Sanremo 2023: Amadeus ha fatto bene i compiti
Dalle corse con Morandi di città in città, alle scelte precise che stanno ottenendo l’effetto desiderato: Amadeus ha preparato un Sanremo 2023 scoppiettante
Sanremo 2023: Amadeus ha fatto bene i compiti
Dalle corse con Morandi di città in città, alle scelte precise che stanno ottenendo l’effetto desiderato: Amadeus ha preparato un Sanremo 2023 scoppiettante
Sanremo 2023: Amadeus ha fatto bene i compiti
Dalle corse con Morandi di città in città, alle scelte precise che stanno ottenendo l’effetto desiderato: Amadeus ha preparato un Sanremo 2023 scoppiettante
Dalle corse con Morandi di città in città, alle scelte precise che stanno ottenendo l’effetto desiderato: Amadeus ha preparato un Sanremo 2023 scoppiettante
Gender fluid, body positive, politica estera. Pure un passaggio – purtroppo – sulla cronaca nera, con Fedez che sale sul palco pochi giorni dopo la sonora sghignazzata – via podcast – sulla scomparsa di Emanuela Orlandi.
Sanremo, ci siamo, mancano poche ore al via. Sempre solo canzonette, eh? L’assioma che soprattutto la politica è andata ripetendo in queste settimane, sull’opportunità politica della presenza del premier ucraino Zelensky nello show della musica italiana, ovvero che sull’Ariston dovrebbe esserci spazio solo per chi canta e suona – è solo un mero esercizio di propaganda. Un pezzo della liturgia sanremese.
La liturgia è un elemento essenziale del Festival. Come quasi sempre, a Sanremo andrà in scena, assieme a una trentina scarsa di canzoni inedite – e neppure tutte inedite – tutto quello che serve agli italiani per almeno una settimana. Materiale per evadere e criticare. Sanremo tocca le nostre corde emotive. Un contenitore aperto su cui tutto è in discussione. Dal tinello di casa, sui social. Ovunque. Chiunque dirà la propria. L’innesco è il canone: si paga, ci si sente autorizzati a intervenire, fare a pezzi o celebrare chiunque. Basta qualche clic. Senza esclusione di colpi.
D’altronde, è il risultato che forse ha cercato e trovato la Rai. Che ha saputo diluire Sanremo in pillole, tra cantanti e ospiti comunicati tra varie edizioni del Tg, dal megafono di Fiorello e altri programmi del palinsesto di Rai1. Sanremo è iniziato mesi fa. Morandi e Amadeus che corrono negli spot, di città in città. Le madrine, segmenti di canzoni in gara che finiscono in Rete. Ha portato acqua al mulino involontariamente anche Madame (in gara), denunciata per falsa vaccinazione e immediatamente finita sulla graticola social per la sua presenza al Festival.
Sino al colpo della presenza di Zelensky, che ha piazzato una spalmata di guacamole su una pietanza già piccante. Gradisce il suo intervento – da remoto – all’Ariston la presidente del Consiglio, per rinsaldare l’impegno atlantico del governo. Assai meno a Salvini, a Conte, a Berlusconi. C’è abbastanza materiale per una settimana di polemiche. E nel conto va messo il FantaSanremo, 2,5 milioni di iscritti con proiezione verso i tre milioni, il gioco online inventato da un gruppetto di marchigiani che consente di scegliere un pacchetto di cinque artisti con i 100 baudi (il nome della valuta, ovviamente non casuale, del FantaSanremo), vince chi farà più punti in base a quello che faranno gli artisti dentro (e pure fuori) l’Ariston.
Insomma, i compiti sono fatti bene, da Amadeus e la sua squadra. Pare che la raccolta pubblicitaria di Sanremo 2023 sia alle stelle – oltre 50 milioni di euro incassati – e con buona probabilità ci sarà il ritorno anche nello share.
I conti tornano, quindi va bene che ora la discussione giri intorno all’esibizione di BigMama, la rapper oversize (sul palco con Elodie) aspirante sessuologa e distributrice di condom al liceo, poi folgorata da Salmo e ispirata sul body positive dalla singer americana Lizzo. I fedeli alla tradizione sono già armati fino ai denti (l’arma è lo smartphone) e lo saranno pure per Rosa Chemical, ovvero il rapper Manuel Franco Rocati, presente già lo scorso anno a Sanremo come ospite della serata-duetti con Tananai. Il rafforzamento della “rivoluzione fluida” non è piaciuta a Fdi (invece, pro Zelensky), lo ha fatto sapere alla Camera la deputata Maddalena Morgante, stimolando l’immediata reazione di Verdi, Sinistra Italiana, +Europa e del Partito democratico, anche di Stefano Bonaccini, il favorito per la segreteria del Pd al prossimo congresso. Altro materiale incandescente.
A questo punto, ma di sicuro tornerà a essere un trend topic su Twitter, è roba quasi da antiquariato Fedez (ospite in coppia con gli Articolo 31) e la sua inaccettabile risata su Emanuela Orlandi in un podcast su Twitch. Chiara Ferragni è una delle presentatrici, il rapper milanese ha praticamente costruito la sua carriera e il suo impero sull’uno-due sui social, vuoi vedere che non ci scappa la polemica, qualche gesto, una battuta o altro a favore di clic e retweet? Per il traffico, appunto.
Sul palco tornano anche i Maneskin, bravi, eccentrici, divisivi, studenti attenti dei paradigmi del rock. Celebrati anche dal sito Variety, considerati in Italia come ribelli, in realtà dei pezzi di pane soffice rispetto a Eminem che 22 anni fa fece scomodare la procura di Milano: esposto del Centro studi teologici di Milano, Rai che chiese di visionare il testo della canzone in scaletta “The Real Slim Shady”, poi eseguita sul palco con il rapper americano a fare la faccia del cattivo davanti a Raffaella Carrà.
Da allora, poco è cambiato. I bacchettoni restano, la politica è pronta a metterci mano per farne propaganda. Si aggiungeranno al coro le polemiche su chi vince Sanremo, chi ha fatto flop. Per fortuna, rispetto al passato, si intravede di far emergere pezzi di vita reale, siano essi il gender fluid o meglio ancora il body positive. Ma, alla fine, non erano solo canzonette?
Di Nicola Sellitti
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