“Magnificat” il 14 dicembre a Milano, il concerto benefico di Soleterre e Intende Voci. Mirko Guadagnini: “La gente ha bisogno di uscire dallo smartphone e vivere emozioni vere”
Un concerto che unisce arte, solidarietà e un’idea precisa di futuro: è “Magnificat”, l’evento speciale ospitato il 14 dicembre nella prestigiosa Sala Verdi del Conservatorio di Milano
“Magnificat” il 14 dicembre a Milano, il concerto benefico di Soleterre e Intende Voci. Mirko Guadagnini: “La gente ha bisogno di uscire dallo smartphone e vivere emozioni vere”
Un concerto che unisce arte, solidarietà e un’idea precisa di futuro: è “Magnificat”, l’evento speciale ospitato il 14 dicembre nella prestigiosa Sala Verdi del Conservatorio di Milano
“Magnificat” il 14 dicembre a Milano, il concerto benefico di Soleterre e Intende Voci. Mirko Guadagnini: “La gente ha bisogno di uscire dallo smartphone e vivere emozioni vere”
Un concerto che unisce arte, solidarietà e un’idea precisa di futuro: è “Magnificat”, l’evento speciale ospitato il 14 dicembre nella prestigiosa Sala Verdi del Conservatorio di Milano
Un concerto che unisce arte, solidarietà e un’idea precisa di futuro: è “Magnificat“, l’evento speciale ospitato il 14 dicembre nella prestigiosa Sala Verdi del Conservatorio di Milano. Nato da un’iniziativa condivisa tra Fondazione Soleterre, Intende Voci Ensemble e il suo fondatore Mirko Guadagnini, all’interno della rassegna “NovAntica“, il concerto sarà dedicato al sostegno del programma “Grande Contro il Cancro”, che garantisce cure salvavita e supporto psico-oncologico ai bambini malati di tumore, soprattutto nelle aree colpite dalla guerra come Ucraina e Palestina.
Un progetto reso possibile dalla scelta generosa di due sposi, che hanno finanziato la produzione interamente attraverso le donazioni raccolte in occasione del loro matrimonio. Sul palco, un organico di oltre settanta artisti porterà in scena un accostamento raro e potentissimo: “Lauda per la Natività del Signore” di Ottorino Respighi e il “Magnificat” di Carl Philipp Emanuel Bach.
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Mirko Guadagnini (tenore, direttore, fondatore dell’ensemble e ideatore della stagione “NovAntica“) per esplorare la visione che anima questo progetto: dal recupero del repertorio barocco e contemporaneo, alla responsabilità culturale fino al valore della solidarietà nel periodo natalizio.

Il concerto di domenica prossima rientra nella stagione NovAntica, da lei fondata. Ci racconta come nasce questo progetto?
La stagione NovAntica l’ho creata io, e il nome parla già da sé: unisce il “nuovo” e l’“antico”, che sono i repertori su cui si è sviluppata la mia carriera da tenore. A un certo punto, infatti, il mio percorso si è diviso principalmente tra il barocco e il contemporaneo novecentesco, e su questi repertori ho girato il mondo. Con la nascita di Intende Voci Ensemble – un gruppo di cantanti solisti altamente specializzati proprio in barocco e contemporaneo – ho sentito il bisogno di creare una stagione dedicata a questo tipo di ricerca. Da qui è nata NovAntica: una stagione in cui invito gruppi barocchi, e in alcune occasioni ci esibiamo anche noi. Il concerto di domenica è l’appuntamento finale del secondo anno della stagione, che portiamo in varie chiese storiche di Milano, come San Maurizio.
Perché per questo evento avete scelto la Sala Verdi e come nasce la collaborazione con Soleterre?
