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Jova Beach Party, lasciateci cantare

Torna il Jova Beach Party, il tour estivo di Jovanotti che tocca le spiagge e le località turistiche italiane. In tempo zero sono già divampate le polemiche.
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Nel 2019, in epoca pre-Covid, c’era stato il caso fratino. Ora quello degli alberi, e non solo. È ripartito il Jova Beach Party, il tour estivo di Jovanotti che come tre anni fa tocca spiagge e località turistiche. Annunciato come un modello di sostenibilità, tanto da guadagnarsi l’appoggio del Wwf, in tempo zero sono invece divampate le proteste degli ambientalisti. Come a Lido degli Estensi, dove nella precedente edizione la protesta aveva riguardato la presenza sulla spiaggia del fratino (volatile a rischio di estinzione) e il timore che l’ammassarsi contemporaneo di migliaia di persone comportasse la distruzione di nidi e la morte dei pulcini. Adesso a Lignano è stata chiusa la pista ciclabile e a Marina di Ravenna sono stati abbattuti 65 metri di tamerici. C’è da immaginare che sia solo l’inizio e che il tour sarà accompagnato da molte altre proteste ambientaliste.

Ora, è inutile nascondere come un concerto con migliaia di persone lasci dietro di sé un certo strascico di possibile degrado. Anche se Jovanotti da sempre invita il suo pubblico a rispettare l’ambiente e lasciare il luogo del live «meglio di come l’avete trovato». C’è anche da dire però che questi concerti sono una miniera d’oro per il turismo e l’economia delle località in cui si tengono. Un aspetto che non può essere sottovalutato. Soprattutto, esistono posizioni intermedie che certo tengono conto della tutela dell’ambiente ma senza demonizzare chi obbiettivamente ha un enorme successo e cerca anche di porre una certa attenzione alla sostenibilità. D’altra parte quei concerti qualcuno li ha autorizzati. Non da oggi, ma da mesi.

Prendersela con il personaggio famoso sembra più una battaglia ideologica che di sostanza. Abbiamo ogni giorno riprova di quanto l’emergenza ambientale sia attuale e non più trascurabile. Tra tutto, non sembra proprio che il Jova Beach Party sia la cosa più grave e scandalosa. Solo che fa più rumore. E quando se c’è di mezzo un nome noto, l’eco è garantita. Ricordiamoci anche che il mondo della musica in questi due anni di pandemia ha vissuto uno stop dalle conseguenze veramente terribili e che rivedere tante persone sotto a un palco (magari non dimenticando qualche precauzione) è una delle immagini più belle immagini che possano accompagnare questa estate.

Significa fregarsene dell’ambiente? Proprio no. In ogni caso, se le location delle tappe del tour non sono idonee per una qualsiasi ragione, bisognava scoprirlo parecchio tempo fa ed eventualmente trovare soluzioni alternative. Invocare ora uno stop è ridicolo, oltre al fatto che sarebbe un danno economico enorme, da aggiungersi a quelli provocati dal Covid. Lasciatelo, lasciateci cantare. Che ne abbiamo tutti tanto bisogno.

Di Annalisa Grandi

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