Skip to main content
Scarica e leggi gratis su app

Musica arida, numeri effimeri, cataloghi vuoti

|

L’industria musicale continua a spingere sul singolo, spesso assemblando album che sono poco più di raccolte di brani già pubblicati, completamente privi di una reale visione d’insieme

Musica

Musica arida, numeri effimeri, cataloghi vuoti

L’industria musicale continua a spingere sul singolo, spesso assemblando album che sono poco più di raccolte di brani già pubblicati, completamente privi di una reale visione d’insieme

|

Musica arida, numeri effimeri, cataloghi vuoti

L’industria musicale continua a spingere sul singolo, spesso assemblando album che sono poco più di raccolte di brani già pubblicati, completamente privi di una reale visione d’insieme

|

Che negli ultimi decenni l’accelerazione tecnologica abbia portato a vere rivoluzioni è sotto gli occhi di tutti. Fra i mondi più colpiti c’è senza dubbio la musica, che ha visto i suoi modelli tradizionali sconvolti in profondità. Con l’arrivo dello streaming e della fruizione libera di massa, il mercato ha compiuto una decisa inversione a U: via l’album come punto di riferimento e dentro i singoli, la produzione usa e getta, i trend topic e gli algoritmi. Risultato? Numeri immediati e volatili, ma a scapito di quello che per decenni era stato il cuore pulsante della conversazione musicale: il disco.

Negli ultimi mesi qualche timido segnale di ritorno al formato lungo si è intravisto, ma è chiaro che l’industria continua a spingere sul singolo, spesso assemblando album che sono poco più di raccolte di brani già pubblicati, completamente privi di una reale visione d’insieme (aspetto di cui gli ascoltatori si accorgono). Una tendenza che rischia di produrre desertificazione creativa.

E in un’epoca in cui i veri guadagni arrivano dai cataloghi, perseverare su questa strada appare come un clamoroso autogol: come si possono costruire archivi solidi se i singoli durano lo spazio di una settimana? La storia della musica è piena di esempi che smentiscono questa logica: B-side dimenticati diventati cult, brani nati come ‘riempitivi’ di album poi capaci di aprire carriere. È da lì che nascono i classici. Forse è il momento di ricordarlo: le hit passano, gli album restano.

La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!

Leggi anche

04 Novembre 2025
Abbiamo incontrato Revelè per farci raccontare la genesi di “Himalaya”, il significato profondo di…
02 Novembre 2025
Dopo un ottobre da record, con molti concerti sold out, il Blue Note Milano inaugura un&…
02 Novembre 2025
Steven Tyler voleva realizzare il museo nello storico palazzo di Cotronei, in cui aveva abitato il…
02 Novembre 2025
È disponibile in radio e in digitale da qualche giorno “Je Ne Me Vois Plus”, il nuovo singolo dell…

Iscriviti alla newsletter de
La Ragione

Il meglio della settimana, scelto dalla redazione: articoli, video e podcast per rimanere sempre informato.

    LEGGI GRATIS La Ragione

    GUARDA i nostri video

    ASCOLTA i nostri podcast

    REGISTRATI / ACCEDI