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Stappando Bond, James Bond

James Bond non è solo un esempio di successo cinematografico, ma anche di marketing. Lo testimonia Bollinger, lo champagne preferito dall’agente 007 nell’ultimo film della saga “No Time to Die”.
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Stappando Bond, James Bond

James Bond non è solo un esempio di successo cinematografico, ma anche di marketing. Lo testimonia Bollinger, lo champagne preferito dall’agente 007 nell’ultimo film della saga “No Time to Die”.
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Stappando Bond, James Bond

James Bond non è solo un esempio di successo cinematografico, ma anche di marketing. Lo testimonia Bollinger, lo champagne preferito dall’agente 007 nell’ultimo film della saga “No Time to Die”.
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James Bond non è solo un esempio di successo cinematografico, ma anche di marketing. Lo testimonia Bollinger, lo champagne preferito dall’agente 007 nell’ultimo film della saga “No Time to Die”.
Champagne, per brindare a un segreto. Meglio se in compagnia di una bella donna. E chissenefrega se lei è una spia. Il nome dello champagne lo faremo dopo ma il nome del bevitore lo facciamo subito: è Bond. James Bond. Quel che resta del mito del maschio eterosessuale al cinema, ora che pure il nuovo Superman è bisex. Si sa, i tempi cambiano. Ma non per James. Con l’uscita dell’ultimo film della saga, “No Time to Die”, stroncato da molti ma visto da (quasi) tutti, James si è confermato un mito valido per la celluloide ma anche per il marketing. Sul “New York Times” un articolo si è occupato dello 007 più famoso del mondo. Partendo da una domanda: «Perché James Bond dovrebbe bere Bollinger? Perché è il migliore. Tutto ciò che fa è il migliore. Un giorno prima che “No Time to Die” iniziasse a essere proiettato nei cinema americani, Bollinger, lo champagne preferito da James Bond, ha tenuto una festa pre-proiezione in un teatro chic in South Street, a New York Seaport. Vip in abiti con paillettes e smoking hanno posato sul tappeto rosso». Perché il Covid-19 ha cambiato il mondo ma non il suo desiderio di sognare, di cui Bond è una delle migliori divagazioni. Certo, in passato 007 ha bevuto pure Dom Perignon, come in Missione Goldfinger dove, a una delle tante belle donne incontrate, spiegava: «Figliola, ci sono delle cose che assolutamente non si fanno. Per esempio, bere Dom Perignon del 1953 a una temperatura superiore ai 4 gradi centigradi». In fondo, per sognare (e bere) non è mai troppo tardi. di Aldo Smilzo

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