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“Il Parigino” contro “La La Land”: plagio o coincidenza?

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Due brani, una melodia troppo simile: la lunga battaglia tra il compositore barese Costantino Ladisa e il vincitore dell’Oscar Justin Hurwitz per “La La Land”

“Il Parigino” contro “La La Land”: plagio o coincidenza?

Due brani, una melodia troppo simile: la lunga battaglia tra il compositore barese Costantino Ladisa e il vincitore dell’Oscar Justin Hurwitz per “La La Land”

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“Il Parigino” contro “La La Land”: plagio o coincidenza?

Due brani, una melodia troppo simile: la lunga battaglia tra il compositore barese Costantino Ladisa e il vincitore dell’Oscar Justin Hurwitz per “La La Land”

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Sembrerebbe una storia come tante: nel 2009 il compositore e sassofonista barese Costantino Ladisa firma la colonna sonora del docufilm “U megghie paise – I quattro mesi in cui la città impazzì”, diretto da Vanni Bramati. Fra i brani spicca “Il Parigino”, un tema dal sapore classico, costruito con cura e sensibilità melodica. Sembrerebbe appunto una storia come tante, se non fosse che questa vicenda s’intreccia a doppio filo con una delle colonne sonore più celebri degli ultimi anni: quella di “La La Land”, film vincitore di sei premi Oscar, tra cui proprio quello per la miglior colonna sonora, firmata dal compositore americano Justin Hurwitz.

Per capire la connessione dobbiamo tornare a una sera di dicembre del 2016 (anno in cui il docufilm è già disponibile in dvd + cd con colonna sonora e ha partecipato a diversi festival, anche all’estero), quando Ladisa riceve una telefonata del tutto inaspettata dal regista Vanni Bramati: «Mi stava chiamando dal cinema, dov’era andato a vedere “La La Land”. Non era neanche uscito dalla sala, per quanto era sconvolto: “Ho appena ascoltato il tema portante della colonna sonora, non ci crederai mai, è identico al tuo pezzo “Il Parigino…». Il giorno successivo Ladisa si reca anche lui al cinema per vedere il film: «Appena ho sentito anch’io quel tema, mi sono reso conto che effettivamente era davvero molto, troppo simile al mio brano. Ero disorientato, incredulo».

Superato lo smarrimento iniziale Ladisa decide però di agire: «Ho contattato subito un amico avvocato che si occupa di diritto d’autore. Gli ho fatto ascoltare i due brani e lui ha ritenuto che ci fossero i presupposti per un’azione legale. Per esserne certi, abbiamo coinvolto anche un esperto diplomato in Conservatorio per una perizia tecnica approfondita, con lo stesso identico risultato: anche lui ha confermato la netta somiglianza». A rafforzare il sospetto arriva infatti una perizia di 16 pagine firmata da Marcello Massa, maestro in composizione e arrangiamento, che ha analizzato i due brani e confermato un’identità melodica e armonica tale da ipotizzare che si tratti dello stesso tema in almeno un numero considerevole di battute. Come si legge nel documento, diverse sezioni del brano hollywoodiano presenterebbero strutture melodiche, progressioni armoniche e atmosfere identiche – o quantomeno fortemente derivate – rispetto al brano di Ladisa, scritto e depositato in data ampiamente precedente all’uscita del film americano.

Ma perché raccontarlo proprio oggi, a distanza di anni? Sicuro non per cercare visibilità e fama, dato che sarebbe bastato far uscire la notizia sull’onda lunga del successo di “La La Land” per raggiungere questo scopo. La realtà è un’altra: «Mi sono messo nei panni di un giovane musicista di oggi. Ho provato a immaginare che cosa voglia dire scrivere un brano con fatica e con passione, salvo poi scoprire anni dopo che qualcosa di molto simile viene suonato in un film di Hollywood. Vi assicuro, è frustrante. Io ormai ho 60 anni, una carriera alle spalle che mi ha dato anche diverse soddisfazioni. Insomma sono sufficientemente disincantato per questo mondo e in fondo potrei anche lasciar perdere. Ma voglio portare avanti questa battaglia per un principio di giustizia, non certo per interesse personale» ci ha spiegato Ladisa.

Uno scontro di proporzioni inevitabilmente impari: «È come Davide contro Golia. Io non sono nessuno rispetto a un compositore di fama mondiale, per giunta vincitore di un Oscar. E questo rende tutto ancora più complicato. Eppure sento che sia giusto portare avanti la battaglia. Sono determinato a fare tutto il possibile, anche se sono consapevole che la burocrazia e la giustizia in Italia sono lentissime e scoraggianti». C’è un processo aperto da anni, la prossima udienza è prevista addirittura nel 2027. Ma nonostante questo, Ladisa ha ben chiaro l’obiettivo: «Voglio che si vada avanti nel modo giusto, in maniera onesta e trasparente. Poi, quello che succederà, non spetta a me dirlo. Non so come siano andate le cose e in fondo non è neppure quello il punto. Oggi, con il web, tutto viaggia in fretta: le cose si condividono, si ascoltano… Insomma, può succedere di tutto. Non voglio fare supposizioni né mettermi a ricostruire dinamiche o eventi che non posso conoscere. A me interessa una sola cosa: capire se i due brani – il mio “Il Parigino” e il celeberrimo “Mia & Sebastian’s Theme” – siano davvero uguali. E dev’esser un giudice a stabilirlo».

Qui per ascoltare “Il Parigino”: https://www.costantinoladisa.com/discografia/
Qui per ascoltare “Mia & Sebastian’s Theme”: https://open.spotify.com/intl-it/track/1Vk4yRsz0iBzDiZEoFMQyv?si=37b2799a10ed4202

di Federico Arduini

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