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Kanye West, i guai di un bipolare

Il rapper Kanye West soffre di un disturbo bipolare: molto di più che sbalzi d’umore. Di recente ha cancellato il proprio account Instagram e reclama di voler indietro la sua ex moglie, Kim Kardashian.
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Kanye West, i guai di un bipolare

Il rapper Kanye West soffre di un disturbo bipolare: molto di più che sbalzi d’umore. Di recente ha cancellato il proprio account Instagram e reclama di voler indietro la sua ex moglie, Kim Kardashian.
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Kanye West, i guai di un bipolare

Il rapper Kanye West soffre di un disturbo bipolare: molto di più che sbalzi d’umore. Di recente ha cancellato il proprio account Instagram e reclama di voler indietro la sua ex moglie, Kim Kardashian.
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Il rapper Kanye West soffre di un disturbo bipolare: molto di più che sbalzi d’umore. Di recente ha cancellato il proprio account Instagram e reclama di voler indietro la sua ex moglie, Kim Kardashian.
Era il 2018 quando Kanye West raccontò al “Jimmy Kimmel Live” cosa significasse per lui vivere col disturbo bipolare. Fu qualcosa di rivoluzionario: non solo perché parlare di malattia mentale in prima serata lo è di per sé, ma perché a farlo era un uomo nero, ricco e famoso. Sentendolo parlare, la sensazione era che sì, il disturbo bipolare poteva portare a comportamenti bizzarri e a sbalzi di umore ma se poi ti regalava la creatività inesauribile di Kanye e il suo carisma, beh, il gioco poteva valere la candela. Da allora sono passati quattro anni e nel frattempo West e sua moglie Kim Kardashian – con la quale il rapper ha avuto quattro figli, la più piccola ha due anni – si sono separati. Lui ha vissuto e concluso tre diverse relazioni e sembrava aver superato la rottura, ma non appena la ex moglie ha cominciato a uscire stabilmente con il comico Pete Davidson le cose sono precipitate. In poco più di un mese l’artista – che all’anagrafe ha cambiato il proprio nome in Ye – ha cancellato il proprio account Instagram, ne ha creato uno nuovo e ha cominciato a postare e cancellare testi deliranti e sconclusionati in cui reclama il diritto a riavere la sua famiglia, Kim compresa. Quella che all’inizio sembrava una reazione dolorosa alla perdita del rapporto quotidiano con i figli (anche se con Kardashian ha l’affido condiviso) si è trasformata in un’umiliazione autoinflitta su scala mondiale. Sarebbe facile liquidare Ye come uno stalker qualsiasi e come molti commentatori sul web stanno facendo, ma lui non è uno stalker e non è uno qualsiasi. È un uomo con una malattia mentale – il disturbo bipolare di tipo 1 – che colpisce il 2,8% degli americani e che non significa sbalzi di umore, energia e tanta creatività ma qualcosa di molto più grande e spaventoso. Significa vivere su montagne russe da cui non puoi scendere nemmeno se hai la nausea e ti viene da vomitare, significa avere momenti in cui non riesci a pensare chiaramente e agisci senza che la tua mente abbia davvero presa sulla realtà. Come se fossi sotto effetto di stupefacenti, solo che la droga è il tuo stesso cervello. Nell’intervista con Kimmell, Kanye ha ringraziato sua madre per non avergli dato medicine quando ha avuto la sua prima crisi a soli nove anni perché, se le avesse prese, «Ye oggi non sarebbe Ye» e ha raccontato di non soffrire di momenti di depressione perché per lui è sufficiente dire «Oggi ho pensato di uccidermi» per non provare più la voglia di farlo. L’ha fatta sembrare una cosa facile quando facile non lo è per nulla. Molte persone con disturbo bipolare rifiutano di assumere farmaci per paura di cambiare, di non essere più sé stesse, di perdere la loro marcia in più. E questo deve essere ancora più vero per un rapper in cui la grandiosità data dal ruolo e la mania portata dalla patologia spesso si mescolano, rendendosi indistinguibili. Quello che sta accadendo in questi giorni dimostra soprattutto come una malattia mentale non curata porti a conseguenze disastrose, non solo per chi ne soffre ma anche per la famiglia, gli amici, i collaboratori. Il silenzio di Kim Kardashian e la sua immobilità – nonostante da più parti le suggeriscano di agire legalmente per proteggersi dall’ex marito – raccontano di una donna solida e compassionevole che, cosciente della malattia del padre dei suoi figli, vuole fare di tutto per proteggere i suoi piccoli da una guerra che non può essere combattuta ad armi pari.   di Maruska Albertazzi

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