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Paul McCartney il compleanno

Gli 80 anni di Macca

Il compleanno di un genio della melodia, Paul McCartney. Ha costruito, ricercato, manipolato, sognato, soprattutto faticato con perizia tutta artigianale per ricavare trame musicali mai ascoltate prima
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Gli 80 anni di Macca

Il compleanno di un genio della melodia, Paul McCartney. Ha costruito, ricercato, manipolato, sognato, soprattutto faticato con perizia tutta artigianale per ricavare trame musicali mai ascoltate prima
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Gli 80 anni di Macca

Il compleanno di un genio della melodia, Paul McCartney. Ha costruito, ricercato, manipolato, sognato, soprattutto faticato con perizia tutta artigianale per ricavare trame musicali mai ascoltate prima
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Il compleanno di un genio della melodia, Paul McCartney. Ha costruito, ricercato, manipolato, sognato, soprattutto faticato con perizia tutta artigianale per ricavare trame musicali mai ascoltate prima
Paul McCartney è stato il miglior costruttore di melodie del Novecento. Punto. Superiore a Gershwin (almeno nella forma canzone), Cole Porter, Randy Newman e a Brian Wilson di cui è e resterà accanito fan. Canzoni come “Yesterday”, “Eleanor Rigby”, “For No One”, “Here there and everywhere”, “Let it Be”, “Blackbird”, “Hey Jude”, “And I love her” e “The long and winding road” sono tra i frutti più celebrati del suo iter compositivo, caratterizzato dall’utilizzo di armonie semplici coniugate con una ricchezza melodica senza pari, irraggiungibile. Paul ha costruito, ricercato, manipolato, sognato, soprattutto faticato con perizia tutta artigianale per ricavare trame musicali mai ascoltate prima. Certo, per molti rimane quello delle canzoni ‘rotonde’, d’amore, con morbidi incastri tonali e nessun pH acido nelle parole (opzione riservata al collega John). Per tantissimi è il musicista puro, quasi perfetto, con un focus musicale talmente in esubero che ogni velleità intellettuale, impegnata o sociale è giudicata inesistente. Ma questi tantissimi dimenticano che fu proprio Paul, durante il periodo Beatles, a sdoganare il Lsd con un’intervista ormai storica o, qualche anno prima, a prendere posizione contro la politica segregazionista degli Stati Uniti del Sud. Si tende a dimenticare che Paul sia stato uno dei maggiori promotori e agitatori della controcultura underground, uno dei primi a sperimentare suoni, a pasticciare con i filmini Super8 (prima che il connubio John & Yoko gli desse dignità di gesto artistico). Meno propenso, rispetto a John Lennon, a perimetrare e centellinare con accortezza la sua poetica e a fare del comporre un gesto pienamente artistico, McCartney è uno che semplicemente ama la musica: suonarla, dialogarci, creare, giocarci, sperimentare nuove vie e nuovi suoni (vedere il suo progetto “The Fireman”). Gli piace misurarsi con generi nuovi, anche leggeri e commerciali, persino dance. Eppure, pescando nella discografia solista del Macca ritrovi brani di straordinaria bellezza come “Here Today”, “Maybe I’m Amazed”, “Junk” e piccole gemme acustiche come “Jenny Wren” e “Little Willow”. «Vivi con leccaculi che ti raccontano di quando eri un re». Chi non ricorda il feroce strale lanciato da John Lennon a Paul nella canzone “How do you sleep?” (Album: “Imagine”). Un rancoroso insulto ma anche un’ineccepibile verità. Paul, a partire dallo scioglimento dei Beatles, non ha avuto accanto una persona che fosse capace di dirgli di no (cosa che di norma faceva John). Ci ha provato il produttore George Martin: qualche volta gli è riuscito (come quando lo obbligò a riscrivere daccapo l’album “Tug of war”), il più delle volte no. Poco male. La sovranità di McCartney ci ha impedito forse di avere una produzione discografica più controllata e quindi maggiori distillati di genio artistico ma, nello stesso tempo, ci ha consentito di entrare, arricchendoci, nel suo mondo sonoro e melodico pieno di picchi altissimi e di altrettante indigeribili cadute, di musica composta seriamente e di semplici divertissement, quasi a volerci dire che la vita è una sola ma i sapori con cui condirla possono essere davvero tanti. Oggi Paul soffia 80 candeline. Siamo convinti che anche questa volta siederà al pianoforte e da lì uscirà qualcosa. Di grande, di meno grande. Non importa. Sarà comunque musica. Buon compleanno, sir Paul. Di McGraffio

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