Inseguendo me stesso, parla Gianluca Grignani
Dopo due anni di isolamento Grignani torna al Festival di Sanremo e si racconta in questa intervista, svelando tanto della sua vita
Inseguendo me stesso, parla Gianluca Grignani
Dopo due anni di isolamento Grignani torna al Festival di Sanremo e si racconta in questa intervista, svelando tanto della sua vita
Inseguendo me stesso, parla Gianluca Grignani
Dopo due anni di isolamento Grignani torna al Festival di Sanremo e si racconta in questa intervista, svelando tanto della sua vita
Dopo due anni di isolamento Grignani torna al Festival di Sanremo e si racconta in questa intervista, svelando tanto della sua vita
Dopo giorni conditi dalle immancabili polemiche, ieri sera si è alzato il sipario sull’attesa 73esima edizione del Festival di Sanremo. Tra i primi cantanti chiamati alla temuta prova del palco c’è stato Gianluca Grignani, tornato al Festival dopo l’ospitata dell’anno scorso al fianco di Irama e oggi forzatamente diverso da quel giovane ragazzo che proprio all’Ariston aveva esordito nel 1995. «Quando mi rivedo in televisione mi sembro un’altra persona» ci ha confidato. «Non mi riconosco, non solo fisicamente ma neanche mentalmente. Tuttavia, nonostante quello che ho vissuto in questi cinquant’anni, mi sento un adulto con la faccia da bambino».
Nel frattempo il mondo della musica è cambiato parecchio e, come testimoniato anche dalle ultime edizioni del Festival, sono diversi i giovani artisti che riescono in poco tempo a lasciare il segno. «Sono amico di molti cantanti che oggi hanno successo, quelli che secondo me hanno più personalità. Penso a Irama, Blanco, Rknomi e tanti altri. Avere personalità secondo me è la cosa più importante e loro ce l’hanno. Secondo me viene prima della musica e spero che le due cose si colleghino» ci ha spiegato Grignani. «Ci sono personaggi che hanno la possibilità di fare tante cose, ma devono evolvere e non rimanere nel pop. Devono riuscire a fare musica più circolare, più contaminata».
“Quando ti manca il fiato”, questo il titolo del suo brano sanremese, «è una canzone senza morale perché chiunque può aver vissuto un momento in cui questo gli è venuto meno. Poi ci vuole coraggio per ripartire». Come ha fatto lo stesso Gianluca dopo varie difficoltà affrontate ed errori mai negati, tornando alla musica e ai concerti dopo due anni di isolamento e composizione. Proprio durante un’esibizione successiva alla lunga pausa (al Fabrique di Milano) aveva descritto la sua “Super Ricordo” come la canzone d’amore più bella che avesse mai scritto, dedicandola a sua madre e al difficilissimo rapporto con lei: «È una canzone che riesce a toccare tutti i lati possibili e immaginabili, per assurdo molto romantica. Parla di un ricordo e il ricordo è una cosa che ami molto più della realtà. Paradossalmente, proprio la canzone d’amore più riuscita mi è stata ispirata dalla donna che ho sempre amato di meno». E quasi a chiudere un cerchio di dolore, il pezzo portato adesso a Sanremo parla di un padre che non vede da decenni.
Su chi ha parlato molto di lui, spesso capendoci poco, ha infine commentato: «Non mi ha mai influenzato la gente in genere, mi ha dato solo fastidio il momento in cui ho dovuto iniziare a dare spiegazioni. L’atteggiamento migliore era quello di non seguire quello che veniva detto perché tutto veniva travisato e quindi ho sempre preferito ignorare».
Di Federico Arduini
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