalmente, non possiamo piacere a tutti, quindi perché sprecare il nostro tempo prezioso a compiacere gli altri, perdendo di vista le nostre esigenze, le nostre aspettative, e ciò che ci fa stare bene? Tutto è scaturito naturalmente e mi sono resa conto che la libertà fluiva da una traccia all’altra.

Qual è secondo te la forza che la musica strumentale ha rispetto a quella cantata?

La musica strumentale lascia ampia libertà: ognuno può trovarci una storia diversa. In una canzone, il testo esprime chiaramente un messaggio, vincolando l’interpretazione. Al contrario, la musica strumentale non ha questi legami; è molto più libera e comprensibile, un linguaggio universale. Le mie composizioni possono essere comprese in Corea, in America o in qualsiasi altra nazione.

A proposito di Corea e America, quali sono i concerti che ti sono rimasti più nel cuore?

Un aspetto bellissimo della mia ultima tournée in Corea del Sud è stato senza dubbio il calore del pubblico che ha accolto la mia arte. Lì c’è un rispetto per l’artista e per la musica occidentale che spesso noi dimentichiamo, soprattutto per tutto ciò che proviene dall’Italia. C’è stato uno scambio di emozioni e di tradizione culturale musicale che è stato molto emozionante per me. Oltre ad applaudire le mie composizioni, il pubblico si è emozionato quando ho arrangiato un brano appartenente alla loro cultura musicale popolare.È stato commovente vedere il pubblico, generalmente molto composto, sciogliersi in manifestazioni di affetto come abbracci e baci mandati dalla platea. Alcuni sono addirittura saliti sul palco per abbracciarmi e farmi sentire la loro riconoscenza.

Dopo il successo del tour in Corea del Sud e dei primi appuntamenti live, tra cui quello a Milano nell’ambito de La Milanesiana (rassegna ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi),continua il tour in tutta Italia della pianista e compositrice siciliana GIUSEPPINA TORRE per presentare il suo nuovo album di composizioni inedite THE CHOICE.

Questi i prossimi concerti:

  • 28 luglio – SCOGLITTI (Ragusa)
  • 10 agosto – MASSA LUBRENSE (Napoli) – Antica Cattedrale
  • 17 agosto – FASANO (Brindisi) – Minareto 
  • 19 settembre – ROMA – Chiostro di Campitelli del Teatro di Marcello

di Federico Arduini

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