“Mufasa: Il Re Leone”, il regista Barry Jenkins: “Siamo tutti essere umani complessi”
Abbiamo visto in anteprima le prime immagini di “Mufasa: Il Re Leone”, in uscita il 19 dicembre nelle sale
“Mufasa: Il Re Leone”, il regista Barry Jenkins: “Siamo tutti essere umani complessi”
Abbiamo visto in anteprima le prime immagini di “Mufasa: Il Re Leone”, in uscita il 19 dicembre nelle sale
“Mufasa: Il Re Leone”, il regista Barry Jenkins: “Siamo tutti essere umani complessi”
Abbiamo visto in anteprima le prime immagini di “Mufasa: Il Re Leone”, in uscita il 19 dicembre nelle sale
Abbiamo visto in anteprima le prime immagini di “Mufasa: Il Re Leone”, in uscita il 19 dicembre nelle sale
Nell’anno del 30º anniversario del capolavoro Disney Il Re Leone, il prossimo 19 dicembre arriverà nei cinema di tutto il mondo Mufasa: Il Re Leone, diretto dal regista Barry Jenkins e prequel live-action del remake del classico del 2019.
La storia viene narrata attraverso la voce di Rafiki, che racconta alla giovane Kiara, figlia di Simba e Nala, la straordinaria leggenda di Mufasa. Non mancheranno le classiche buffonate di Timon e Pumbaa, che aggiungono il loro inconfondibile tocco comico al racconto. Attraverso una serie di flashback, Rafiki dipinge il ritratto di un Mufasa cucciolo, smarrito e solo nella vasta savana, fino al giorno in cui il destino lo porta a incontrare Taka, erede di una dinastia regale. Un incontro che segnerà il cammino di entrambi nella ricerca del proprio posto nel cerchio della vita.
Per quel che abbiamo visto nella prima metà, il film coinvolge lo spettatore nella storia, non solo grazie al ritorno di personaggi noti, ma anche grazie alle atmosfere e alla musiche, marchio di fabbrica innegabile della saga. A livello visivo è un ulteriore passo in avanti, tra paesaggi immersivi per la loro naturalezza e i personaggi, sempre più vivi. Rispetto al film del 2019, inoltre, la regia e la messa in scena sembrano più a fuoco, forse aiutate dal fatto che si tratta, di fatto, di una storia in buona parte nuova.
Tra i temi affrontati, oltre all’importanza della salvaguardia della natura, emergono quelli dell’importanza della famiglia (sia essa naturale o d’adozione) e dell’impatto che il modo in cui si viene cresciuti ha su di un individuo, sul suo percorso di vita e su ciò che diventerà. Come ha sottolineato il regista Barry Jenkins durante un incontro con la stampa, avvenuto dopo la proiezione della prima parte del film: “La propria natura è derivante anche da come si viene cresciuti. Tra i due fratelli, uno viene cresciuto da un genitore, l’altro dall’altro e si vede come sono poi diventati diversi. Tutti sanno che Mufasa è Il Re, l’eroe, il buono, come tutti sanno che Scar è la nemesi, il fratello, il cattivo. Ma è importante anche la comunità che costruisci intorno a te. Siamo tutti essere umani complessi. Sono le scelte che facciamo a dettare chi siamo. Quello che mi piace di questo film è che abbiamo de programmato l’idea di ciò che ci vuole per diventare un leader“.
Jenkins ha raccontato anche come ha accettato di dirigere il film: “Non avevo capito il motivo per cui la Disney volesse che dirigessi questo film. Dissi di no all’inizio, anche senza aver letto la sceneggiatura. Fu mia moglie a dirmi che avrei dovuto leggerla perché sarebbe stato infantile dire di no senza averlo fatto. I 39 minuti e 15 secondi che avete visto in anteprima è l’esatto punto in cui fermai alla mia prima lettura, perché c’era qualcosa di speciale. La sceneggiatura, alla fine, mi ha conquistato“. A chi gli chiedeva come mai molti registi indipendenti abbiano scelto negli ultimi anni di abbracciare progetti legati a grandi franchise, il regista ha spiegato: “Credo che la nostra sia la prima generazione ad esser cresciuta con questi universi cinematografici: siamo cresciuti con questi film mainstream fin dalla nostra infanzia. Fanno parte di una parte diversa della mia vita: i film che ho guardato prima della scuola di cinema e quelli che ho visto dopo. Per trent’anni le persone in tutto il mondo hanno amato questo mondo“.
La più grande sfida? “La più grande sfida è stata il rapporto con la tecnologia. Mi piace fare un film con gli esseri umani, con macchine da prese, obiettivi e attori che cerchi di spostare tutti di concerto. Riuscire a padroneggiare la tecnologia e non farsi padroneggiare da lei è stata la cosa più difficile. Abbiamo imparato gli strumenti per piegarli alla nostra volontà. Per costruire il film abbiamo registrato prima le voci di tutti gli attori, costruendo una specie di radio dramma su cui poi si è costruita la storia. Si può proiettare sul nero”
Luca Marinelli, voce di Mufasa in italiano, ha raccontato la grande emozioni di aver dato vita ad un personaggio così importante: “Sono stato e sono un grandissimo fan del “Re Leone”. Avevo 10 anni quando vidi il film al cinema, mi ricordo ancora la meraviglia. L’ho visto tipo 160 volte e ora ci sono dentro. Sono molto felice”.
Elodie, secondo film da doppiatrice: “Non avrei potuto chiedere di meglio che doppiare una leonessa. Spero di essere stata all’altezza. È stato bellissimo lavorare con persone straordinarie e vivere questa esperienza”.
di Federico Arduini
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- Tag: Cinema, spettacoli
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