L’evento di domenica è nato insieme a Soleterre, con cui abbiamo deciso di creare un concerto di beneficenza. Avevamo bisogno di una sala più grande, perché l’organico del Magnificat di Emanuel Bach è imponente: saremo circa 75 artisti. La Sala Verdi era perfetta. La collaborazione con Soleterre è arrivata tramite mia moglie, che già conosceva la realtà e il loro fondatore, Damiano Rizzi. Li seguiamo da tempo: si occupano di supporto psicooncologico per bambini in zone di guerra come Ucraina e Gaza. Negli ultimi mesi, per esempio, alcuni bambini malati oncologici ucraini sono stati portati in Italia, al San Matteo di Pavia. L’intero ricavato del concerto andrà direttamente a loro, per il sostegno psicologico e sanitario di questi bambini.
Come è nato l’accostamento di Respighi e del Magnificat di Emanuel Bach?
Da organizzatore, quando arriva il Natale, si entra sempre in crisi: il repertorio natalizio è sempre quello. O si fa l’Oratorio di Natale di Bach, che però dura diverse ore, oppure ci si rifugia nei classici alla “Jingle Bells”. Invece, sia la “Lauda per la Natività del Signore” di Respighi sia il “Magnificat” di Emanuel Bach sono opere che avevo già cantato negli anni ’90 e che ricordavo con grande entusiasmo. Il “Magnificat” l’ho eseguito nel ’92 quando ancora circolava solo in manoscritto: per cantarlo lo avevano trascritto a mano dal manoscritto originale, perché non esisteva un’edizione a stampa. La “Lauda“, invece, è un’opera poco conosciuta: Respighi è noto per altre composizioni e questa è la sua unica opera sacra. L’ho incisa nel 2023 perché secondo me è un brano che fa letteralmente sobbalzare dalla sedia: scritto in modo da scatenare una standing ovation. Sono opere poco eseguite, ma non perché non valgano: continuerò a portarle avanti con convinzione.

Dal 2007 porta avanti la sua attività da direttore artistico. Ha percepito un cambiamento nel pubblico verso questo repertorio?
Il mondo classico, purtroppo, sta andando in tutt’altra direzione. Anche alcune fondazioni liriche a volte sembrano andare verso programmazioni “più turistiche”. Io, però, non devo rispondere a una fondazione: posso portare avanti la mia missione di recupero. Il barocco cresce, è un repertorio che si spinge da solo. Il Novecento e il contemporaneo dipendono molto di più dalla volontà di chi li sostiene e quindi anche da me. I due mondi si stanno avvicinando: anni fa venivo scelto nelle opere contemporanee proprio per la mia musicalità barocca. Ora che sono organizzatore, direttore e maestro concertatore, spetta anche a me favorire questo dialogo. E devo dire che il pubblico milanese che ho costruito negli anni si fida: magari non conosce il brano, ma viene comunque perché ha fiducia in ciò che proponiamo.
È una fiducia costruita nel tempo…
Sì, assolutamente. Ci conoscono per la serietà e la solidità dei concerti. Certo, potrei fare Mozart e riempire qualunque sala, ma non è questo il mio obiettivo: voglio inseguire il repertorio che ha definito la mia carriera.
Come nasce l’idea di portare Soleterre dentro un concerto natalizio?
Non sono un grande amante dei concerti legati alle festività, non li inserisco quasi mai nella mia programmazione. In questo caso, però, ho sentito il bisogno di far coincidere un evento solidale con un periodo dell’anno in cui la generosità è più spontanea. Il Natale è un momento propizio per fare del bene. Il repertorio si è rivelato perfetto sia musicalmente sia per lo spirito dell’iniziativa.
Parlando di pubblico, lei è contrario agli ingressi gratuiti nei concerti. Perché?
Non mettiamo mai un ingresso gratuito ai nostri concerti, perché crediamo profondamente che la cultura debba essere pagata, anche dal cittadino. Sono molto contrario all’idea che la musica classica possa essere offerta gratuitamente ad alti livelli: mi sono sempre battuto contro questa abitudine.
