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Calvino, il bimbo buono della letteratura arriva al cinema

Presentato al Festival del Cinema di Roma, “Italo Calvino nelle città” arriverà al cinema il 28, 29 e 30 ottobre in occasione del centenario dalla nascita dello scrittore

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Calvino, il bimbo buono della letteratura arriva al cinema

Presentato al Festival del Cinema di Roma, “Italo Calvino nelle città” arriverà al cinema il 28, 29 e 30 ottobre in occasione del centenario dalla nascita dello scrittore

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Calvino, il bimbo buono della letteratura arriva al cinema

Presentato al Festival del Cinema di Roma, “Italo Calvino nelle città” arriverà al cinema il 28, 29 e 30 ottobre in occasione del centenario dalla nascita dello scrittore

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Presentato al Festival del Cinema di Roma, “Italo Calvino nelle città” arriverà al cinema il 28, 29 e 30 ottobre in occasione del centenario dalla nascita dello scrittore

Presentato al Festival del Cinema di Roma, “Italo Calvino nelle città” arriverà al cinema il 28, 29 e 30 ottobre in occasione del centenario dalla nascita di uno scrittore a cui è difficile dire addio, per l’attualità del suo pensiero e per i voli pindarici della fantasia che ha saputo donarci.

Diretto da Davide Ferrario (già regista di docufilm come “Umberto Eco – La biblioteca del mondo” in concorso per il premio Oscar al miglior documentario nel 2023) e dal critico e scrittore Marco Belpoliti, il film ci trasporta nell’immaginifico mondo di Calvino nel suo legame con le città: sia quelle visibili in cui ha vissuto e lavorato sia in quelle “invisibili”, inventate per il famoso libro edito da Einaudi nel 1972. Un mélange di cinema e letteratura tutt’altro che didascalico, in cui l’impianto narrativo è lasciato unicamente nella penna di Calvino attraverso documenti inediti, interviste ed estratti dai suoi libri che si intrecciano con le città che più di tutte lo hanno forgiato.

Si inizia dalla natìa Sanremo, in cui un giovane Calvino si forma come autore negli anni del fascismo. Ad interpretare Calvino qui è la giovanissima promessa del cinema Filippo Scotti all’interno di Villa Meridiana dove vivevano i Calvino e la stazione botanica costruita nella Villa. Questo è il periodo della formazione dello scrittore, durante gli anni del fascismo con riferimenti a La Pigna e a Il sentiero dei nidi di ragno.

Poi è la volta del periodo di maturità letteraria a Torino e nella casa editrice Einaudi, in cui lavorerà dal 1946 fino agli anni settanta del Novecento per poi passare al ruolo di redattore dell’edizione piemontese de “L’Unità”. È Alessio Vassallo a interpretare Italo a Torino.

Il documentario si sposta poi a New York, dove Calvino ha vissuto per sei mesi con una borsa di studio dal 1959 al 1960: La città che ho sentito come la mia città più di qualunque altra città è New York…”. C’è il diario di viaggio Un ottimista in America e varie lettere (le lettere sono un documento molto ampio sulla sua vita).

A Roma, dove è stato in diverse occasioni dal 1954 al 1964 (per poi ritornare nel 1980) e dove ha affittato un piccolo appartamento nel 1962, è invece Valerio Mastandrea a interpretare un Calvino più maturo.

A Parigi Calvino ci nel 1967, nella villetta di Square de Chatillon, e vi resta sino al 1980. In questi tredici anni, Parigi diventa il centro della sua vita intellettuale (Eremita a Parigi): Greimas, Barthes, Lévi-Strauss, Perec, Oulipo, Queneau, per citarne alcuni. Qui scrive i racconti su Parigi che si trovano nel libro Palomar.

Poi, l’approdo finale a Roccamare, dove costruisce una casa al mare di vacanza, vicino di casa di vari scrittori come Fruttero. Trascorrerà qui gli ultimi anni della sua vita fino all’ictus che gli sarà fatale nel settembre del 1985.

Le città invisibili sono messe invece in scena in modo più cinematografico, interpretate da Violante Placido che si muove in scenari astratti, quali una fabbrica abbandonata, una villa fatiscente, un teatro dismesso, un rave: due dimensioni che lavorano dialetticamente per produrre quel senso di realtà fantastica che è così caratteristico dei lavori di Calvino.

Una vita per la scrittura sempre ancorato all’io bambino, accudito e coccolato, che ha reso indimenticabili le sue storie fino ai giorni nostri. Fu lui stesso ad ammetterlo: “Da bambino eri un bambino buono”, gli chiedono in un’intervista. “Penso di esserlo ancora, un bambino buono”.

Il film è una produzione Anele con Rai Cinema, Luce Cinecittà e RS Productions. Con il sostegno del Ministero della cultura direzione generale cinema e audiovisivo e di Film Commission Torino Piemonte – Piemonte Doc Film Fund.

di Margherita Medici

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