Regina Sophia Loren
I 90 anni di Sophia Loren, che l’attrice festeggerà domani a Roma con familiari e amici, possono essere raccontati in vari modi
Regina Sophia Loren
I 90 anni di Sophia Loren, che l’attrice festeggerà domani a Roma con familiari e amici, possono essere raccontati in vari modi
Regina Sophia Loren
I 90 anni di Sophia Loren, che l’attrice festeggerà domani a Roma con familiari e amici, possono essere raccontati in vari modi
I 90 anni di Sophia Loren, che l’attrice festeggerà domani a Roma con familiari e amici, possono essere raccontati in vari modi
I 90 anni di Sophia Loren, che l’attrice festeggerà domani a Roma con familiari e amici, possono essere raccontati in vari modi. Per alcuni aspetti, la vita della diva per antonomasia del nostro cinema ha tutti i canoni della più classica delle storie di riscatto. Nata a Roma e cresciuta a Pozzuoli, la giovane Sofia Scicolone (suo vero nome all’anagrafe) attraversa le ristrettezze imposte dalla guerra, si lancia nell’ottimismo del periodo postbellico e, partendo dai concorsi di bellezza, dà il via alla propria carriera nel mondo del cinema, divenendo il volto femminile dell’Italia che abbraccia il boom economico e impone il proprio stile in tutto il mondo.
Da un’altra angolazione, la sua potrebbe essere una favola in cui una principessa incontra lungo la propria strada dei cavalieri che l’accompagnano verso la meta, dando vita a legami indissolubili. Come quello con Carlo Ponti, il produttore che per primo ne intuisce il potenziale e che anni dopo – sfidando le convenzioni dell’epoca legate alla differenza d’età fra i due e al turbolento divorzio di lui – diverrà suo marito, dando vita a un matrimonio che non conoscerà scossoni. Oppure quello con Vittorio De Sica che, dopo averla incontrata giovanissima a Cinecittà (in lacrime per l’ennesimo rifiuto a un provino), la sceglierà anni dopo come protagonista femminile ne “L’oro di Napoli”, per poi cucirle addosso il personaggio di Cesira ne “La Ciociara”. Ruolo quest’ultimo che nel 1962 le varrà un Oscar (primo riconoscimento in assoluto all’interprete di un film non recitato in inglese) e la consacrerà come una delle più grandi protagoniste del cinema mondiale.
Poi c’è Marcello Mastroianni, conosciuto sul set di “Peccato che sia una canaglia” e con cui darà vita a un sodalizio da cui scaturiranno capolavori (da “Matrimonio all’Italiana” a “Una giornata particolare”) e formerà una coppia simbolo dell’italianità nel mondo. Un’immagine talmente radicata nell’immaginario globale che la celebre scena dello spogliarello in “Ieri, oggi, domani” del 1963 verrà riproposta in chiave ironica dagli stessi due attori a oltre trent’anni di distanza, nella loro ultima interpretazione insieme in “Prêt-à- porter” di Robert Altman, a testimonianza del loro status di icone.
Nonostante sia divenuta una leggenda vivente, Sophia Loren non ha però mai perso la spontaneità figlia delle sue origini. Come quando nel 1962, dopo aver appreso la notizia della vittoria dell’Oscar tramite una telefonata dell’amico Cary Grant, accoglie in vestaglia le telecamere della Rai nella sua casa romana, dichiarando di aver disertato la cerimonia di consegna del premio «per il timore di svenire davanti a tutti». O come nel 1999, quando dal palco dell’Academy (e in barba ai cerimoniali di rito) annuncia la vittoria di Roberto Benigni chiamandolo sul palco per nome in uno slancio di sincera emozione, esattamente identica a quella provata da tutti noi.
Tornano alla mente le sue parole pronunciate nel 2021, quando a 86 anni ha vinto il David di Donatello per la sua interpretazione in “La vita davanti a sé” (diretto da suo figlio Edoardo Ponti): «Forse sarà il mio ultimo film, non lo so. Ma dopo averne fatti tanti, ho voglia di farne uno ancora più bello: senza il cinema non posso vivere». A noi piace ribaltare il concetto: è il cinema che non può vivere senza di lei, donna Sophia. Buon compleanno.
di Stefano faina e Silvio Napolitano
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Tag: Cinema
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