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Guerra lampo dei fratelli Marx

La “Guerra lampo dei fratelli Marx” anticipò i tempi mettendo a nudo la politica. Una lezione tragicamente attuale, quella della satira, mentre Putin continua a devastare l’Ucraina con il suo piano criminale.
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Guerra lampo dei fratelli Marx

La “Guerra lampo dei fratelli Marx” anticipò i tempi mettendo a nudo la politica. Una lezione tragicamente attuale, quella della satira, mentre Putin continua a devastare l’Ucraina con il suo piano criminale.
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Guerra lampo dei fratelli Marx

La “Guerra lampo dei fratelli Marx” anticipò i tempi mettendo a nudo la politica. Una lezione tragicamente attuale, quella della satira, mentre Putin continua a devastare l’Ucraina con il suo piano criminale.
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La “Guerra lampo dei fratelli Marx” anticipò i tempi mettendo a nudo la politica. Una lezione tragicamente attuale, quella della satira, mentre Putin continua a devastare l’Ucraina con il suo piano criminale.
Demenziale, anarcoide, stralunata, paradossale, imprevedibile. Tanti aggettivi per definire la comicità dei fratelli Marx. E non bastano: troppo atipici e fuori dalle righe i loro sketch. Al punto da essere poco compresi all’epoca in cui apparvero sul grande schermo: gli anni Trenta del secolo scorso, quelli in cui nonostante tutto il loro talento s’impose. Si scrive fratelli Marx, si legge Groucho Marx. Perché lui, Groucho, fu l’anima del gruppo. Inventava ubbidendo a un estro indomabile ed era la primadonna attorno a cui giravano da comprimari gli altri fratelli. Harpo e Chico che gli stettero sempre accanto fino a quando, agli inizi degli anni Quaranta, non si staccarono decretando la fine del gruppo; Gummo che, dopo le prime apparizioni in pubblico, si diede al commercio; Zeppo che, nel 1935, si ritirò per diventare agente teatrale forse a causa dell’insuccesso della “Guerra lampo dei fratelli Marx”. Il loro film migliore, quello che oggi – mentre continua dissennatamente e rovinosamente l’aggressione russa all’Ucraina – ci ricorda come la satira sappia leggere la realtà e coglierne le assurde ‘leggi’ della prevaricazione. Correva l’anno 1933, Hitler in Germania diventava cancelliere e successivamente avrebbe assunto il titolo di fϋhrer. In America, prodotto dalla Paramount, usciva il film “Duck soup” – titolo che, preso alla lettera (Zuppa d’anatra), non significava niente – poi divenuto noto come “La guerra lampo dei fratelli Marx”. Protagonista è Rufus T. Firefly, cha ha il volto e la voce di Groucho Marx coi suoi baffoni e l’inseparabile sigaro. Divenuto dittatore della Freedonia, un immaginario Stato dell’Europa centrale, Firefly fa guerra, senza alcun motivo, alla vicina Sylvania. A ostacolarne gli insensati propositi due buoni a nulla: Chicolini (Chico) e Pinky (Harpo), che con la sua mimica non accompagnata da parole omaggia il cinema muto. I due sono spie della nazione nemica, pronte tuttavia a cambiare bandiera. Molte, nella pellicola, le gag espressione di una comicità effervescente e tagliente, allusiva degli appetiti del potere, della follia delle tirannie e della guerra. Tra le scene, memorabile quella dello specchio, dalla quale prenderanno spunto diversi cineasti, rappresentazione della doppiezza della politica. Nel 2000 l’American Film Institute ha inserito il film al quinto posto tra le commedie americane di tutti i tempi. Eppure alla sua uscita la pellicola diretta dall’ottimo Leo McCarey venne accolta freddamente in America – quella comicità precorreva i tempi – e la Paramount, che aveva prodotto anche i loro precedenti film, rescisse il contratto con i fratelli Marx. In Italia e Germania il film fu vietato dalla censura: i riferimenti ai gerarchi mussoliniani e hitleriani erano palesi. Scherzava col fuoco, Groucho Marx, geniale e impertinente sette anni prima di Chaplin e del suo “Il grande dittatore”. Lo stesso che a chi gli stava antipatico diceva: «Non dimentico mai un volto, ma nel suo caso farò un’eccezione».   Di Antonino Cangemi

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