Gianluca Vacchi, la denuncia della colf e i dettagli inquietanti
La denuncia della ex colf di Gianluca Vacchi ha dettagli inquietanti: sfuriate (testimoniate dagli audio) se i dipendenti non ballavano bene, minacce di multe assurde e fino a 20 ore di lavoro al giorno. Comportamenti che demoliscono l’immagine di chi con l’immagine lavora.
Gianluca Vacchi, la denuncia della colf e i dettagli inquietanti
La denuncia della ex colf di Gianluca Vacchi ha dettagli inquietanti: sfuriate (testimoniate dagli audio) se i dipendenti non ballavano bene, minacce di multe assurde e fino a 20 ore di lavoro al giorno. Comportamenti che demoliscono l’immagine di chi con l’immagine lavora.
Gianluca Vacchi, la denuncia della colf e i dettagli inquietanti
La denuncia della ex colf di Gianluca Vacchi ha dettagli inquietanti: sfuriate (testimoniate dagli audio) se i dipendenti non ballavano bene, minacce di multe assurde e fino a 20 ore di lavoro al giorno. Comportamenti che demoliscono l’immagine di chi con l’immagine lavora.
La denuncia della ex colf di Gianluca Vacchi ha dettagli inquietanti: sfuriate (testimoniate dagli audio) se i dipendenti non ballavano bene, minacce di multe assurde e fino a 20 ore di lavoro al giorno. Comportamenti che demoliscono l’immagine di chi con l’immagine lavora.
Dovevano ballare a ritmo per i suoi video, altrimenti erano guai. La vita dorata di Gianluca Vacchi non era altrettanto bella per chi lavorava per lui, almeno stando alla denuncia presentata da una sua ex colf. Che lo ha portato in tribunale con l’accusa di sfruttamento e di averle causato un grave stato di stress.
Racconta la donna di aver lavorato anche per venti ore al giorno, con dettagli inquietanti: dalle sfuriate se non riuscivano a seguire i passi dei suoi balletti tanto famosi in Rete, alla minaccia di multe di 100 euro se si dimenticavano qualche capo di abbigliamento che a lui serviva per i suoi show online. Una vicenda che ricorda quella assai nota di Naomi Campbell, accusata dalla sua colf di averla picchiata.Essere ricchi e famosi insomma non è sinonimo di umanità e generosità nei confronti del proprio staff, a quanto pare. Eppure ci si immaginerebbe il contrario. Invece forse il potere a taluni dà la percezione di poter disporre della vita degli altri come meglio si preferisce. Ferma restando l’indubbia capacità di Vacchi di affermarsi e guadagnarsi la notorietà, queste sono vicende che colpiscono perché restituiscono la percezione di un mondo distorto, dove regole basilari non vengono rispettate e dove tutto ruota intorno al “capo”. Che deve essere accontentato, sempre, qualsiasi siano le sue richieste.
Tra l’altro, per chi come lui con la sua immagine ci lavora, non è esattamente una mossa delle più scaltre rendersi responsabili di comportamenti che quell’immagine demoliscono. Di Annalisa GrandiLa Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
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