Goran Bregović: “Chi non diventa pazzo non è normale”
Goran Bregović, Premio Tenco 2025, si è raccontato nella sede del Club Tenco di Sanremo, in attesa di stasera, quando si esibirà all’Ariston

Goran Bregović: “Chi non diventa pazzo non è normale”
Goran Bregović, Premio Tenco 2025, si è raccontato nella sede del Club Tenco di Sanremo, in attesa di stasera, quando si esibirà all’Ariston
Goran Bregović: “Chi non diventa pazzo non è normale”
Goran Bregović, Premio Tenco 2025, si è raccontato nella sede del Club Tenco di Sanremo, in attesa di stasera, quando si esibirà all’Ariston
In una sede del Club Tenco gremitissima, all’ex stazione di Sanremo, si è tenuta questa mattina la conferenza stampa di presentazione dell’edizione 2025, partita oggi per tre giorni. La rassegna è dedicata alla Canzone d’Autore ed è la più prestigiosa e rinomata del nostro Paese, manifestazione unica nel mondo, che si tiene dal 1974 e che quest’anno sarà dedicata ad Amilcare Rambaldi, ideatore del Festival di Sanremo come del Premio Tenco, a trent’anni dalla scomparsa.
Tra gli artisti intervenuti, Goran Bregović Premio Tenco 2025. Di seguito le motivazioni del Premio Tenco 2025 alla carriera a Goran Bregovic:
«Se davvero, come suggerisce la sua banda, matrimoni e funerali sono gli avvenimenti sociali capaci di marchiare una comunità, Goran Bregović, serbocroato figlio di un croato e di una serba, si è collocato come privilegiata memoria musicale di intere popolazioni, quelle tzigane. Che, essendo nomadi, non possono avere un’esclusiva collocazione geografica. Egli è diventato perciò colonna sonora di una vasta regione che va ben al di là di quella che siamo soliti definire Balcani. Anche perché, ad allargare ulteriormente la sua musica, intervengono contaminazioni occidentali che, un po’ sbrigativamente, amiamo chiamare rock. Sono solo interventi di estensione che rendono irripetibile il suo modo di fare musica».
“Sapere che un Paese come l’Italia – il Paese di Monteverdi, di Verdi, di Sanremo – abbia curiosità per un compositore come me, che viene da una cultura musicale piccolissima se paragonata alla vostra, mi emoziona profondamente” ha raccontato Bregović. “Questo premio non parla solo di me, ma parla dell’Italia come l’ho sempre immaginata: un Paese curioso, tollerante, capace di accettare la diversità. Per noi, dall’altro lato dell’Adriatico, l’Italia è sempre stata questo simbolo, un luogo dove la musica e la cultura uniscono. Se mi date questo premio, per me è come ricevere un riconoscimento insieme a buoni compagni di viaggio. E già questa, nei tempi che viviamo, è una fortuna”.

Poi ha aggiunto: “Noi non abbiamo mai avuto l’opera. Ai tempi di Monteverdi, mentre voi avevate già la prima opera, da noi si faceva musica con recitativi accompagnati da un solo strumento. C’era sempre un secolo di distanza tra il mondo ‘civilizzato’ e noi. Forse per questo mi piacciono tanto le musiche antiche, non perché voglia rifare il passato, ma perché il mio modo di essere contemporaneo è un po’ diverso dal vostro contemporaneo”.
E sul concerto che lo vedrà protagonista all’Ariston, Bregović sorride: “Questa sera porto la mia musica per matrimoni e funerali e anche un brano nuovo che uscirà stanotte, tratto dal mio disco che arriverà a gennaio. Si chiama “Uso el banana“: è una canzone ironica, una storia d’amore tra due che non stanno bene insieme. Lei è un diesel, io sono mille ottani, ma sono pazzo di lei. È una follia, ma la nostra musica è anche questo: un po’ di pazzia, un po’ di amore, un po’ di verità”. Poi chiude, con la battuta che ormai è diventata il motto della sua band: “Chi non diventa pazzo, non è normale”.
di Federico Arduini
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- Tag: musica
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