“The Holdovers”, lezioni di vita nella neve
“The Holdovers”, lezioni di vita nella neve
“The Holdovers”, lezioni di vita nella neve
Cosa avrebbe fatto Holden Caulfield se, invece di essere cacciato dalla Pencey, fosse rimasto nella sua scuola in Pennsylvania durante le vacanze di Natale? È quello che devono aver pensato lo sceneggiatore David Hemingson e il regista Alexander Payne mentre realizzavano “The Holdovers – Lezioni di vita”. In realtà, la parola holdovers (che non a caso al suo interno ha un velato richiamo a Holden) significa “residui”, “restanti”, “coloro che vengono trattenuti”. Proprio come i protagonisti di questa storia.
New England, 1970. È il 15 dicembre e alla prestigiosa Burton Academy finiscono le lezioni. L’ultima campanella suona nella classe di Paul Hunham (Paul Giamatti), insegnante di lettere classiche inviso agli alunni per la sua severità e per l’intransigenza, ma anche al preside per aver bocciato il figlio di un senatore senza avergli mostrato un necessario occhio di riguardo. Per punizione sarà Hunham a supervisionare chi rimarrà a scuola durante le vacanze. Mentre quasi tutti i ragazzi tornano infatti dalle loro famiglie, in quattro sono costretti a passare le feste nell’istituto, per diversi motivi: chi ha i genitori in Asia, chi non è ben voluto, chi per ‘disobbedienza civile’ non si vuole tagliare i capelli mettendo a rischio una promessa settimana bianca. A loro si aggiunge un quinto studente: Angus Tully (Dominic Sessa), adolescente riottoso ma dolce e intelligente a cui la madre ha fatto sapere all’ultimo che andrà in luna di miele col nuovo marito.
La neve cade, la Burton si svuota. Rimangono i cinque ragazzi con il professor Hunham e Mary Lamb (Da’Vine Joy Randolph), cuoca del collegio che da poco ha perso il figlio in Vietnam. Pochi giorni dopo un elicottero vibra nel cielo: i ricchi genitori del ‘disobbediente civile’ lo prendono e invitano gli altri ‘residui’ in montagna con loro. Brevi chiamate coi genitori, valigie e bye bye. Soltanto la mamma di Angus è irraggiungibile, così sarà costretto a rimanere alla Barton con Hunham e Mary. Tre solitudini che si incontrano.
Uscito nelle sale statunitensi lo scorso novembre, “The Holdovers – Lezioni di vita” arriva da noi insensatamente a gennaio. Soltanto due mesi, sufficienti però per cambiare la percezione di un film ambientato a Natale. Il prossimo 11 marzo sarà in corsa per gli Oscar, candidato a più categorie: miglior film, miglior attore (Giamatti), miglior attrice non protagonista (Randolph), miglior sceneggiatura originale e miglior montaggio (Kevin Tent). Proprio il montaggio – con le sue frequenti dissolvenze, come la neve che scende piano ai bordi strade e le intermittenti luci natalizie – rende l’opera esteticamente suggestiva e molto evocativa. Creata ad hoc per essere nostalgica, con una sapiente miscela di emozioni, luci, dialoghi e vicende che si conoscono da sempre. Ma che un angolo della mente pensa di percepire come se fosse davvero la prima volta.
di Edoardo IacolucciLa Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
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