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Grammy Awards

Grammy Awards in rosa

Si è parlato a lungo delle polemiche legate al cinema americano non ancora “colorato” a tinte rosa. Lo stesso non si può dire della musica: l’esempio dei Grammy Awards
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Si è parlato a lungo delle polemiche legate al cinema americano non ancora “colorato” a tinte rosa. Lo stesso non si può dire della musica: l’esempio dei Grammy Awards
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Si è parlato a lungo delle polemiche legate al cinema americano non ancora “colorato” a tinte rosa. Lo stesso non si può dire della musica: l’esempio dei Grammy Awards
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Si è parlato a lungo delle polemiche legate al cinema americano non ancora “colorato” a tinte rosa. Lo stesso non si può dire della musica: l’esempio dei Grammy Awards
Si è parlato a lungo delle polemiche legate alle mancate candidature agli Oscar per “Barbie”, al cinema americano non ancora adeguatamente colorato a tinte rosa. Saltando i fiumi d’inchiostro, lo stesso di certo non si può dire della musica e per rendersene conto basta osservare i premi assegnati alla 66esima edizione dei Grammy Awards. Fra i riconoscimenti più ambiti per chiunque abbia strimpellato seriamente uno strumento, l’edizione 2023 non poteva che avere protagonista Taylor Swift, che si è portata a casa il primo posto della serata con l’album “Midnights”, diventando così l’unica artista della storia a vincere ben 4 volte per il miglior album. Lascia dietro di sé Stevie Wonder, Paul Simon e Frank Sinatra… Ma il rosa ha tinto un po’ tutte le categorie in gara (escluse rap ed elettronica), da Billie Eilish per la miglior canzone dell’anno con “What Was I Made For?”, a Michelle Obama per il miglior audiolibro, fino all’apparizione a sorpresa di Céline Dion. E l’Italia? In molti sembrano non essersene accorti, ma Riccardo Muti ha vinto con la Chicago Symphony Orchestra il Grammy per Best Engineered Album. Qualcuno potrebbe dire che per l’Italia non poteva che vincere un uomo. Si potrebbe rispondere loro che per fare un Muti ci vuol un mezzo miracolo (a prescindere dal genere) e che basta guardare i favoriti per Sanremo 2024 per capire che, forse, qualcosa sta cambiando anche qui. È dal 2014 con Arisa che al Festival non vince una donna: che sia la volta buona? di Federico Arduini

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