In diretta dal Festival di Cannes – SETTIMO GIORNO
Dal regista Ali Abbasi con il film “The Apprentice” al maestro canadese Cronenberg, per la settima volta in gara a Cannes, con “The Shrouds” : al via la settima giornata della 77ª edizione della kermesse cinematografica
In diretta dal Festival di Cannes – SETTIMO GIORNO
Dal regista Ali Abbasi con il film “The Apprentice” al maestro canadese Cronenberg, per la settima volta in gara a Cannes, con “The Shrouds” : al via la settima giornata della 77ª edizione della kermesse cinematografica
In diretta dal Festival di Cannes – SETTIMO GIORNO
Dal regista Ali Abbasi con il film “The Apprentice” al maestro canadese Cronenberg, per la settima volta in gara a Cannes, con “The Shrouds” : al via la settima giornata della 77ª edizione della kermesse cinematografica
Dal regista Ali Abbasi con il film “The Apprentice” al maestro canadese Cronenberg, per la settima volta in gara a Cannes, con “The Shrouds” : al via la settima giornata della 77ª edizione della kermesse cinematografica
Che sia un giovane regista espressione di un talento coltivato anche grazie alle frontiere abbattute, a dirigere un film sull’ascesa del giovane Donald Trump, fa un po’ sorridere e un po’ riflettere. Ali Abbasi, nato a Teheran nel 1981, si è formato in Svezia e ha la doppia cittadinanza iraniana e danese. Rappresenta una fra le voci più moderne e libere del nuovo cinema (“Border – Creature di confine”, “Holy Spider”). Con “The Apprentice” Abbasi sbarca in territorio USA, nella New York dei Settanta. Con Sebastian Stan nel ruolo di Trump e Jeremy Strong in quelli del suo controverso avvocato Roy Cohn. Il primo ha raggiunto la popolarità con “Gossip Girl”, il secondo con “Succession”. A conferma di quanto la buona serialità sappia influenzare anche il cinema d’autore.
Nel 2021 la Palma d’oro era finita tra le mani di Julia Ducurnau, regista di “Titane”. Scelta discutibilissima della giuria presieduta da Spike Lee. Ma il film con Vincent Lindon – incastonato nel sottogenere “body-horror”, storicamente poco festivaliero – pare abbia aperto un fronte. Ai mostri, che tornano anche quest’anno in gara. Sono quelli di “The Substance” della francese Coralie Fargeat, in trasferta losangelina. Una non più giovane ex diva di Hollywood (coraggiosissima Demi Moore), in crisi professionale e di autostima si inietta in corpo una strana pozione. Dalla sua schiena, nasce un’ altra lei più giovane e avvenente (Margaret Qualley).
Non così intelligente da diventare una riflessione sul tema della bellezza a tutti i costi, della vacuità e del maschilismo nel mondo dello spettacolo (argomenti comunque non nuovi) “The Substance” sprigiona un evidente voyeurismo per i corpi nudi esibiti dalle due protagoniste. Oltre a un evidente, divertente disgusto per il sangue che scorre a fiumi e per le spaventose creature che rimandano a Carpenter, al compianto Roger Corman e a David Cronenberg.
Proprio il maestro canadese scende oggi nell’agone. Per la settima volta in gara a Cannes, Cronenberg torna per fare paura. Lo spiritico “The Shrouds” con Vincent Cassel e Diane Kruger, apre le porte dell’aldilà.
Una dimensione, quella ultraterrena, tante volte raccontata dall’animazione dello Studio Ghibli che oggi viene premiato con la Palma d’onore. A ritirarla dovrebbe esserci Goro Miyazaki figlio, collega e collaboratore di Hayao. L’ultra ottantenne autore simbolo dello studio giapponese, aveva snobbato anche l’ultima Notte degli Oscar dove era stato premiato il suo “Il ragazzo e l’airone”. Anche quello, manco a dirlo, pieno dei mostri che popolano l’immaginario, la cultura, le tradizioni.
Ma c’è chi assicura che, fra tutti, il più pericoloso sia proprio Donald Trump.
Di Federico Fumagalli
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