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musica dal vivo

Musica dal vivo, biglietti sempre più costosi

La musica dal vivo, diciamolo chiaramente, è sempre meno alla portata di tutti e sarà sempre peggio con il passare degli anni

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Musica dal vivo, biglietti sempre più costosi

La musica dal vivo, diciamolo chiaramente, è sempre meno alla portata di tutti e sarà sempre peggio con il passare degli anni

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Musica dal vivo, biglietti sempre più costosi

La musica dal vivo, diciamolo chiaramente, è sempre meno alla portata di tutti e sarà sempre peggio con il passare degli anni

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La musica dal vivo, diciamolo chiaramente, è sempre meno alla portata di tutti e sarà sempre peggio con il passare degli anni

Da quando ci siamo lasciati alle spalle il picco della pandemia da Covid-19, tutto ciò che riguarda gli appuntamenti con i live sembra essere tornato come prima: folle oceaniche saltano sotto i palchi di tutto il mondo, cantando a squarciagola le canzoni dei propri miti. A ben vedere, tuttavia, qualcosa di sostanziale è cambiato: il prezzo dei biglietti. La musica dal vivo, diciamolo chiaramente, è sempre meno alla portata di tutti e sarà sempre peggio con il passare degli anni. Un tempo l’appassionato dell’artista X si svegliava la mattina consapevole che avrebbe dovuto correre più dei bot e degli infami del secondary ticketing. Oggi che questo problema sembra essere affrontato in modo sempre più concreto e con i primi sparuti risultati (nei concerti di David Gilmour a Roma la disponibilità dei biglietti è stata sempre costante, segno che qualcosa è stato fatto), il nostro amico non metterà neanche la sveglia per prepararsi alla battaglia, avendo il portafoglio non abbastanza ricolmo di fruscianti banconote.

Facciamo qualche numero: il posto più a buon mercato per vedere dal vivo il leggendario chitarrista dei Pink Floyd al Circo Massimo di Roma costa 115 euro; per assistere in piedi all’esibizione di Eric Clapton servono 80 e passa euro (quasi 130 per i posti a sedere). E non abbiamo calcolato i costi di prevendita ed eventuali spese di spedizione.

Nemmeno scegliendo artisti più giovani cambia qualcosa: il concerto di Taylor Swift allo stadio San Siro di Milano ha un range di 100-170 euro. E gli esempi potrebbero andare avanti all’infinito, senza considerare i ‘pacchetti vip’ che sfiorano ormai il ridicolo con cifre di partenza di oltre 350 euro fino a punte di 800. Il fatto è che se davanti alle leggende alle loro ultime apparizioni dal vivo oppure alla star più grande del music business odierno i prezzi monstre potrebbero in qualche modo essere giustificati, il problema sta iniziando ad allargarsi a macchia d’olio fino a riguardare tutta la musica dal vivo. Chi scrive ha avuto la malaugurata idea di guardare la cronologia degli acquisti di biglietti risalenti ad anni fa e confrontarla con quelli di oggi: il risultato è impietoso, con prezzi in alcuni casi quasi raddoppiati.

Senza dimenticare che, per chi non vive nelle zone limitrofe a dove si terrà il concerto, si aggiungono i costi di trasporto e pernottamento. Per una famiglia diventa qualcosa di semplicemente impossibile. Sono lontane anni luce le battaglie per la musica libera, per i concerti a prezzi popolari e per la ‘musica della gente’: le esibizioni dal vivo sono ormai affare per pochi.

E se qui in Italia la situazione è difficile, c’è pure chi sta peggio. Basta fare un salto Oltreoceano, dove il famigerato dynamic pricing (seppure limitato ad alcuni biglietti) sta mietendo sempre più vittime. L’algoritmo dei prezzi dinamici funziona in modo simile a quello utilizzato dalle compagnie aeree per determinare il costo dei tagliandi: quando una tratta è molto richiesta volare diventa più caro. Secondo molti osservatori è solo una questione di tempo prima che questo sistema arrivi anche qui da noi. Cosa spinga i prezzi così in alto resta una domanda da un milione di dollari: c’è chi sostiene che dipenda dal fatto che gli artisti non guadagnino quasi più nulla (o quantomeno non come un tempo); altri danno le colpe allo streaming (che rende poco); altri ancora imputano tutto ai costi di produzione e realizzazione sempre più alti. Quale che sia la ragione, la sensazione è che più di qualcuno se ne stia approfittando.

di Federico Arduini

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