Kaulonia Tarantella Festival, Cavallaro: “Una forma di resistenza”
Dal 21 al 24 agosto Caulonia (Reggio Calabria) torna a trasformarsi in un grande palcoscenico a cielo aperto con la XXVII edizione del Kaulonia Tarantella Festival

Kaulonia Tarantella Festival, Cavallaro: “Una forma di resistenza”
Dal 21 al 24 agosto Caulonia (Reggio Calabria) torna a trasformarsi in un grande palcoscenico a cielo aperto con la XXVII edizione del Kaulonia Tarantella Festival
Kaulonia Tarantella Festival, Cavallaro: “Una forma di resistenza”
Dal 21 al 24 agosto Caulonia (Reggio Calabria) torna a trasformarsi in un grande palcoscenico a cielo aperto con la XXVII edizione del Kaulonia Tarantella Festival
Dal 21 al 24 agosto Caulonia (Reggio Calabria) torna a trasformarsi in un grande palcoscenico a cielo aperto con la XXVII edizione del Kaulonia Tarantella Festival, il più importante e longevo evento dedicato alla musica popolare calabrese. Quest’anno il filo conduttore sarà la pace: un tema che attraverserà concerti, incontri e laboratori, facendo del borgo reggino un luogo di dialogo tra generazioni e culture.
Sotto la direzione artistica di Morgan e Mimmo Cavallaro, il festival animerà il centro storico dalle 18 fino all’alba con spettacoli, danze, workshop e momenti di confronto culturale. Non solo musica dunque: da sempre il festival affianca ai concerti attività pomeridiane che permettono al pubblico di avvicinarsi alla tradizione, dagli strumenti tipici come la lira calabrese e il tamburello, fino alle danze popolari — tarantella, pizzica, tammurriata. Occasioni preziose per toccare con mano una cultura che rischierebbe di perdersi in un’epoca distratta.
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Mimmo Cavallaro e con l’assessore alla Cultura del comune di Caulonia, Giovanni Riccio.
Cosa bolle in pentola per questa nuova edizione?
Dopo 27 anni, il festival è diventato un appuntamento di grande rilievo per la cultura popolare della nostra regione. Anche quest’anno propone un cast artistico molto interessante, affiancato da attività pomeridiane che spaziano dall’approfondimento degli strumenti tradizionali alle danze del Sud Italia, come la tarantella, la pizzica e la tammurriata. Insomma, il programma di quest’anno è davvero articolato.
E invece, per quanto riguarda la scelta degli artisti, come avete lavorato? Immagino che il percorso inizi subito dopo la fine del festival precedente, per poter costruire la line-up
Questo festival purtroppo non ha certezze economiche: ogni anno dobbiamo aspettare l’uscita dei bandi regionali, che di solito arrivano a ridosso dell’estate, come quest’anno che sono usciti a giugno. Un evento di questa portata, senza una base economica sicura, non può programmare con largo anticipo come sarebbe necessario, ma deve aggiustare il tiro negli ultimi mesi prima dell’inizio
Una cosa che mi ha colpito molto è la scelta di affiancare alle serate musicali anche incontri culturali. Eventi capaci di avvicinare le persone a aspetti della musica e della cultura popolare che altrimenti non conosceremmo
L’aspetto degli eventi pomeridiani è sempre stato centrale: è l’anima stessa del festival. Non vogliamo che il pubblico partecipi solo ai concerti, ma che abbia anche l’occasione di conoscere da vicino gli strumenti tradizionali – come la lira calabrese o il tamburello – e soprattutto di avvicinarsi alle danze del Sud, in particolare la tarantella calabrese, ma anche la pizzica e la tammurriata.
Quindi c’è un’occasione per “toccare con mano” pezzi di tradizione che altrimenti rischierebbero di andare persi in un’epoca così distratta come la nostra, giusto?
Sì, il rischio di perdere questa tradizione c’è stato, soprattutto per la musica popolare del Sud Italia. Senza festival come il nostro a Caulonia o la Notte della Taranta in Puglia probabilmente oggi la gente avrebbe dimenticato questi patrimoni culturali, così come è successo per tante altre espressioni della nostra identità che sono state abbandonate.
È davvero interessante che ci sia una forte partecipazione dei giovani. Quando sono venuto qualche anno fa, ho visto tanti ragazzi divertirsi, ballare, partecipare attivamente. Secondo te, quanto è importante avvicinare i giovani a queste musiche e a questi mondi?
Io credo che i giovani abbiano davvero bisogno di riappropriarsi dell’identità dei loro luoghi e territori. In un mondo in cui la globalizzazione tende a spazzare via le culture locali, la nostra è una forma di resistenza. La musica diventa un elemento forte di radicamento al territorio e i ragazzi, quando entrano in contatto con queste tradizioni, lo sentono e rispondono con entusiasmo.
Vorrei dare la parola all’assessore alla Cultura, Giovanni Riccio, che ci ha raggiunto. Così potrà dirci la sua su questo festival e su quanto le amministrazioni comunali abbiano compreso l’importanza di sostenere e valorizzare la cultura popolare.
Meno male che l’Amministrazione riconosce l’importanza del festival! Grazie per essere qui
Quando siamo partiti nel 1999 la situazione era molto diversa: la musica popolare era considerata “di serie B”, guardata con diffidenza e relegata in un angolo. I giovani non la prendevano in considerazione. Col tempo, grazie al lavoro di ricercatori e musicisti come Mimmo Cavallaro o Eugenio Bennato, siamo riusciti a sdoganarla e a renderla viva e attuale.
Oggi vediamo tanti giovani ballare la tarantella con naturalezza, una scena impensabile anni fa. Questo è un grande merito del Festival di Caulonia, che ha saputo ridare dignità a una tradizione, proprio in un periodo in cui la globalizzazione rischia di cancellare le identità locali.
Un altro elemento di forza è che, mentre tanti eventi dopo pochi anni spariscono, il nostro festival continua a crescere perché ha radici solide: l’identità, le tradizioni, la cultura popolare.
Per il futuro, la sfida è creare una fondazione, come hanno fatto in Puglia con la Notte della Taranta. Il festival ha ormai una dimensione tale da meritare una struttura stabile che lo porti avanti al di là dei cambiamenti politici e amministrativi. In questo modo eviteremmo che l’alternarsi di sindaci e assessori con visioni diverse possa ostacolare la crescita dell’evento.
SUL PALCO DI PIAZZA MESE
21 agosto
Movimento Terra · Calabria Orchestra con Morgan · Cantori di Carpino
22 agosto
Tarantella di Montemarano · Sarafine · L’Orchestraccia
23 agosto
Carlo Faiello · Lina Sastri · Son’abballu
24 agosto
Mimmo Cavallaro e Morgan · Nour Eddine Fatty · Pietro Cirillo · Marcello Cirillo
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- Tag: musica
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