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Linkin Park a Milano: un’altra voce, la stessa fiamma

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I Linkin Park hanno fatto cantare e ballare i 78mila degli Idays a Milano, 8 anni dopo l’ultima volta in Italia. Ecco la scaletta

Linkin Park a Milano: un’altra voce, la stessa fiamma

I Linkin Park hanno fatto cantare e ballare i 78mila degli Idays a Milano, 8 anni dopo l’ultima volta in Italia. Ecco la scaletta

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Linkin Park a Milano: un’altra voce, la stessa fiamma

I Linkin Park hanno fatto cantare e ballare i 78mila degli Idays a Milano, 8 anni dopo l’ultima volta in Italia. Ecco la scaletta

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Quando mesi fa era arrivata la notizia del ritorno dei Linkin Park, l’internet aveva fatto quello che sa fare meglio: esplodere. Noi, come tanti, ci eravamo lasciati trasportare dalla curiosità più che da un pizzico di scetticismo. Come si può tornare senza Chester Bennington? Come si può affrontare il vuoto lasciato da una delle voci più iconiche della musica degli ultimi vent’anni? La risposta, lo avevamo intuito già dal titolo del nuovo album: From Zero. Un nuovo inizio. Non un tentativo di imitare, ma di ripartire. Da un altro posto. Da un altro dolore. Da un’altra voce.

Emily Armstrong non è Chester. E non prova nemmeno a esserlo. Porta con sé un’energia diversa, ruvida e intensa, che riesce a colpire dritto, soprattutto dal vivo. E la prova del nove, quella che davvero tutti aspettavamo, è arrivata ieri sera all’Ippodromo La Maura di Milano, per una delle date più attese degli I-Days 2025.

Davanti a 78.500 persone, in un prato sold out da settimane, i Linkin Park hanno dimostrato di essere ancora una band capace di muovere le masse, di parlare a più generazioni, di far vibrare qualcosa dentro. Poco meno di due ore di live divisi in 5 atti, con la voce di Emily a tratti esplosiva, in cui passato e presente si sono intrecciati con equilibrio sorprendente: dai classici urlati a squarciagola dal pubblico, alle tracce nuove che – anche se nate “da zero” – sembrano già familiari.

L’assenza di Chester si è sentita, inevitabilmente. Ma non come un vuoto. Piuttosto come una presenza costante, un’ombra luminosa che ha attraversato tutto il concerto, accolto con rispetto e gratitudine. Alcuni momenti sono stati struggenti, altri liberatori. Ma nessuno è rimasto indifferente.

È stato un concerto che ha confermato una verità semplice: i Linkin Park non sono più quelli di prima. Ma sono ancora i Linkin Park. E questo, oggi, basta per sentirsi di nuovo vivi.

La scaletta

Atto 1
SOMEWHERE I BELONG
CRAWLING
CUT THE BRIDGE
LYING FROM YOU
THE EMPTINESS MACHINE

Atto 2
THE CATALYST
BURN IT DOWN
UP FROM THE BOTTOM
WHERE’D YOU GO
WAITING FOR THE END
HAHN SOLO
MIKE SOLO
TWO FACED
ONE STEP CLOSER

Atto 3
LOST
STAINED
WHAT I’VE DONE

Atto 4
OVERFLOW
NUMB
IN THE END
FAINT

Atto 5
PAPERCUT
A PLACE FOR MY HEAD
HEAVY IS THE CROWN
BLEED IT OUT

di Federico Arduini

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