Roberta Tagliavini, una vita di volontà e libertà
“Ricordo che un giorno mi sono guardata allo specchio e mi sono domandata: vuoi davvero vivere così tutta la tua vita?”. Il desiderio e l’importanza della libertà raccontate da Roberta Tagliavini, una delle prime donne italiane a separarsi dal marito.
Roberta Tagliavini, una vita di volontà e libertà
“Ricordo che un giorno mi sono guardata allo specchio e mi sono domandata: vuoi davvero vivere così tutta la tua vita?”. Il desiderio e l’importanza della libertà raccontate da Roberta Tagliavini, una delle prime donne italiane a separarsi dal marito.
Roberta Tagliavini, una vita di volontà e libertà
“Ricordo che un giorno mi sono guardata allo specchio e mi sono domandata: vuoi davvero vivere così tutta la tua vita?”. Il desiderio e l’importanza della libertà raccontate da Roberta Tagliavini, una delle prime donne italiane a separarsi dal marito.
AUTORE: Renata Sortino
Nel 1963, quando le donne erano considerate “angeli del focolare”, la podestà maritale la faceva da padrona e l’imperativo categorico era mantenere la facciata della “signora per bene”, Roberta Tagliavini si libera dall’oppressione del marito dicendo no alle sopraffazioni. «Sono stata una delle prime donne a separarmi in Italia. Ricordo che un giorno mi sono guardata allo specchio e mi sono domandata: vuoi davvero vivere così tutta la tua vita? In quel momento ho capito che la libertà è il più grande privilegio e questo è l’insegnamento che ho trasmesso a mia figlia (la fotografa Malena Mazza, ndr.)».
Donna di innumerevoli talenti, Roberta Tagliavini – per i milanesi “Robertaebasta”, come l’insegna del suo negozio di antiquariato che domina Brera – è un volto ormai famoso della televisione (“Cash or Trash”, “Il Mercante di Brera”, “Questa è casa mia”) e vanta sicuramente un carattere fuori dall’ordinario. Indomita, sicura di sé, deve tutto all’educazione che la madre le ha inculcato: «Se lavavo i piatti mi sgridava. Per lei ero troppo intelligente per passare la vita in modo ordinario». Potere dell’imprinting, ça va sans dire.
Sposatasi ad appena 15 anni – «Ho conosciuto mio marito in una balera mentre ballavo il rock’ n’ roll. Amore? Chi può dirlo, a 15 anni si è innamorati della vita» – Roberta inizia a realizzare la sua passione: disegnare mobili e venderli, lasciando al marito e al suocero il compito di realizzarli. Gli affari vanno a gonfie vele. Diventa madre a 17 anni ma qualcosa nel suo matrimonio non funziona e così si separa per divorziare appena possibile con la legge del 1970. Da quel momento inizia un periodo ricco di aneddoti da far invidia a uno sceneggiato televisivo (è stata forse la prima donna direttrice commerciale di una fabbrica di trattori).
Nell’agosto del fatale 1970 incontra il secondo marito, Alberto Martinelli. Lui lavora come ufficio stampa per Clan Celentano, la mitica casa discografica del cantante. Fra loro scatta il colpo di fulmine e decidono di trasferirsi a Milano. «Sono stata sposata con Alberto 55 anni (Martinelli è morto qualche anno fa, ndr.) e il nostro è stato un rapporto speciale. Eravamo complici senza costrizioni e oppressioni». Nel frattempo in lei si fa strada l’idea di aprire un negozio di complementi di arredo a Milano, in piazza San Babila. Negli anni Ottanta si sposta a Brera, dove nasce “Robertaebasta”. È allora che, sviluppando il suo incredibile intuito per le tendenze nell’ambito dell’arredamento, il suo nome inizia a fare il giro del mondo. Il resto è storia, dal negozio alla tv.
Con gli anni i suoi ricordi riportano sempre più all’infanzia: «I miei genitori lavoravano tutto il tempo, io trascorrevo da sola intere giornate a leggere. Sono sempre stata magrissima. Ricordo che mia madre mi obbligava a mangiare, ma il cibo mi faceva vomitare. Chi lo sa, forse era una forma di anoressia». Problemi superati con il lavoro, con la passione di ogni giorno e grazie all’amore per i figli («Poter lavorare con il mio Mattia è davvero un grande regalo che la vita mi ha fatto»).
Donna pragmatica e decisamente non emotiva, Roberta Tagliavini ha asfaltato pregiudizi e convenzioni, conquistandosi la sua bella fetta di posto al sole. Chiederle se sia felice è quasi inevitabile: «Guardi, le posso dire che sicuramente mi diverto molto». Touché.
Di Renata Sordino
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