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Oasis

Oasis, c’eravamo tanto detestati

Sulla potenziale reunion degli Oasis c’è un indizio fissato sui profili social di Liam e Noel Gallagher, in scadenza in queste ore, che ha infiammato i devoti della band britannica

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Oasis, c’eravamo tanto detestati

Sulla potenziale reunion degli Oasis c’è un indizio fissato sui profili social di Liam e Noel Gallagher, in scadenza in queste ore, che ha infiammato i devoti della band britannica

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Oasis, c’eravamo tanto detestati

Sulla potenziale reunion degli Oasis c’è un indizio fissato sui profili social di Liam e Noel Gallagher, in scadenza in queste ore, che ha infiammato i devoti della band britannica

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Sulla potenziale reunion degli Oasis c’è un indizio fissato sui profili social di Liam e Noel Gallagher, in scadenza in queste ore, che ha infiammato i devoti della band britannica

Sarà felice mamma Peggy, 81enne di sangue irlandese che non si è mai spesa per ricomporre la frattura tra i suoi litigiosi figlioli spiegando anni fa che avrebbero dovuto sbrigarsela da soli. Ora la reunion degli Oasis è ufficiale e infiamma i devoti della band britannica, in crisi di astinenza da ormai da 15 anni. Liti, pubbliche incontinenze verbali e una distanza umana non suturabile messe invece da parte – forse – per un pacchetto da 60 milioni di sterline che sarebbero stati garantiti dagli organizzatori per il prepotente ritorno sulla scena degli Oasis.

Di fatto, la reunion delle reunion. Quella meno ipotizzabile per eccellenza. Solo rimettere assieme in una serie di concerti Roger Waters e David Gilmour produrrebbe su un palco lo stesso effetto distopico, anche se il percorso di riavvicinamento fra i fratelli Gallagher era partito da un po’, con Noel che ha elogiato la voce del fratello minore durante un’intervista per il trentennale di “Definitely Maybe”, uno dei tre album capolavoro (assieme a “(What’s the Story) Morning Glory?” e “Be Here Now”) messi in fila dai Gallagher e soci in pochi anni, prima di allontanarsi definitivamente tra quegli eccessi di egolatria che li hanno portati alle carriere soliste. Liam a sua volta in un post sui suoi social ha scritto: «Non ho mai amato la parola EX» per poi dedicare al fratello dal Reading Festival un paio di brani storici degli Oasis. Durante il suo concerto sullo schermo è stato proiettato lo stesso annuncio comparso sui suoi profili socialInsomma, c’è una trama studiata alla spalle e l’opera di ricomposizione della band caduta in occasione dei 30 anni di “(What’s the Story) Morning Glory?”: l’album di “Wonderwall”, “Don’t Look Back in Anger” e “Champagne Supernova”.

Certo, se nel girone attraente ma spesso deludente delle reunion sono cascati addirittura i Sex Pistols, perché non gli Oasis? I Pistols hanno suonato poco più di 24 ore fa in provincia di Vicenza (all’Ama Music Festival al parco di Villa Ca’ Cornaro a Romano d’Ezzelino) e lo faranno a settembre a Nottingham e poi a Glasgow. Sul palco senza John Lydon o Johnny Rotten (il suo pseudonimo), leader e guida della leggendaria punk rock band britannica: i rapporti con gli altri membri sono tesi a causa della disputa legale per la miniserie in sei puntate “Pistol” del regista premio Oscar Danny Boyle. Lydon non voleva fossero utilizzate le loro canzoni per la serie, perdendo poi la causa con Steve Jones e Paul Cook, chitarrista e batterista del gruppo. Tre anni e spiccioli di attività e un solo album: “Never Mind the Bollocks”, un tuono scagliato dall’alto. Scandalo, punk e provocazione (con l’ingresso nella band di Sid Vicious, morto nel 1979): una parabola forsennata e breve come lo sarà in futuro soltanto quella dei Nirvana, tra disordini, anarchia e discreti mal di pancia per la polizia inglese e per la Corona. Ora che la furia selvaggia del punk si è assopita, restano il segno del passato e il flusso di dollari del presente, che cancella litigi e incomprensioni.

di Nicola Sellitti

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