“The Walking Dead: Daryl Dixon”, morti viventi a Parigi
Tra gli spin-off della serie madre, The Walking Dead: Daryl Dixon”, serie da sei episodi disponibile da giugno su Sky e Now, è il più riuscito

“The Walking Dead: Daryl Dixon”, morti viventi a Parigi
Tra gli spin-off della serie madre, The Walking Dead: Daryl Dixon”, serie da sei episodi disponibile da giugno su Sky e Now, è il più riuscito
“The Walking Dead: Daryl Dixon”, morti viventi a Parigi
Tra gli spin-off della serie madre, The Walking Dead: Daryl Dixon”, serie da sei episodi disponibile da giugno su Sky e Now, è il più riuscito
L’apocalisse zombie è un filone narrativo vecchio di un secolo che in epoca recente ha trovato l’incarnazione più popolare in “The Walking Dead”. La serie tv tratta dall’omonimo fumetto di Robert Kirkman e andata in onda dal 2010 al 2022 sul canale statunitense Amc. Per un totale di 11 stagioni. Una longevità degna dei morti viventi, che in comune con la serie hanno la determinazione a trascinarsi in avanti. Dopo il deludente finale dell’ultima stagione, Amc ha prodotto tre spin-off (inizialmente non distribuiti in Italia) per raccontare le nuove avventure di alcuni protagonisti dell’originale.
Il più riuscito è “The Walking Dead: Daryl Dixon”, serie da sei episodi disponibile da giugno su Sky e Now. Il protagonista è appunto il mitico Daryl Dixon (impersonato da Norman Reedus), uno dei migliori personaggi della saga. La storia inizia mostrandolo alla deriva su una scialuppa di salvataggio che sbarca miracolosamente sulle coste della Francia, il Paese da cui ha avuto origine l’epidemia che ha distrutto la civiltà e ridotto il mondo a una landa desolata popolata da tantissimi zombie e pochi sopravvissuti. Daryl è solo in una terra straniera di cui non conosce la lingua.
Mentre cerca faticosamente di ricostruire perché dall’America è finito in Europa trova rifugio in un monastero medievale nei pressi di Marsiglia. Dove un gruppo di monache si prende cura delle sue ferite e insiste per affidargli una missione. Accompagnare un ragazzino undicenne in una comunità di sopravvissuti in Normandia. Quel luogo si rivelerà essere l’Abbazia di Mont Saint-Michel. Lo splendido complesso architettonico situato in cima a un isolotto roccioso sulle coste normanne, effettivamente un ottimo rifugio in un mondo del genere.
La particolarità di “Daryl Dixon” è proprio questa: raccontare un viaggio di salvezza e sopravvivenza – tipico del filone dell’apocalisse zombie – in un contesto diverso dai soliti Stati Uniti. Ma con il budget e la qualità delle migliori produzioni statunitensi. Il risultato è una piacevole variante sul tema. Con paesaggi e ambientazioni finalmente diversi dalle città e zone rurali americane di “The Walking Dead” e di altri film e serie di questo tipo. La Parigi in rovina popolata da zombie e gruppi di sopravvissuti in guerra tra loro non ha niente di originale ma è qualcosa di nuovo e suggestivo. La fotografia sfrutta bene le location francesi, dalle cattedrali ai tipici quartieri parigini in rovina fino alle spiagge della Normandia. Il racconto in parte abbandona la logica action-survival per abbracciare un tono più spirituale, con richiami al senso di solitudine, redenzione, destino e rinascita.
Per guardare “Daryl Dixon” non è necessario aver visto la serie madre: la storia vive di vita propria poiché Daryl incarna perfettamente l’archetipo dell’eroe solitario dal passato oscuro ma dal cuore d’oro. Anche i personaggi secondari sono stereotipati ma molto ben scritti, in particolare Isabel (Clémence Poésy), la suora che accompagnerà Daryl nella sua missione, e Genet (Anne Charrier), la leader tirannica e visionaria del gruppo paramilitare ‘Pouvoir des Vivants’.
Non tutto è però all’altezza delle ambizioni. La trama, all’inizio intrigante, diluisce la tensione in lunghe sequenze che sembrano interessate più all’atmosfera che al racconto. Alcuni snodi narrativi sul perché dell’arrivo di Daryl in Europa, sull’origine della pandemia e sulla natura delle varianti di zombie vengono abbozzate senza dare risposte, lasciando un senso di incompiutezza. Tuttavia, per essere un prodotto così specificatamente rivolto agli amanti del genere, “Daryl Dixon” è più che sufficiente.
di Federico Bosco
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- Tag: serie tv
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