Marianne, la sirena che incantò Leonard Cohen sull’isola di Hydra
La storia d’amore tra l’autore di Hallelujah e questa donna incontrata per caso facendo la fila segnò la vita e la storia musicale dell’artista. Si lasciarono senza lasciarsi davvero mai, tant’è che lei prima di morire…
Marianne, la sirena che incantò Leonard Cohen sull’isola di Hydra
La storia d’amore tra l’autore di Hallelujah e questa donna incontrata per caso facendo la fila segnò la vita e la storia musicale dell’artista. Si lasciarono senza lasciarsi davvero mai, tant’è che lei prima di morire…
Marianne, la sirena che incantò Leonard Cohen sull’isola di Hydra
La storia d’amore tra l’autore di Hallelujah e questa donna incontrata per caso facendo la fila segnò la vita e la storia musicale dell’artista. Si lasciarono senza lasciarsi davvero mai, tant’è che lei prima di morire…
La storia d’amore tra l’autore di Hallelujah e questa donna incontrata per caso facendo la fila segnò la vita e la storia musicale dell’artista. Si lasciarono senza lasciarsi davvero mai, tant’è che lei prima di morire…
Era l’anno 1960, gli albori di una nuova epoca e di una nuova energia creativa che stava iniziando a pulsare nelle nuove generazioni, quando un giovane poeta, poco più che venticinquenne, con i soldi di un’eredità inaspettata, decise di scappare su di un’isola del mediterraneo alla ricerca di ispirazione. Hydra, piccolo lembo di terra greca circondato dal mare, all’epoca era meta di artisti e giramondo. Il poeta in questione era Leonard Cohen, fresco della sua prima pubblicazione ma già inquieto, incredibilmente talentuoso e in cerca di un senso a quell’insaziabile vena creativa.
E fu in un giorno come un altro su quell’isola, tra la gente in coda in un negozietto del porto, che Leonard vide per la prima volta Marianne. Lei bionda e bellissima, in crisi da tempo con il marito scrittore Axel Jensen, Leonard dai capelli nero corvino, entrambi in fuga, si amarono di uno di quegli amori lenti a crescere ma sempre più forti, travolgenti. L’isola e Marienne furono casa per Leonard e divennero la tanto agognata nuova fonte d’ispirazione la cui ricerca lo aveva spinto così lontano dalla sua Montreal. Con il tempo però le cose cambiarono. L’insoddisfazione per la sua carriera da poeta e i nuovi impulsi di quei giorni lo fecero interessare al vulcanico mondo del cantautorato. Leonard fu lungimirante e capì che proprio in quell’universo avrebbero potuto confluire i suoi scritti, trovando nella musica una nuova forza comunicativa.
Per questo decise di tornare a Montreal, all’inizio per poche settimane, dividendosi tra la sua città e Hydra, poi sempre per più giorni. Quegli anni a Hydra si rivelarono nel primo lavoro in studio di Cohen “Songs of Leonard Cohen”, pietra angolare della sua carriera e vero punto di riferimento per il genere in termini di linguaggio, temi e arrangiamenti. Ma il rapporto con Marianne inevitabilmente ne risentì, fino alla dolorosa separazione. Una separazione che forse non fu mai veramente tale. I due rimasero in contatto per tutta la vita. Nel 2009, ritornato sul palco, quasi costretto a seguito di una truffa milionaria subita, l’autore di Hallelujah volle proprio Marianne in prima fila al suo spettacolo di Oslo. Quando nel 2016, in punto di morte lei chiese di lui, Leonard non mancò alla chiamata e le scrisse.
“Carissima Marianne, Sono solo un po’ dietro di te, abbastanza vicino da prenderti la mano. Questo vecchio corpo si è arreso, proprio come il tuo. Non ho mai dimenticato il tuo amore e la tua bellezza. Ma tu lo sai. Non devo dire altro. Viaggia sicura, vecchia amica. Ci vediamo lungo la strada. Amore e gratitudine senza fine. Il tuo Leonard.”
Marienne morì pochi giorni dopo aver ricevuto il messaggio. Lui la seguì cinque anni fa: il 7 novembre del 2016. E per qualcuno, come Leonard cantava nella bellissima “So Long Marienne” a lei dedicata, ora ridono assieme di tutto quanto, ancora una volta insieme.
di Federico Arduini
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