Kaulonia Tarantella Festival fino al 24 agosto a Caulonia
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con il direttore artistico del Kaulonia Tarantella Festival Mimmo Cavallaro e con Valentina delle Mulieres Garganiche
Kaulonia Tarantella Festival fino al 24 agosto a Caulonia
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con il direttore artistico del Kaulonia Tarantella Festival Mimmo Cavallaro e con Valentina delle Mulieres Garganiche
Kaulonia Tarantella Festival fino al 24 agosto a Caulonia
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con il direttore artistico del Kaulonia Tarantella Festival Mimmo Cavallaro e con Valentina delle Mulieres Garganiche
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con il direttore artistico del Kaulonia Tarantella Festival Mimmo Cavallaro e con Valentina delle Mulieres Garganiche
È iniziata da ieri fino a fino a sabato 24 agosto, a Caulonia (Reggio Calabria) la 26ª edizione del Kaulonia Tarantella Festival, il più significativo e storico evento dedicato alla musica popolare in Calabria.
L’edizione di quest’anno, curata artisticamente da Mimmo Cavallaro, porta il titolo “Generation Tarantella”. Questo festival, che nel corso degli anni ha saputo esaltare il patrimonio musicale e tradizionale arricchendolo con influenze culturali provenienti da altri luoghi, ha contribuito a far sì che persone di tutte le età si avvicinino con entusiasmo alla musica popolare, riconoscendone l’importanza e il valore identitario. Il titolo “Generation Tarantella” esprime con orgoglio quanto sia essenziale, in un mondo sempre più globalizzato dove le tradizioni locali rischiano di essere sopraffatte dalla crescente uniformità culturale, preservare e promuovere le culture periferiche.
Anche quest’anno il festival è ricco di appuntamenti tra concerti, corsi ed approfondimenti, per scoprire e conoscere gli svariati aspetti della Tarantella e della musica popolare Calabrese.
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Mimmo Cavallaro, musicista e direttore artistico del festival che quest’anno ha visto e vedrà diversi appuntamenti tra concerti, corsi ed approfondimenti, per scoprire e conoscere gli svariati aspetti della Tarantella e della musica popolare Calabrese.
Sul palco del KAULONIA TARANTELLA FESTIVAL: Mimmo Cavallaro & Kento, Mulieres Garganiche, Faber Quartet, Gipsy King by Pablo Reyes, Castrum, Corde Libere, Serena Brancale, Senduki,All’Usu Anticu, Ndarranciamu e Officina Kalabra.
Come avete lavorato alla stesura del cartellone di quest’anno?
Quest’anno abbiamo organizzato un calendario importante e significativo, sia per quanto riguarda gli artisti che saliranno sul palco, sia per gli eventi culturali e la parte didattica, a cui il festival dedica grande attenzione. Abbiamo iniziato ieri e ho suonato con la mia band. L’intento è quello di far incontrare sul palcoscenico diverse culture musicali, integrandole con la tarantella e la musica popolare, che rimangono sempre al centro.
È molto interessante anche la scelta di dedicare una parte del cartellone durante le giornate di Festival ad incontri e approfondimenti circa la musica popolare. Non solo spettacolo
Lo spirito del festival è quello di approfondire e avvicinare sempre più i giovani a questo mondo, agli strumenti della tradizione, e di conferire all’evento una dimensione più completa che vada oltre lo spettacolo. Dopo i concerti serali, c’è un luogo, lo Sperone, dove tutti i ragazzi e i musicisti si ritrovano per ballare fino all’alba.
Per l’occasione hai suonato anche buona parte del tuo ultimo disco “Mirjiu”
Uscito il 5 luglio sulle piattaforme digitali, “Mirjiu” contiene 12 tracce che parlano principalmente del territorio di Caulonia e dintorni. È stato arricchito dalla partecipazione di ospiti come Antonella Ruggiero, Cirillo e Van De Sfroos e ieri sera ho scelto di suonarne 7 brani tratti. Sono felicissimo perché sono riuscito a creare un album che racconta i luoghi e le atmosfere vissute dalla gente di questa terra. Ho voluto dare voce a personaggi che non ci sono più, ma che restano nella nostra memoria collettiva.
