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musica Italiana estero

La musica Italiana all’estero, tra presente e futuro

Siamo stati al convegno d’apertura della Milano Music Week 2024 interamente dedicato alla musica italiana all’estero

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La musica Italiana all’estero, tra presente e futuro

Siamo stati al convegno d’apertura della Milano Music Week 2024 interamente dedicato alla musica italiana all’estero

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La musica Italiana all’estero, tra presente e futuro

Siamo stati al convegno d’apertura della Milano Music Week 2024 interamente dedicato alla musica italiana all’estero

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Siamo stati al convegno d’apertura della Milano Music Week 2024 interamente dedicato alla musica italiana all’estero

Da qualche tempo si fa un gran parlare del successo della musica italiana all’estero. Ma nel concreto cosa vuol dire? Durante il convegno d’apertura della Milano Music Week 2024 abbiamo avuto modo di farci un’idea precisa dei numeri che le canzoni prodotte nello Stivale macinano all’estero. La prima prospettiva è stata data dal gigante dello streaming Spotify, per mezzo delle parole della General Manager Europe Federica Tremolada: “Ci sono più di 60 milioni di utenti fuori dall’Italia che ogni mese ascoltano artisti italiani fuori dal nostro Paese. Di questi, più di 20 milioni hanno aggiunto una traccia italiana alla loro playlist di ascolti quotidiani”. Sanremo ha ovviamente giocato un ruolo fondamentale: la playlist ufficiale è stata per la prima volta in assoluto quella più ascoltata al mondo su Spotify. Numeri Spotify alla mano:

  • 60M+ gli utenti che ogni mese ascoltano contenuti in lingua italiana su Spotify fuori dall’Italia.
  • 20M+ gli utenti che nell’ultimo anno hanno aggiunto una canzone o artista italiano a una playlist fuori dall’Italia.
  • 160% la crescita di contenuto italiano consumato fuori dall’Italia tra il 2019 e il 2024.
  • ¼ degli utenti che ascoltano contenuti italiani all’estero hanno fra i 18 e i 24 anni.
  • Germania e USA sono i mercati esteri dove si consuma più musica italiana.
  • Quasi il 50% di tutte le royalties generate dagli artisti italiani su Spotify nel 2023 provenivano da ascoltatori fuori dall’Italia.

Enzo Mazza, Ceo di Fimi, ha invece sottolineato il ruolo del catalogo nei risultati raggiunti dalla musica del nostro Paese all’estero: “È incredibile come trovi spazio in tantissimi paesi del mondo, un risultato che, in questi termini, forse nell’era fisica non si poteva immaginare. Ciò che colpisce è anche la diversità di generi musicali: l’Italia è forse il paese, rispetto a tuti quelli che conosco, che ha la più ampia diversificazione di contenuti, dalla classica alla dance. A livello globale abbiamo delle grandi potenzialità: questa filiera non può fare altro che beneficiarne, e l’Italia deve portare avanti tutto ciò come soft power della cultura”. Dati Fimi alla mano:

Per quanto la crescita sia evidente, tutti gli intervenuti al convegno hanno concordato sull’importanza di fare di più, soprattutto in sinergia. Paolo Franchini, consigliere di Gestione SIAE, ha commentato: “Se osserviamo questi numeri c’è ancora tanto lavoro da fare, perché non rispecchiano la creatività dei nostri compositori. Dobbiamo invitare tutti, gli autori in primis, a pensare in modo globale. Perché oggi il mercato è globale, le barriere non esistono più. Se tutti noi facciamo sistema abbiamo margini di crescita enormi. Abbiamo avuto 31.6 milioni incasso all’estero nel 2023, +29,16% rispetto al 2022. A Sanremo 2024 avevamo annunciato un tavolo unitario permanente dell’industria musicale, e in questo senso l’export è una delle mission che dobbiamo porci insieme”. Dati SIAE alla mano:

  • Il 2023 ha registrato l’incasso estero di diritto d’autore più alto dal 2010
  • L’incasso dall’estero per il 2023 è stato di 31.6 mln euro, pari ad un incremento di 7.15mln rispetto al 2022 (+29,16%)

Un discorso a parte merita il mondo della musica live che soprattutto negli ultimi anni si è affacciato all’estero con più presenza. Ma, anche in questo caso, c’è da fare di più, come sottolineato da Bruno Scanocchia di Assoconcerti: “Il problema è che organizzare tour all’estero è costosissimo, molto più che promuovere un disco all’estero. Richiede tempi lunghissimi, grandissima incertezza e sforzi immani. Le grandi tournée all’estero, fatta eccezione per quelle dei Maneskin, vedono fondamentalmente ancora protagonisti gli stessi nomi degli anni ‘80. Abbiamo costituito un tavolo, dobbiamo lavorare insieme più che mai. Il tavolo permanente per la musica deve diventare operativo, ma non può che lavorare con le istituzioni. È l’unica strada perché le nostre parole possano diventare fatti“.

di Federico Arduini

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