“L’esorcismo di Emma Schmidt”: possessioni, rituali e Al Pacino
Abbiamo visto “L’esorcismo di Emma Schmidt” con una buona interpretazione di Al Pacino. Un horror non horror che, tutto sommato, funziona

“L’esorcismo di Emma Schmidt”: possessioni, rituali e Al Pacino
Abbiamo visto “L’esorcismo di Emma Schmidt” con una buona interpretazione di Al Pacino. Un horror non horror che, tutto sommato, funziona
“L’esorcismo di Emma Schmidt”: possessioni, rituali e Al Pacino
Abbiamo visto “L’esorcismo di Emma Schmidt” con una buona interpretazione di Al Pacino. Un horror non horror che, tutto sommato, funziona
Quando si parla di cinema horror, uno dei filoni più frequentati è senza dubbio quello delle possessioni. Da quando L’Esorcista ha tracciato il primo solco, molti registi si sono cimentati nel genere. Ultimo in ordine di tempo è David Midell con il suo “L’esorcismo di Emma Schmidt – The Ritual”, nei cinema italiani in questi giorni, che affronta uno degli esorcismi più noti e inquietanti mai documentati. Siamo nel 1928: Emma Schmidt (Abigail Cowen) viene ricoverata in un convento isolato a Earling, Iowa. La giovane manifesta comportamenti inspiegabili e un deterioramento fisico che nessun medico riesce a comprendere. L’unica speranza rimasta è padre Theophilus Riesinger (Al Pacino), chiamato a compiere un esorcismo disperato.
Se lo schema narrativo segue i canoni più classici del genere, è l’approccio visivo a distinguere il film: la messa in scena è cruda, diretta, con un taglio fortemente documentaristico e una forte aderenza al reale, da premessa. La tensione cresce lentamente, alimentata dal senso di impotenza e dalla costante alternanza tra presenza e assenza del male, senza ricorrere a jump scare o mostri grotteschi. È l’attesa, più che l’azione, a dominare. Sebbene non manchino alcune sbavature, tra cliché di genere e ritmo altalenante (complice la scelta stilistica), spiccano le interpretazioni intense di Dan Stevens e Al Pacino, rispettivamente nei panni di un giovane prete tormentato dai dubbi e di un anziano frate schiacciato dai propri sensi di colpa.
di Federico Arduini
La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
- Tag: Cinema
Leggi anche

Concerti senza ressa

Matteo Macchioni, tra lirica e pop: “Il crossover? Non è pop che ammicca all’opera”

Khaby Lame arrestato (e poi rilasciato) negli Stati Uniti. Il tiktoker ha lasciato il Paese