Gli arrangiamenti sono stati curati interamente da me e dalla mia band. L’obiettivo principale di questo lavoro è mantenere l’atmosfera del passato, riuscendo al contempo a esprimere sonorità contemporanee, intrecciando strumenti arcaici e moderni.
Insieme a Mimmo ieri sera si sono esibite sul palco anche le Mulieres Garganiche. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Valentina Latino, fondatrice del gruppo
Com’è stata la serata di ieri?
Ieri sera è andata benissimo. Una delle parti più emozionanti è stato il gemellaggio di tarantelle. Solitamente la Puglia è conosciuta per la pizzica, ma sul Gargano ci sono le tarantelle, con 18 comuni che hanno ciascuno la propria versione unica. Quando abbiamo intonato la tarantella garganica, ho notato un grande entusiasmo tra il pubblico. È stato uno dei festival più prestigiosi a cui abbiamo mai partecipato. Questa esperienza è stata fantastica, l’accoglienza e l’apprezzamento per la tarantella sono stati incredibili. Vedere bambini, giovani e anziani ballare insieme ci dà speranza per la tutela delle nostre radici.
Alcuni pensano che ormai sia tardi per far apprezzare e avvicinare alla musica popolare i più giovani. Tu che ne pensi?
Nulla è perduto e anche un festival di questo livello lo dimostra. La tradizione può continuare a vivere, perché alla gente piace, ma bisogna stimolarla. Nelle scuole ho riscontrato un interesse positivo da parte dei bambini nei confronti della zampogna. Non sapevano nemmeno cosa fosse. Quando si insegna la storia della propria terra, è fondamentale includere lo studio delle tradizioni, magari anche attraverso l’apprendimento di uno strumento tradizionale. Perché non insegnare il tamburello a scuola? Da lì può partire tutto il percorso per comprendere la storia della propria terra. È essenziale impegnarsi nelle scuole. Sono bastati 20 minuti di spiegazione, e la serata si è trasformata in una vera e propria Notte della Taranta: tutti hanno ballato, erano presenti 4000 persone. Quando la gente comprende il perché e come nasce una tradizione, partecipa con ancora più entusiasmo.
Molti scambiano la musica popolare come qualcosa di terra terra, ma non è così. La tradizione non significa venerare le ceneri dei nostri antenati, ma alimentarne il fuoco
Voi siete una realtà tutta la femminile, un progetto molto particolare
Nel 2013 mi è venuta l’idea di fare un progetto tutto al femminile, siamo anche tra le poche donne zampognare d’Italia. La tradizione popolare è soprattuto al maschile ma nessuno ci fermerà: mia nonna andava a suonare le tarantelle. Non era solo la destinataria delle serenate, ma le faceva.
Sempre dal 21 al 24 agosto, alle ore 20.00 presso l’Affresco Bizantino (via Principe Amedeo, 71), si terranno incontri ed approfondimenti sulla musica popolare, con particolar attenzione alla Tarantella come strumento di conservazione e innovazione culturale in grado di mantenere viva l’identità musicale coinvolgendo nuove generazioni
Giovedì 22 agosto, il giornalista e scrittore Pino Aprile presenterà lo spettacolo “La musica meridionale dalla Tarantella al Jazz”, un viaggio attraverso le radici musicali del Sud Italia. Il dialogo esplora l’evoluzione della musica meridionale, partendo dalla tradizione della tarantella fino alle influenze del jazz, mettendo in luce come queste sonorità si siano intrecciate nel tempo creando un ponte tra passato e presente, tra tradizione e innovazione.
Venerdì 23 agosto, Il chitarrista e compositore calabrese Renato Caruso racconterà di Pitagora e del suo universo filosofico-matematico che ha rivoluzionato la musica ed il suo linguaggio. Un incontro divulgativo tra scienza e musica nel quale il chitarrista eseguirà alcuni brani del suo repertorio, tra cui “Pitagora Pensaci Tu”, “Aladin Samba” e “Antonio’s Choro”.
A concludere i quattro giorni di incontri, sabato 24 agosto si terranno due concerti che vedranno protagonisti il chitarrista Alessandro Santacaterina e la cantautrice e cantastorie calabrese Francesca Prestia.
La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
Leggi anche