Un discorso diverso è quando facciamo lezioni-concerto o momenti divulgativi, spesso in periferia: allora siamo in borghese, apriamo al pubblico e l’obiettivo è educativo. Ma quando ci presentiamo in forma ufficiale, in abito da concerto, il pubblico deve pagare un biglietto, anche minimo. È una questione di rispetto: il pubblico è stato abituato male. Abituato ad ascoltare orchestre da cento elementi o direttori di fama a ingresso gratuito, poi considera “troppo” spendere 15 o 18 euro per un concerto. Io invece vado dritto per la mia strada: la cultura ha un costo altissimo e noi offriamo sempre un prodotto di qualità rigorosa. Lo scambio non può essere gratuito, perché altrimenti saremmo costretti a dipendere totalmente da finanziamenti politici o comunali. Vorrei che almeno il 30–40% delle entrate provenisse dagli incassi, in modo da rendere il progetto autosostenibile. E credo che questo principio dovrebbe valere per tutti.
La situazione appare paradossale: si fa fatica a far accettare un biglietto da 20 euro, ma poi magari si spendono 30 euro in aperitivi…
Proprio così. È una questione educativa. Io lo dico sempre: ormai vivo come un salmone, controcorrente. Il mondo va verso la facilitazione, verso il guadagno veloce, verso lo smartphone. La cultura è sempre all’ultimo posto. Ma la gente, quando viene ai concerti, scopre che aveva bisogno di questo: di emozioni vere, dal vivo. La voce, gli strumenti, non hanno bisogno di elettricità: se va via la luce, il concerto lo si porta a termine comunque. Questo oggi ha un valore enorme.

Lei insegna anche in conservatorio: com’è il rapporto con i giovani?
Mi ritengo privilegiato: in conservatorio arrivano i più motivati, la “crème de la crème”. Ci sono tanti giovani che desiderano davvero intraprendere questo mestiere. Per me significa continuare a essere un artigiano e insegnare che la voce è legata al corpo. Non puoi curare la voce senza curare il corpo. Da un’audizione capisco immediatamente lo stato psicologico di una persona. Lavorando sulla respirazione e sulla postura, a volte divento quasi uno psicoterapeuta oltre che insegnante. Mantengo in forma persone che lavorano con me da 15 anni: quando il corpo è sano, anche la voce lo è.
IL PROGRAMMA DELLA SERATA
OTTORINO RESPIGHI (1879-1936)
Lauda per la Natività del Signore
per soli, coro, orchestra pastorale e pianoforte a 4 mani
Maria Eleonora Caminada (Angelo), soprano
Ilaria Molinari (Maria), contralto
Leonardo Cortellazzi (Pastore), tenore
Intende Voci Ensemble
Orchestra da Camera Canova
CARL PHILIPP EMANUEL BACH (1714-1788)
Magnificat
per soli, coro e orchestra
- Magnificat anima mea – per coro e orchestra
- Quia respexit humilitatem – aria per soprano
- Quia fecit mihi magna – aria per tenore
- Et misericordia ejus – coro
- Fecit potentiam – aria per basso
- Deposuit potentes – duetto per contralto e tenore
- Suscepit Israel puerum – aria per contralto
- Gloria Patri et Filio – coro
- Sicut erat in principio – coro
Emilia Bertolini, soprano
Ilaria Molinari, contralto
Leonardo Cortellazzi, tenore
Christian Senn, baritono
Intende Voci Ensemble – Intende Voci Chorus – I Madrigalisti di Intende Voci
Orchestra da Camera Canova
Mirko Guadagnini, maestro concertatore
Per i biglietti: https://www.eventbrite.it/e/registrazione-concerto-di-natale-2025-magnificat-1964566755049
di Federico Arduini
La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
- Tag: musica, musica classica
Leggi anche
“Avatar: Fuoco e Cenere”: a Milano il cast presenta il film in arrivo il 17 dicembre
Enrico Ruggeri torna con “Gli occhi del musicista”: “Qui per dimostrare che ci si può divertire facendo cultura” – IL VIDEO
L’Ape Maia compie 50 anni e non li dimostra. A teatro un musical per festeggiarla