La serie tv “La casa nella prateria”, un mondo nostalgico e familiare
“La casa nella prateria”: amori, battaglie quotidiane, l’adolescenza che bussa alle porte con le sue tante domande, il lavoro, le relazioni. E tanto altro
La serie tv “La casa nella prateria”, un mondo nostalgico e familiare
“La casa nella prateria”: amori, battaglie quotidiane, l’adolescenza che bussa alle porte con le sue tante domande, il lavoro, le relazioni. E tanto altro
La serie tv “La casa nella prateria”, un mondo nostalgico e familiare
“La casa nella prateria”: amori, battaglie quotidiane, l’adolescenza che bussa alle porte con le sue tante domande, il lavoro, le relazioni. E tanto altro
“La casa nella prateria”: amori, battaglie quotidiane, l’adolescenza che bussa alle porte con le sue tante domande, il lavoro, le relazioni. E tanto altro
Amori, battaglie quotidiane, l’adolescenza che bussa alle porte con le sue tante domande, il lavoro, le relazioni. A distanza di cinquant’anni, il mondo nostalgico e familiare de “La casa nella prateria” (la serie tv che debuttò nel 1974 sull’americana Nbc, per sbarcare tre anni dopo anche in Italia) è più vivo che mai. Con i suoi personaggi indimenticabili, gli Ingalls, a muoversi sullo sfondo di Walnut Grove, piccolo villaggio del Minnesota che, grazie al duro lavoro dei pionieri – tra cui la famiglia della protagonista – diventa una cittadina con tanto di case coloniche, scuola e chiesa. In uno scenario dal sapore di cartolina ingiallita della ‘vecchia America’ si svolgono le storie di papà Charles, mamma Caroline e delle giovanissime sorelle Laura, Mary e Carrie, alle prese con i primi amori, le rivalità con l’insopportabile Nellie Oleson, ma soprattutto gli eventi che li spingono verso l’Ovest, meta di una nuova vita da costruire faticosamente giorno dopo giorno.
Basata sui romanzi autobiografici di Laura Ingalls Wilder, la serie ha avuto un impatto culturale profondo, attraverso nove stagioni, oltre 200 episodi, più quattro film ispirati a essa. Spesso evocata con nostalgia – per i temi legati a valori come la famiglia, la comunità e la resilienza – “La casa nella prateria” affronta anche argomenti spinosi per l’epoca in cui è uscita, dall’alcolismo agli abusi sessuali. «Pur essendo ambientata alla fine dell’Ottocento, tratta in maniera coraggiosa tematiche non scontate» spiega a “La Ragione” Stefano Balassone, storico autore Rai e docente di New media e Gestione dell’informazione all’Università “Suor Orsola Benincasa” di Napoli. «Dal rapporto tra le due sorelle Mary e Laura, molto diverse caratterialmente, a quelli con la comunità, fino ai conflitti sociali, alla povertà, alle condizioni climatiche e al rapporto con i nativi americani. Temi che hanno contribuito a creare una connessione fra i personaggi e la generazione nata nei primi anni Settanta».
Più delle semplici cronache di una famiglia di pionieri, “La casa nella prateria” è passata alla storia per la capacità di elevare, oltre il contesto storico, le vicende di una famiglia e di un gruppo di teenager cresciuto davanti alle telecamere. All’inizio della storia Laura e le sue sorelle sono poco più che ragazzine ma, nel corso delle stagioni, vivono vicende intense e drammatiche (come la cecità di Mary) così come grandi amori e vittorie personali. Laura diventa insegnante – come sua madre Caroline – e sposa il giovane agricoltore Almanzo Wilder, trasformandosi in una donna caparbia e determinata. «Se dopo cinquant’anni le vicende degli Ingalls non smettono di affascinare è anche perché sono state adattate per la tv quando il cosiddetto ‘secolo breve’ non era ancora finito, con la sua spinta verso il progresso, i diritti sociali. Sono impregnate dello spirito di quel tempo, per questo sanno parlarci ancora» conclude Balassone.
di Valentina Monarco
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- Tag: televisione
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