Silvia Salemi e la sua “23 Ore”
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Silvia Salemi su questa nuova fase della sua carriera e sulla raccolta “23 Ore”
Silvia Salemi e la sua “23 Ore”
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Silvia Salemi su questa nuova fase della sua carriera e sulla raccolta “23 Ore”
Silvia Salemi e la sua “23 Ore”
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Silvia Salemi su questa nuova fase della sua carriera e sulla raccolta “23 Ore”
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Silvia Salemi su questa nuova fase della sua carriera e sulla raccolta “23 Ore”
Nel mare magnum della musica liquida sembrerebbe cosa facile trovare qualcosa di nuovo e interessante da ascoltare. Invece, non è propriamente così. Ogni tanto ci divertiamo a scavare per voi in questo universo in continua espansione per trovare artisti di valore, che meritano un ascolto attento. Poi starà all’ascoltatore scegliere se seguire l’artista in questione o veleggiare verso altri lidi.
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Silvia Salemi, cantautrice, conduttrice televisiva e radiofonica, vincitrice nel ’95 del Festival di Castrocaro con il brano “Con questo sentimento”. Nel 1997, con “A casa di Luca”, è stata premiata dalla critica per il miglior testo a Sanremo. L’occasione è stata l’uscita della raccolta “23 Ore”, un viaggio emotivo e narrativo che si svolge nell’arco di quasi un’intera giornata, lasciando la ventiquattresima ora in bilico tra il reale e l’immaginario. Prodotta da Dischi dei Sognatori e Noise Symphony srls e distribuita da Ada Music Italy, la raccolta contiene i brani rimasterizzati dell’ultimo album di Silvia, “23” (2017), mai pubblicati in digitale, e i singoli usciti negli ultimi anni: “Chagall” (2020), “I Sogni Nelle Tasche” (2021), “Noi contro di Noi” (2022), “Faro di Notte” (2023), “Fiori nei Jeans”, “Amore Eterno” e “Animali Umani” (2024).
Com’è nata l’idea di questa raccolta?
Sono partita da Eugenio Montale, che parla delle occasioni. L’ho fatto un po’ mio, chiaramente. L’ho riadattato alla realtà del mio disco del 2017, “23”, in cui le 23 ore rappresentano tutto quello che è successo. La 24ª ora è tutto quello che può succedere dopo; è l’occasione che non ti aspetti, l’occasione che può arrivarti quando pensi di aver fatto tutto. Invece, quel tutto ancora non è definitivo, non è chiuso, è un cerchio aperto. Quindi puoi ancora fare quel gol che decide la partita o addirittura il campionato. Oggi, “23 Ore” rappresenta anche un punto della situazione, come a capire a che punto sono e da qui in poi creare nuovi spazi. È come quando riordini i cassetti a casa e, nel riordinarli, vengono fuori anche spazi nuovi che prima non avevi, anche spazi mentali. A “23” si aggiungono i singoli di questi quattro anni trascorsi e tre singoli nuovi, assolutamente inediti: “Fiori nei jeans”, “Amore Eterno” e “Animali umani”.
Sono fierissima di questo progetto, anche perché siamo arrivati all’idea di produrre un disco fisico, raggiungendo così un pubblico feticista, se mi passi il termine, che cerca nei feticci del vinile o del disco fisico, che può essere un CD, qualcosa da tenere in mano e da portare per sempre, oltre alla semplice versione digitalizzata
Un cerchio che si chiude aprendone un altro
Sì ed è anche una sorta di avvicinamento al prossimo anno, che segnerà i trent’anni da quando ho iniziato a cantare. Non la chiamo carriera, perché la carriera la fanno i manager e i capi d’azienda. Io ho seguito un percorso, un percorso umano, sì, professionale, ma soprattutto artistico nelle varie cose che faccio: dalla radio al teatro, ma soprattutto la musica, che è il mio pane, la mia vita, la mia gioia di vivere e mi ha dato le più grandi soddisfazioni. Siamo sempre alla ricerca di cose nuove e ci saranno sempre cose nuove. Intanto, questi tre punti fermi sono queste tre canzoni, così diverse tra loro, e per me rappresentano una gioia e un onore. In primis perché non le ho fatte da sola, ma in una session. In questo senso, diventa un lavoro quasi perfetto, perché tutto quello che è fatto con tante persone in un regime di democrazia artistica, dove ognuno aggiunge una virgola, un punto, un respiro, una parola, è bellissimo. Sei sicuro di aver espresso più colori possibili.
Eppure viviamo in un’epoca in cui la musica viene narrata sempre più come un qualcosa di soggettivo, un qualcosa che si può fare da soli, anche in cameretta
Io arrivo da tanta autorialità, come ad esempio con “23”, un disco che ho scritto completamente da sola, tutte le dieci canzoni, musica e testi. Quando è finita la produzione, mi sono sentita felice perché avevo messo fuori tutta una parte di me in maniera onesta, senza che nessuno aggiungesse un pensiero o una virgola in più. Ho detto esattamente quello che sentivo dentro. È stato un lavoro totalmente autobiografico. Ma quando hai bisogno di cantare delle cose che siano per tutti, come “Animali umani”, una canzone sulla violenza contro le donne, è chiaro che hai bisogno di raccogliere anche delle espressioni maschili. Così ho scelto di circondarmi di autori maschili proprio perché volevo il loro punto di vista.
Parlami di “Animali umani”, da dove è nata la scintilla?
Arriva tutti i giorni, e questo lo dico con grande rammarico e rabbia. Non dovrebbero esserci queste scintille; dovremmo cantare la leggerezza. Invece, noi artisti spesso ci troviamo a cantare canzoni con tematiche forti perché le istituzioni non sono arrivate in tempo per dire, per denunciare. Oppure qualcuno ha denunciato, ma nessuno ha ascoltato. Quindi arrivano le canzoni, che sono l’ultima risorsa, il culmine di un’assurdità in cui degli artisti devono imbracciare una penna, una chitarra, e dire no a qualcosa che dovrebbe essere risolto a livello istituzionale. Ma comunque, sono fiera di questo. La gente può anche convincersi piano piano, come con la preghiera: pregando, pregando. Alla fine, a forza di dirle, le cose le facciamo succedere. Quindi non dobbiamo subire. Al primo schiaffo è già tardi. Dobbiamo andarcene alla prima frase fuori posto. Quando ti dicono “stai al tuo posto,” “non sei abbastanza,” “senza di me non sei niente.” Opponiamoci sempre alla mancanza di rispetto, anche se sembra innocua. Quando poi dicono “Ma io stavo scherzando”… No, non stavi scherzando. Ci sono frasi che non si dicono neanche per scherzo, perché dallo scherzo si passa poi all’offesa seria. Quindi, donne care, reagite.
Aspetto, quest’ultimo, che si ricollega ad un tema ricorrente del disco, quello delle scelte
Assolutamente, le scelte non compiute possono cambiare la vita tante volte. È come quella palla non tirata o tirata male che finisce in tribuna: non fai il punto e vai contro te stessa. A volte, anche dolorosamente, dobbiamo fare delle scelte, tra cui difenderci e difendere i nostri figli. Questo è in linea con il tema di “Animali umani”.
Questo progetto segna il ritorno di Silvia Salemi anche sulle scene live con VOICE: l’artista, infatti, quest’estate sarà in giro per l’Italia con Voce Summer Tour, l’anteprima del progetto indoor che Silvia Salemi porterà nelle principali città italiane tra il 2024 e il 2025.
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Tag: musica, Musica italiana
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