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Una questione tra donne, Bella Baxter e Barbie favorite agli Oscar

Bella Baxter di “Poor Things” e Barbie raccontano entrambe due facce di un’unica medaglia

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Una questione tra donne, Bella Baxter e Barbie favorite agli Oscar

Bella Baxter di “Poor Things” e Barbie raccontano entrambe due facce di un’unica medaglia

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Una questione tra donne, Bella Baxter e Barbie favorite agli Oscar

Bella Baxter di “Poor Things” e Barbie raccontano entrambe due facce di un’unica medaglia

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Bella Baxter di “Poor Things” e Barbie raccontano entrambe due facce di un’unica medaglia

In comune Bella Baxter di “Poor Things” e Barbie sembrano avere ben poco: l’iniziale del nome, il fatto di essere donne e varie nomination alla notte degli Oscar 2024 di domani notte. Eppure raccontano entrambe le due facce di quell’unica medaglia che è il mondo femminile di oggi, dove storture e preconcetti non sono più perdonati né al cinema né nella società. Le due pellicole competono nelle categorie più importanti per gli Oscar: miglior film, migliore sceneggiatura non originale, migliore scenografia e migliori costumi. Ma non nella categoria di migliore attrice, perché Margot Robbie non è stata candidata (con relativo seguito di indignazione, ma questa è un’altra storia).

“Barbie”, diretto da Greta Gerwig, è uscito in Italia nel pieno dell’estate scorsa, spopolando in un periodo dell’anno di solito particolarmente infelice per il cinema: 31,26 milioni di euro di incasso, addirittura superando “La vita è bella” di Roberto Benigni. La raggiante Margot Robbie ha conquistato tutti: chi è cresciuta emulando Barbie e chi invece ha fatto di tutto per diventarne la nemesi. Alla regista va dato il merito di aver portato in sala un papabile flop in partenza rendendolo piacevole per tutti, uomini compresi. Nell’immaginifico mondo rosa shocking di Barbie sono proprio loro ad aver creato l’illusione di perfezione in una bambola che si sente esemplare dalla nascita soltanto perché ignara del mondo reale. La favola si sgretola, le illusioni pure, ma la parabola si conclude con la scoperta che un paio di Birkenstock rosa al posto di un tacco 12 non potranno di certo mettere in discussione la femminilità di nessuno. Tantomeno della bambola più amata dalle bimbe di qualunque parte del mondo, nonostante tutto.

Bella Baxter, magistralmente interpretata da Emma Stone, è forse uno dei personaggi più distopici della storia del cinema contemporaneo. La sua brama di vivere, totalmente slegata dalle regole e dalle convenzioni sociali, la rende una ‘cattiva ragazza’ tanto inafferrabile quanto irresistibile: parla quando le pare senza chiedere permesso, urla e ride sguaiatamente, rifiuta il romanticismo in favore di un compulsivo desiderio carnale. La sua vita trova compimento soltanto nell’eccesso di libertà, seppur minata dagli uomini che incontra e di cui si serve non a scopi malevoli ma per puro disincanto. E che, nonostante una personalità a tratti disturbante, non riescono a smettere di desiderarla. Nelle oltre due ore di “Poor Things” (diretto dal regista greco Yorgos Lanthimos, con un incasso a oggi di quasi 2,5 milioni di euro) non viene inserito neanche un dettaglio rosa: tutto è invece contrasto cromatico, ambientazioni oniriche e abiti in stile vittoriano.

Se nella forma differiscono, nella sostanza Bella e Barbie sono uguali. Non sono un elogio fine a sé stesso della donna né tantomeno retorica spicciola, ma espressione di una precisa volontà del cinema di porsi da effettivo specchio della società. I due registi hanno ceduto il compito alle protagoniste di svelare i desideri repressi di una nuova generazione di donne interessate all’azione, oltre che al ciak. Al Dolby Theatre di Los Angeles domani notte sarà una vittoria. In ogni caso.

di Raffaela Mercurio

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