Isabella Turso e il suo “Nocturne”: tutte le sfumature della notte
La pianista e compositrice Isabella Turso ci racconta la nascita di questo album ispirato dalla magia della notte

Isabella Turso e il suo “Nocturne”: tutte le sfumature della notte
La pianista e compositrice Isabella Turso ci racconta la nascita di questo album ispirato dalla magia della notte
Isabella Turso e il suo “Nocturne”: tutte le sfumature della notte
La pianista e compositrice Isabella Turso ci racconta la nascita di questo album ispirato dalla magia della notte
AUTORE: Federico Arduini
L’universo notturno ha da sempre affascinato l’uomo, con i suoi ritmi, i suoi profumi e le sue regole così diverse dal giorno. Un universo mai indagato abbastanza, sia nelle scienze che nell’arte. In musica sono stati in molti quelli che hanno provato a fissare su di un pentagramma quel mondo che è la notte, ma in pochi ci sono riusciti bene quanto Isabella Turso, pianista compositrice, da poco uscita con “Nocturne“, disco dedicato proprio alla notte. “Il rapporto che abbiamo con la notte è viscerale, a volte ci dimentichiamo di ascoltarla. Io la contemplo proprio perché sento che ha da raccontarmi molte cose che poi cerco di trasferire nella mia musica, perché è il linguaggio che conosco meglio e che sento più vicino. Indubbiamente è un mondo, una realtà parallela, che può veramente regalare tante soddisfazioni. Basti pensare ai colori della notte, che a volte ci dimentichiamo perché si pensa a tutto quello che è luce, a tutto quello che è colore ed è chiaramente relegato alle ore del giorno. Tuttavia, ci sono tante sfumature, tanti contrasti anche nella notte, che ho provato a raccontare usando un linguaggio musicale, senza parole, solo ed unicamente attraverso le note. Ho il privilegio di comunicare con un linguaggio universale, che ognuno di noi può interpretare a modo suo”.
Un disco che si apre con il brano “Nightfall” che, come ci ha raccontato Isabella, è programmatico nella sua tematica e costruzione: “Nella notte ho visto un ciclo, un racconto di vita che inizia e finisce. “Nightfall” ne è la partenza appassionata e da lì poi si sviluppano delle storie lungo tutti gli otto brani che compongono il lavoro. Storie che si possono leggere in verticale come in orizzontale. In “Amanda’s Theme”, ad esempio, c’è una storia vera di sfondo, quella di una giovane donna che ha avuto il coraggio di cambiare direzione nella vita. In seguito a un incidente è riuscita a riappropriarsi della propria vita in maniera molto forte. Questa idea della rinascita, della forza della donna, che in qualche modo è indipendente e libera, l’ho rivista nell’alba, che di fatto è un momento di ripartenza”. “Nightfall” vanta inoltre la collaborazione con la violoncellista cino-americana di fama mondiale Tina Guo, conosciuta per le sue interpretazioni e produzioni di temi per il compositore premio Oscar Hans Zimmer: “Conosco molto bene il suo lavoro e ci seguivamo. Il brano è stato scritto e pensato per una donna e nella demo, quel suono del violoncello, era proprio il suo. Quindi mi sono detta: io glielo chiedo. Mi ha risposto subito, nel giro di poche poche ore”.
Tra le composizioni più rappresentative del disco indubbiamente c’è “Café Terrace at Night”, ispirata all’omonimo quadro di Vincent Van Gogh: “Fu l’amore amore che nutro nei confronti di Van Gogh, ma anche il legame profondo che ha con la notte. Lui per primo si rese conto di quanti colori nella notte ci siano, aveva questo amore incredibile verso tutte le sue atmosfere. Questo quadro in particolare mi restituiva proprio l’idea di una vivacità anche culturale, sociale. Un luogo all’aperto in una strada di Parigi, con le persone che si muovono: c’è fermento. Quel fermento lì ho cercato di tradurlo in un valzer, che sì si lega un pochino alla Francia. E per tutti quei colori ho voluto proprio il quintetto d’archi. Io mi immagino proprio di fronte a quel bar, il pianoforte, il quintetto intorno a suonare per le persone”.
E per i giovani un messaggio, da chi ha studiato per anni china sul pianoforte: “Bisognerebbe concentrarsi su esempi un pochino diversi da quelli a cui sono esposti: questo tipo di artista che, con poca fatica, anzi con zero fatica, da un giorno all’altro diventa super seguito. I ragazzi sperano molto nel colpo di fortuna. Il problema però è starci sulla vetta una volta arrivatici. Alla fine bisogna sudarsi le cose”.
di Federico Arduini

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- Tag: musica, Musica italiana
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